Vent’anni e non sentirli. A Roma la festa del Web
Il World Wide Web compie vent’anni. E a Roma si festeggia con un ospite d’onore, Sir Tim Berners-Lee, il suo inventore. Con tanto di torta e qualche polemica. Un evento di successo, nonostante tutto. Anche se di arte e cultura non s’è parlato per niente. Sarà per la prossima volta?
Un Tempio di Adriano stracolmo ha accolto ieri a Roma Tim Berners-Lee, ospite d’onore dell’evento Happy Birthday Web, convegno-celebrazione organizzato per i 20 anni del World Wide Web. Era infatti l’agosto 1991 quando Berners-Lee inviò un messaggio al newsgroup alt.hypertext in cui riassumeva le funzionalità del nuovo sistema, che da lì a breve sarebbe diventato una delle piattaforme di comunicazione più utilizzate al mondo. Ed è proprio su questa sua caratteristica, il suo essere una “piattaforma” e non un sistema chiuso, ha insistito il professor Berners-Lee, che ha a sua volta inventato un protocollo lavorando sulla rete Internet, già in funzione dalla fine degli Anni Sessanta. Quattro i principi fondamentali individuati come pilastri per il futuro del Web: il diritto di accesso alla Rete, il diritto alla consultazione dei dati, specie se pubblici, il diritto di non essere spiati e il diritto di non essere bloccati durante la navigazione. Un manifesto per l’Open Web, insomma, e un richiamo fortissimo al principio della Net Neutrality: nessuna discriminazione in base a chi trasmette o a chi riceve, né tantomeno sui contenuti scambiati. Gli applausi scrosciano, e alla fine del discorso, impeccabile e un tantino prevedibile, arriva una torta con le candeline decorata con i marchi che hanno fatto la storia del Web, accompagnata da un flebile e stonato coretto di “tanti auguri a te” che si spegne subito causa visibile imbarazzo dei presenti (nonostante una gasatissima Eleonora Brigliadori incitasse dalla prima fila).
Tutti contenti, insomma, ma due dettagli hanno irritato il pubblico, sia quello in sala che quello collegato in streaming via web: la qualità del wi-fi disponibile, debole e spesso inutilizzabile (pare che qualcuno si sia messo a fare streaming in diretta accaparrandosi troppa banda) e un antipatico disclaimer comparso sugli schermi durante l’intervento di Berners-Lee. Secondo l’avviso infatti, sarebbe stato vietato fotografare, riprendere e riprodurre qualsiasi parte dell’intervento; una richiesta quantomeno controversa se inserita come sottopancia in un discorso sul diritto alla condivisione e all’accesso. E la Rete, tramite una valanga di tweet, non ha mancato di sottolinearlo. Tanto che Riccardo Luna, ideatore e presentatore dell’evento, si è sentito in dovere di spiegare: “È stato lo stesso Berners-Lee a chiederlo, non noi. Nell’intervista finale, che gli farà Luca Sofri, gli chiederemo perché”. Purtroppo però, arrivato il fatidico momento, Sofri ha posto male la domanda e Sir Tim l’ha glissata, dicendo semplicemente che il filmato sarebbe stato comunque pubblicato online il giorno seguente.
Al netto delle polemiche e della retorica, l’evento è stato decisamente un successo, e ha avuto il merito di ribadire la necessità per il nostro Paese di impegnarsi seriamente sul fronte del Web, migliorando le infrastrutture, garantendo l’accesso alla Rete e ai dati pubblici – Stefano Rodotà, in forma e lucidissimo come al solito, ha illustrato la sua proposta di un articolo costituzionale che tuteli il diritto alla connessione – aiutando le start-up, garantendo l’alfabetizzazione informatica e la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica tramite i tool collaborativi disponibili online.
Tra i tanti speaker, anche due filosofi, Maurizio Ferraris e Gloria Origgi, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, e alcuni blogger mediorientali, che hanno portato importanti testimonianze sull’uso di Internet e dei social media come strumenti di pace e liberazione: l’egiziano Wael Abbas, la palestinese Muna Hasan e l’israeliana Na’ama Shangar. Poi tante associazioni e aziende, tra cui spiccano i main sponsor dell’evento, Telecom Italia ed Eni, ma purtroppo zero rappresentanza dell’ala creativa: niente artisti, scrittori, grafici, musicisti, registi, game designer. Visto che ci saranno altri meeting nel corso del prossimo anno – Luna ha annunciato la presenza di Chris Anderson, direttore di Wired USA – auspichiamo con forza il riconoscimento della classe creativa e del suo insostituibile contributo alla crescita e alla vitalità del Web. Ci ascolteranno?
Valentina Tanni
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