Una Sagrada Família a Roma
Nella Città del Vaticano arriva Antoni Gaudí. Fino a metà gennaio, l’epopea del più visionario architetto del Novecento. E di un cantiere infinito che, a essere ottimisti, chiuderà nel 2026. In anteprima, come sempre, Artribune vi racconta la mostra su “La Sagrada Família de Barcelona”.
Per la prima volta a Roma – o meglio, nella Città del Vaticano – viene presentata l’opera più controversa di Antoni Gaudí. La Sagrada Família ha una storia lunga e faticosa. La sua edificazione iniziò a Barcellona alla fine dell’Ottocento e, un anno dopo, nel 1883, progetto e realizzazione vennero affidati all’allora 30enne Gaudí. Di lì a poco, il più celebre esponente del modernismo catalano, ma anche il più incomodo e indisciplinato perché fuori dalle mode. Bistrattato per anni dalla critica, rivalutato anche grazie alla lettura scientifica delle sue opere, che ne ha rivelato una natura geometrico-matematica fortissima.
“Il mio cliente non ha fretta”, diceva il giovane architetto, tanto che, ancora oggi, il cantiere della Sagrada Família, divenuto il più famoso al mondo, è ancora aperto. Mancano ben dieci torri delle diciotto previste, tre cappelle, due sacrestie e il chiostro. Un progetto mastodontico, a cui Gaudí lavorò per più di quarant’anni con minuzia maniacale, curando e definendo molti dettagli personalmente in cantiere, preferendo i modelli ai disegni.
La sua costruzione oggi è affidata all’interpretazione di quanto rimasto dopo l’incendio dello studio Gaudí, appiccato durante la Guerra civile spagnola. Ma lo stile e lo spirito sono immutati. Le allegorie e il simbolismo, ammantano ogni elemento della costruzione, rafforzando il rapporto tra architettura, arte e religione. Un forte senso spirituale dovuto alla fede solidissima del progettista, per il quale è già stato avviato il processo di beatificazione.
La grande opera catalana quest’anno prevede il raggiungimento di tre milioni di visitatori. Il biglietto d’ingresso costa poco più di dodici euro, con un extra per accedere alle guglie. Eccessivo per una basilica con cantiere a cielo aperto? Se servono a porre la parola fine ai lavori, ben venga. La sua costruzione è, infatti, principalmente finanziata dalle donazioni dei fedeli. Ma non se ne parla prima del 2026, quando saranno passati cento anni dalla morte di Antoni Gaudí.
La mostra occupa 800 mq del Braccio di Carlo Magno in piazza San Pietro ed è articolata in quattro sale. Nella prima si indaga il rapporto, intenso e tormentato, di Gaudí con la Sagrada Família, per arrivare alla seconda, dove lo sguardo si allarga verso altre celebri opere dell’architetto catalano come Palazzo e Parc Güell, Casa Batllo e Casa Milà. Nella terza sala si approfondisce l’aspetto scientifico-tecnologico della sua produzione. Plastici, ricostruzioni tridimensionali e video fanno comprendere la natura matematica di molte delle forme complesse usate da Gaudí. La quarta area espositiva è dedicata al tema della spiritualità, con una serie di oggetti e mobili originali che l’architetto disegnò per la Sagrada Família. A chiudere, il video del tempio oggi, ultimato negli interni nel 2010 e dichiarato Basilica minore da Papa Benedetto XVI.
Oltre all’esposizione, aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2012, una serie di eventi animeranno la Capitale. Il 12 dicembre al Maxxi si terrà un dibattito tra il cardinale Gianfranco Ravasi e l’architetto Mario Botta dal tema Architettura: simbolo e sacro. Un secolo dopo Gaudí (modera Maria Antonietta Crippa). Il 14 dicembre, nell’Ambasciata spagnola presso la Santa Sede, Giovanni Maria Vian – direttore de L’Osservatore Romano – e il critico Ricard Torrents affronteranno la questione de L’epoca di Gaudí in Catalogna e in Italia. Infine, il 13 gennaio il concerto di chiusura a cura de l’Escolania de Montserrat.
Zaira Magliozzi
Roma // fino al 15 gennaio 2012
Gaudí: La Sagrada Família de Barcelona. Arte, scienza e spiritualità
a cura di Daniel Giralt-Miracle
BRACCIO DI CARLO MAGNO
Piazza San Pietro
www.gaudiaroma.cat
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