Palazzo Pepoli, la Domus Bononiae
Si chiude il circuito straordinario chiamato Genus Bononiae. Proprio in occasione di Arte Fiera, inaugura infatti l’ultimo palazzo-tassello del megaprogetto targato Fondazione Carisbo. Ed è dedicato, va da sé, al Museo della Storia di Bologna.
“Un percorso culturale, artistico e museale che trasforma Bologna in un museo diffuso, utilizzando le strade come corridoi, i palazzi e le chiese come sale”. Un po’ di enfasi celebrativa, senza dubbio: giustificata però dall’importanza dell’evento, che rappresenta l’ultimo tassello del progetto Genus Bononiae, che consegna a Bologna uno dei sistemi espositivi-museali più avanzati e strutturati del Paese.
E il tassello conclusivo, in questa ottica, non poteva che essere riservato al Museo della Storia di Bologna, che inaugura domani nella prestigiosa sede di Palazzo Pepoli: oltre 6mila mq di superficie totale, con circa 3.400 mq di spazi espositivi permanenti, per un percorso che si snoda lungo le 34 sale. Numeri che portano a circa 20mila mq l’intero percorso di Genus Bononiae, percorso culturale, artistico e museale articolato anche dalla Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, da San Colombano, la Chiesa di Santa Cristina, Santa Maria della Vita – con il bellissimo Compianto sul Cristo morto, capolavoro scultoreo di Niccolò dell’Arca -, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni – centro interamente destinato a mostre affrescato dai Carracci -, Casa Saraceni, San Michele in Bosco. Un complesso le cui collezioni comprendono qualcosa come 15mila opere d’arte, sculture, disegni e incisioni, 60mila fotografie, 115mila volumi antichi e moderni, oltre 500 strumenti musicali.
Occasione speciale, dunque, l’inaugurazione di Palazzo Pepoli: degna di essere accompagnata da grandi nomi, come quello di Mario Bellini, architetto e designer di fama internazionale, vincitore di otto Compassi d’Oro, al quale si deve la progettazione e l’allestimento, per un museo che vuole raccontare l’intero arco della storia della città e dei suoi abitanti a partire dagli Etruschi a oggi, in una sequenza di nuclei espositivi costruiti intorno a episodi chiave, personaggi simbolici, aneddoti e temi trasversali. Segno distintivo dell’intervento di Bellini è la Torre del Tempo, struttura in vetro e acciaio posta al centro della corte del palazzo, che funge da epicentro all’intero percorso di visita tra piano terra e piano nobile: “Una lanterna magica inondata dall’alto di luce naturale, quasi a sfidare la Bologna delle Torri”. Anche il progetto grafico vede la partecipazione di un professionista del calibro dell’architetto Italo Lupi, mentre ad accompagnare il visitatore in alcuni punti chiave del percorso – con felicissima scelta comunicativa – sono volti noti della musica, dell’arte, della storia e della cultura in generale, da Valerio Massimo Manfredi a Philippe Daverio, Giorgio Albertazzi, Francesco Guccini, Umberto Eco.
Grande rilievo è riservato alla comunicazione multimediale, strutturata per tutto il percorso del museo con modalità che vanno dai singoli schermi o videoproiezioni fino ad ambienti complessi e interattivi per specifici approfondimenti tematici. Con ricostruzioni scenografiche che focalizzano nuclei come la Bologna etrusca, La battaglia di Fossalta, l’incoronazione di Carlo V, fino al Teatro Virtuale, dove viene proiettato un cartone animato in 3D stereoscopico sulla storia di Bologna, commentato dalla voce di Lucio Dalla.
Fra le sale di maggiore suggestione c’è quella dedicata al tema di Bologna Città delle acque, dove l’allestimento di Bellini si affida a un’installazione multimediale progettata dallo Studio Base 2. La ricostruzione di un canale che scorre al buio sotto le strade della città, evocato da superfici specchianti e un sistema di illuminazione a fibre ottiche, e proiettato su un tappeto multimediale interattivo.
Massimo Mattioli
Bologna // inaugurazione 27 gennaio 2012 su invito
PALAZZO PEPOLI VECCHIO – MUSEO DELLA STORIA DI BOLOGNA
Via Castiglione 8
051 19936370
[email protected]
www.genusbononiae.it
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #5
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati