Cristiana Collu atterra su Mart
Era una delle questioni che tenevano maggiormente col fiato sospeso gli addetti, attenti alle sorti di uno fra i più importanti musei d’arte moderna italiani. E la decisione è arrivata un po’ a sorpresa, nella quiete del primo sabato prenatalizio: ecco chi è la direttrice che eredita lo scettro di Gabriella Belli
Cosa avrà influito maggiormente per la nomina di Cristiana Collu alla direzione del Mart? Cosa avrà pagato in maniera determinante per far scegliere al più importante museo d’arte moderna del paese una professionista proveniente da un micro-museo di provincia?
Il Comitato impostato dal museo per effettuare la scelta, coadiuvato da una società di cacciatori di teste, dichiara di aver lavorato nel massimo della trasparenza e della tracciabilità. Dunque tutte le motivazioni sottese a questa scelta inattesa saranno analizzabili ufficialmente. Nel frattempo possiamo ipotizzarle.
Non è ipotizzabile – perché è nota – la buona reputazione della Collu nel settore. Inoltre, come il suo predecessore, Gabriella Belli, Collu è indubitabilmente una donna. Una donna, peraltro, che ha diretto per un lungo periodo – quasi quindici anni – un museo. Il MAN, museo di provincia che più di provincia non si può, e che proprio in questi giorni – non è un caso – mette in piazza le sue difficoltà ad andare avanti: poteva essere una gabbia per la carriera di Cristiana Collu, ed invece si è dimostrato un trampolino. Gestito in maniera impeccabile e algida come manco una kunsthalle del nordeuropa, il MAN è diventato via via l’esempio di come si potesse fare progetti di qualità non solo con magri bilanci, ma anche al di fuori dei percorsi più battuti.
Riservata, schiva e anche un filo timida, Collu ha convinto via via tutti gli operatori qualificati del settore a fare un passaggio a Nuoro ed a valutare le caratteristiche del progetto. Tutti così hanno avuto ben chiare le doti gestionali della direttrice. In primis gli organizzatori del Premio Terna che da due edizioni l’hanno cooptata assieme a Gianluca Marziani per curare la rassegna. Il Premio Terna è stata una sorta di ulteriore consacrazione nazionale che ha inserito il nome della Collu nel valzer del calciomercato dei direttori di museo. Non è un mistero, infatti, che lei stessa, insieme proprio a Gianluca Marziani ed a Bartolomeo Pietromarchi, che poi ebbe la meglio, sia stata tra le papabilissime per dirigere il Macro a Roma. Ma se il Macro è un museo “giovane”, dove la presenza di un direttore quarantenne con curriculum leggero poteva essere cosa normale, per il Mart la scelta è necessariamente da ascriversi alle decisioni coraggiose (temerarie penseranno alcuni).
Cosa lascia Collu in Sardegna lo abbiamo visto (un museo ben avviato ma, come tutti i musei d’arte contemporanea in questi mesi, gravato da difficoltà economiche); cosa trova invece in Trentino è tutto da vedere. Le questioni in ballo che la neodirettrice si troverà a gestire non sono passaggi di poco conto. C’è da capire come si orienteranno gli enti locali e come e quanto gireranno sul comparto cultura i feroci tagli cui saranno sottoposti dalle politiche governative e regionali; ci sarà da impostare finalmente una vera rete di spazi museali non solo in Trentino, ma anche in Alto Adige e nel resto delle Venezie (anche nell’ottica della candidatura di tutto il Veneto a Capitale della Cultura); ci saranno da chiarire i rapporti con l’importante Museo di Scienze Naturali che Renzo Piano sta ultimando a Trento. E soprattutto ci sarà da imporre la propria personalità ad un museo che fino ad oggi ha vissuto una monarchia illuminata orchestrata da una regina, Gabriella Belli, che non è di certo prossima alla pensione bensì al grande rilancio dei Musei Civici Veneziani.
– M. T.
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