Tutta l’arte in un pass
Spesso Torino viene accusata di essere una città concentrata su se stessa, refrattaria a relazionarsi con l’esterno. Eppure qualcosa si muove sul fronte della cultura. Con l’abbonamento ai musei piemontesi che si apre all’Italia, ad esempio. Un modello che i manager museali del nostro Paese potrebbero replicare in altre città.
Autoreferenziale? Torino città chiusa? L’impressione è che la città tenda spesso a darsi un gran daffare in occasione di grandi eventi che la riguardano in prima persona (Olimpiadi Invernali 2006, Ostensione della Sindone, 150esimo dell’Unità d’Italia) e poi latiti in fatto di apertura verso l’esterno. Questo, in sostanza, il nucleo delle considerazioni di Giuseppe De Rita (sociologo e presidente del Censis) fatte in occasione del recente seminario a Torino sulle linee strategiche dell’amministrazione comunale sul futuro della città. Le accuse potranno pure sembrare ingenerose, ma ben vengano se servono a scongiurare immobilismo e tendenza a vivere di rendita dei successi trascorsi.
Detto questo, alcuni passi nella costruzione di una rete di relazioni con le amministrazioni di altre città sono stati fatti e proprio nel settore dell’arte contemporanea. Per esempio con il progetto Contemporary Art Torino+Piemonte che, da quest’anno, dopo aver consolidato la collaborazione con Milano, si è esteso anche a Genova, unificando di fatto la comunicazione dei rispettivi eventi di arte, teatro, musica, danza e cinema legati al tema della contemporaneità in un cartellone comune, da novembre fino a gennaio.
Ma un’autentica apertura della città al resto d’Italia è stata fatta con l’edizione 2012 dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte, introducendo nell’acquisto della tessera annuale l’ingresso ridotto in musei e mostre in Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto. Questa formula di abbonamento, che unisce in un sistema coordinato tutti i 200 musei, monumenti, parchi, giardini e sedi espositive in Piemonte, garantendo l’accesso libero e illimitato alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee, è gestita da Torino Città Capitale Europea e sostenuta da Città di Torino e Provincia di Torino, Regione Piemonte e Fondazione CRT dal 1995. Si tratta di un modello finora unico in Italia, che non sarebbe male se venisse replicato da tutti i sistemi museali cittadini dello Stivale.
A dire il vero, qualcosa che gli si avvicini esiste già. A Venezia c’è il Museum Pass, un ingresso cumulativo per tutti i Musei Civici e quelli a loro collegati, però con tante limitazioni: mancano quasi tutte le istituzioni dedicate all’arte contemporanea e moderna (ad eccezione di Ca’ Pesaro), ha validità per sei mesi e consente una sola entrata in ogni museo. Mentre a Torino l’abbonamento non riguarda solo i musei, ma sono previste diverse convenzioni anche con il sistema dello spettacolo dal vivo: teatro, opera, concerti, festival; con il cinema, l’editoria, con le offerte di visite guidate sul territorio. Tutto questo per un bacino di utenza di 84.000 abbonati nel solo 2011, con un aumento del 36% rispetto al 2010 e un aumento ancora più rilevante nell’utilizzo, per una media di 45.000 ingressi al mese, contro i 26.000 del 2010.
Manca ormai poco alla fine dell’anno e si prevedono per tale data un totale di oltre 580.000 ingressi con abbonamento nei musei del circuito. Destinati, probabilmente, ad aumentare con l’entrata, ora nella tessera, dei Musei Civici e del MAXXI di Roma, dei Musei Civici di Brescia, del Pass per i musei di Venezia, del MART a Rovereto. Tutti a ingresso ridotto, in particolare alle mostre temporanee Roma al tempo di Caravaggio a Palazzo Venezia a Roma, Regina Margherita a Villa Reale a Monza (chiude l’8 gennaio), Steve McCurry, il fotografo della celebre foto della ragazza afgana dagli occhi verdi al Macro Testaccio di Roma e, a Forlì, ai Musei di San Domenico con la mostra su Wildt, uno dei massimi scultori del Novecento. Con una piccola incursione a Chambèry, dove è previsto l’ingresso gratuito al Musée Savoisien, a la Maison de Charmettes e al Musée des Beaux-Arts.
Una bella apertura verso l’esterno, non c’è che dire. A dimostrazione del fatto che, per Torino, il lavorare su se stessa è la condizione necessaria per presentarsi meglio preparata a gestire la relazione col resto del mondo.
Claudia Giraud
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