“Noi produciamo cultura e reddito”. Artisti in auto-gestione
La nascita dell’associazione Artisti 7.6.07 e la tutela dei diritti connessi al diritto d’autore. Un’occasione per riflettere sulla gestione dei proventi legati alla cultura, sulla solita organizzazione approssimativa delle istituzioni italiane e su un po’ di sana autogestione.
Giovedì 19 gennaio è stato presentato, presso la Casa del Cinema di Villa Borghese, un video creato dall’associazione Artisti 7.6.07 intitolato Una commedia italiana che non fa ridere. Poco più di sette minuti di riprese, sfondo nero e telecamera fissa, in cui viene spiegata l’intera vicenda, molto italiana, legata alla nascita e morte e rinascita dell’IMAIE – Istituto Mutualistico Artisti Interpreti ed Esecutori, l’organo di controllo che tutela i diritti degli artisti che lavorano con la propria immagine.
Riccardo Scamarcio, Franca Valeri, Elio Germano, tra gli altri, raccontano con precisione e competenza una storia di cui ancora si conosce ben poco, una commedia il cui unico lieto fine riguarda i pochi potenti e gli amici degli amici che ancora una volta si trovano a occupare le comode poltrone della pubblica amministrazione. Attori protagonisti, olte al già citato IMAIE, il MiBAC, il Consiglio dei Ministri, la Procura di Roma, tutti impegnati in una vera e propria violazione dei diritti degli artisti in cui vince, come al solito, chi ruba di più. Si parla di 130 milioni di euro, non di un paio di mele.
E la vicenda è interessante soprattutto per le riflessioni che permette di compiere sulla questione, ben più ampia, della gestione e organizzazione dell’economia legata alla cultura, non solo cinematografica. Se l’industria culturale italiana dà lavoro a oltre un milione e mezzo di persone, con un giro di denaro di circa 70 miliardi di euro, come sottolinea Germano nell’incipit del filmato, eppure la gestione è sempre più scadente e inefficiente, quali sono i metodi per far sì che le cose vadano meglio? Quali i modi di reagire, protestare, tutelarsi? L’esperienza del Teatro Valle rappresenta una valida alternativa? Oppure sarebbe meglio privatizzare tutto e lasciare che sia il mercato e la concorrenza a regolare il tutto?
Gli Artisti 7.6.07 hanno deciso di intraprendere la strada dell’auto-rappresentazione, creando una società di raccolta e distribuzione dei fondi che aggiri il controllo monopolistico imposto dall’alto.
Per ora si tratta di un’esperienza unica in Italia, un tentativo di autogestione che si propone di tutelare la dignità e i diritti di una classe di lavoratori fondamentale nel contesto economico del nostro Paese. Il futuro di questi progetti dipende anche da noi.
Alessandro Marzocchi
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