Come Sydney insegna
Il Museo d’Arte Contemporanea di Sydney, la più importante città d’Australia, è chiuso da giugno. Niente paura, è soltanto per completare i lavori di ampliamento e ristrutturazione, che arriveranno a duplicare lo spazio a disposizione. Il museo riaprirà a marzo 2012 con tante novità, non soltanto architettoniche. Si punta sulle nuove tecnologie e sulla didattica. Per coinvolgere ed educare.
53 milioni di dollari australiani sono stati stanziati per la riqualificazione del Museum of Contemporary Art di Sydney. Il progetto dell’architetto Sam Marshall, oltre alla ricostruzione completa del plesso già esistente, creerà ulteriori 4.500 mq di superficie, aumentando quasi del 50% la dimensione complessiva del museo. Un progetto ambizioso e audace che ridisegnerà l’aspetto del porto di Sydney, ponendosi in dialogo con il simbolo della città: l’Opera House.
L’apertura del nuovo MCA, prevista per marzo 2012, promette dunque di essere un momento significativo nel calendario dell’arte internazionale. I lavori sono iniziati nell’agosto 2010 su progetto firmato da Marshall, architetto Sydney-based, in collaborazione con il New South Wales Government Architect (associazione governativa degli architetti del New South Wales) e, dallo scorso giugno, il museo è chiuso al pubblico, anche se non sono mancate le mostre organizzate dall’MCA e ospitate in altre sedi. La riqualificazione creerà tre spaziose gallerie e una facciata completamente nuova. Quest’ultima, basata su un gioco di pieni e vuoti, sarà sovrapposta alla parte superiore del fabbricato esistente per sfruttare la splendida posizione del museo, con la vista sul porto. Il progetto prevede inoltre un ampliamento verticale che ospiterà una caffetteria panoramica e una terrazza con sculture, dove verrà esposta ogni anno una nuova opera commissionata ad artisti australiani e internazionali.
Ma quale sarà il punto più significativo del progetto? Probabilmente la costituzione del National Centre for Creative Learning (Centro nazionale per l’apprendimento creativo), fondato per completare l’impegno del museo sul fronte dell’innovazione e affermare il suo ruolo di leader nell’educazione all’arte. Artribune ha chiesto alla direttrice, Elizabeth Ann Macgregor, di illustrarci la nuova iniziativa: “Si tratta di un progetto educativo pensato per garantire un accesso continuo all’arte. Il National Centre for Creative Learning include spazi per workshop pratici, un’aula dotata delle ultimissime tecnologie che permetteranno il collegamento con le scuole in tutto il Paese, una sala multimediale, uno spazio progettato da un artista dedicato a bambini con bisogni speciali e una sala conferenze. Il museo offrirà programmi per gruppi di tutte le età: dai bambini agli anziani. Infine, ci dedicheremo anche alla formazione degli insegnanti”.
In occasione dell’inaugurazione sarà presentata la mostra Collection Volume 1, che vede per la prima volta riunita e aperta al pubblico la collezione dell’MCA. A quest’ultima, che racconta l’arte contemporanea e la vita culturale australiana negli ultimi vent’anni, verrà dedicato un intero piano e la mostra sarà visitabile per tutto il 2012. “La scelta di puntare sulla collezione come elemento fondamentale del programma di riapertura è il risultato dell’impegno che l’MCA si pone nel mostrare la vitalità dell’arte australiana contemporanea e nell’adottare nuove metodologie digitali d’interpretazione dell’arte che attirino il pubblico”, ci spiega sempre la Macgregor. “Questa è la prima volta che uno spazio così ampio viene dedicato alla collezione”.
In contemporanea ci sarà anche Marking Time, una mostra che presenterà le opere di undici artisti provenienti da Australia, Brasile, Irlanda, Italia, Giappone e Stati Uniti nelle nuove spaziose gallerie al piano superiore del museo. Al centro dell’esposizione una concezione del tempo esteso, reso circolare, visto come ferita a ritroso ed esplorato attraverso performance e esposizioni tradizionali. Alcune opere saranno realizzate nel corso della mostra, altre richiederanno la partecipazione dello spettatore e sono previste diverse “fuoriuscite” negli spazi pubblici della città.
Le scelte espositive e la capillarizzazione della comunicazione dell’MCA attraverso i servizi di educazione legati all’impiego del digitale rappresentano una possibilità di diffusione dell’arte e degli eventi immediata e in un certo senso democratica. Se l’arte si riafferma come evento sociale e aggregativo, è infatti più probabile che il visitatore, coinvolto e “accompagnato” nella fruizione, percepisca se stesso come parte integrante dell’esperienza artistica, e che quest’ultima diventi un momento importante del vissuto individuale e collettivo.
Giulia Restifo
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #3
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