Aste: risultati pre-Lehman. Ma quale crisi e crisi
Prima prova per il mercato dell’arte contemporanea. L’ambito è quello delle aste, e a Londra si è svolta la prima sessione, con le tre big Sotheby’s, Christie’s e Phillips de Pury. Risultati incoraggianti, che addirittura sfiorano quelli raggiunti nel 2008, quando la crisi era ancora di là da venire.
Settimana scandita da ritmi rockeggianti per il mercato dell’arte contemporanea, che ha fatto la sua prima prova all’incanto a Londra in un 2012 appena iniziato. Le vendite di febbraio hanno rappresentato anche un primo test per l’Artists’ Resale Right introdotto dal 1° gennaio in Inghilterra, includendo le opere degli artisti recentemente scomparsi.
Numerosi i record battuti per i singoli artisti, tra cui Christopher Wool, Thomas Houseago e Berlinde de Bruyckere da Christie’s, Albert Oehlen e A.R. Penck da Sotheby’s, Beshty e Pettibon da Phillips de Pury.
Il protagonista di questo inizio di stagione continua a essere Gerhard Richter, insieme a Burri e Yves Klein.
Le opere di Richter vendute in asta la settimana scorsa ammontano a 23 unità, di cui 12 solo da Sotheby’s, per un totale di (tenetevi forte) 40.702.525 sterlinucce, il 24% dei lotti totali, dominato da Abstraktes Bild del 1994, battuto a £ 9.8 milioni, contro la stima massima di 7. Lo scorso novembre a New York un Abstraktes Bild del 1997 era stato acquistato dalla grande collezionista inglese Lily Safra per la cifra record di $ 20.8 milioni. Come afferma un Art Advisor di City Private Bank nell’ultima pubblicazione della banca, Gerhard Richter è recentemente emerso come la prossima potenza di mercato nella tradizione del XX secolo, proprio come Picasso, de Kooning e Warhol. Molto ha inciso la mostra alla Tate Modern, designata a entrare fra gli eventi artistici più importanti della storia dell’arte, assieme ad altre mostre nel territorio tedesco coincidenti con l’80esimo compleanno dell’artista, nato a Dresda nel 1932. Per chi si fosse fatto sfuggire una delle opere proposte a febbraio, i primi di marzo a New York potrà rifarsi con un lotto interessante da Sotheby’s, stimato $ 250-350mila.
Clamoroso successo anche per Yves Klein, che rispecchia l’aumento della domanda per opere di artisti europei del dopoguerra. ANT 59 (1960) è stato venduto per £ 937mila da Sotheby’s contro una stima massima di £ 650mila, e battuto a £ 457mila nel 2009.
Per quanto riguarda Alberto Burri, ha raddoppiato le stime sempre da Sotheby’s, la cui opera Nero Plastica (1965), contesa tra quattro bidder, è stata acquistata dalla Galleria Helly Nahmad per £ 2milioni. Galleria Tega si è aggiudicata invece l’opera Composizione (1952) a £ 481mila, sotto la stima massima.
Anche i cinesi continuano a riscuotere successo in Europa, presentati in maniera decisamente minore e con opere degli artisti più affermati, anche se ora relegati alla seconda parte dei cataloghi. Tra i risultati ha spiccato Zao Wou-Ki, che da una stima massima di £ 700mila ha raggiunto £ 1.8 milioni da Sotheby’s, portato a casa però da un compratore asiatico.
Da Christie’s, clamoroso successo per la vendita di febbraio che, come vi avevamo già annunciato, ha raggiunto il secondo totale più alto per una vendita di Post-War and Contemporary Art di Londra da giugno 2008 (poco prima del crollo finanziario), raggiungendo £ 80.5 milioni, sostenuta dai £ 21.3 milioni di Francis Bacon con il ritratto di Henrietta Moraes.
Diamo uno sguardo alle performance delle opere battute nelle tre case d’asta: le percentuali di invenduto sono molto basse, al massimo il 10% di Christie’s; le opere battute entro le stime sono il 48% da Phillips e da Christie’s, il 32% da Sotheby’s; quelle battute al di sopra della stima massima sono il 16% da Phillips, il 28% da Christie’s e addirittura il 37% da Sotheby’s.
Insomma, test superato per Londra e per la piazza europea, registrando un aumento del 16% rispetto all’anno scorso, anche se ancora al di sotto dei livelli del 2008 del 38%. Secondo ArtTactic, il prezzo medio registrato nelle tre aste è £ 796.612, secondo solamente al giugno 2008.
Finché il pessimismo si concentra sui mercati finanziari, il mercato dell’arte gioisce ad accogliere nuovi collezionisti, anche se sarebbe più corretto chiamarli investitori, rendendo sempre più evidente il cambiamento che sta avvenendo nel mercato dell’arte.
Martina Gambillara
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