Gli Arcade Fire stanno anni luce avanti a tutti. E provano a dimostrarcelo nuovamente.
Vincitori di un Grammy come miglior album del 2010 (con conseguenti polemiche e il circolare della fastidiosa domanda “Who is Arcade Fire?!?!”) e reduci da un tour mondiale in cui si sono sprecati gli avvisi di sold-out, gli Arcade Fire hanno uno strano rapporto con il video. Strano in senso positivo, sia chiaro. Ogni volta che si avvicinano alla realizzazione di un nuovo videoclip, sembra quasi che debbano stupire ed emozionare ad ogni costo. Pena la realizzazione del video stesso.
Era già successo con The Suburbs, primo singolo estratto dall’omonimo album: gli Arcade Fire affidano la regia a Spike Jonze – insomma, non uno qualunque – e ne tirano fuori un cortometraggio di 28 minuti, con tanto di presentazione ufficiale al Festival di Berlino e complimenti vivissimi da tutta la critica cinematografica.
Ma non basta. Pochi mesi dopo, la band canadese estrae un altro coniglio dal famigerato cappello. L’occasione è la promozione di un altro singolo, We used to wait, il cui titolo suona come un inno al rimpianto di un’infanzia perduta. Questa volta la canzone entra a far parte di un progetto sperimentale, The Wilderness Downtown, che grazie alla tecnologia di Google Chrome, Google Maps e del linguaggio di programmazione HTML 5 reinventa completamente la nozione di videoclip per come l’abbiamo conosciuta fin dai tempi della prima MTV.
Sul sito thewildernessdowntown.com è infatti possibile inserire l’indirizzo di una qualsiasi località, a patto che sia stata ben monitorata dal servizio Google Maps, e assistere alla corsa di un ragazzino per le strade della città che abbiamo indicato, il tutto accompagnato, chiaramente, dalla musica degli Arcade Fire.
Ultimo in ordine di tempo, il video di Sprawl II (Mountains Beyond Mountains), presentato in tutto il mondo il 16 dicembre 2011, ricorre nuovamente all’idea di interazione dello spettatore come base di partenza per la costruzione delle immagini. Attivando la webcam del proprio pc è infatti possibile controllare la velocità ed i movimenti dei ballerini sullo schermo, tra i quali figura anche una Régine Chassagne (la cantante della band) che balla estasiata in una serie di ambienti suburbani tanto cari all’estetica del gruppo canadese.
Nell’epoca del fallimento dei canali televisivi interamente dedicati alla musica, soppiantati dal clicca-consuma-dimentica di Youtube, difficilmente si era vista una tale attenzione per il videoclip, che in qualche modo è tornato ad essere una parte irrilevante del processo di promozione musicale (barocchismi di Lady Gaga a parte).
Gli Arcade Fire sono gli outsider per eccellenza dell’ambiente musicale contemporaneo; e ce lo confermano di volta in volta, progetto dopo progetto, video dopo video. E forse finalmente riusciranno a zittire quella maledetta domanda: “Chi sono gli Arcade Fire?!?!”
Alessandro Marzocchi
thewildernessdowntown.com
www.sprawl2.com
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