Nuove reti. A Milano nasce un portale
Francesca Baglietto e Giulia Restifo l’hanno pensata giusta. La prova dell’originalità della loro idea per il panorama milanese è il network che sono riuscite ad attivare a pochi mesi dalla nascita: più di quaranta soggetti sono già in rete per il contemporaneo.
Dal settembre 2011, con il progetto that’s contemporary, le fondatrici Francesca Baglietto e Giulia Restifo, insieme all’art director Andrea Amato e altri nove giovanissimi collaboratori, hanno messo in rete una trentina di gallerie e una dozzina di spazi no profit di Milano. Alcuni dei luoghi più attivi del panorama meneghino hanno aderito subito al progetto, forse proprio perché a Milano un’idea come questa mancava, eccome.
Attualmente, that’s contemporary è un portale in cui domina la georeferenziazione: una mappa in cui individuare a colpo d’occhio i luoghi secondo un gamma cromatica che segnala presente, passato e futuro degli eventi e delle mostre programmate. Ogni sfera di colore rimanda a una scheda dettagliata e un’indicizzazione intuitiva consente di muoversi agilmente tra le categorie: exhibitions, events, network e project.
Mediazione e semplificazione delle proposte sono due punti fermi del network affinché il portale sia un servizio agile per il fruitore e un filtro attraverso cui individuare le attività, evitando confusione e dispersione di informazioni. L’idea è originale e appetibile, e gli ingredienti di base rendono il progetto non solo interessante, ma anche sfidante. that’s contemporary è pensato come collettore di realtà, la cui politica nasce dal basso: sono serviti oltre due mesi per passare al setaccio gli spazi cittadini, con l’obiettivo mettersi in ascolto di direttori, galleristi, curatori, alla scoperta dei bisogni reali degli attori dell’arte e dei loro interlocutori. Il core è la necessità di fare rete, l’assoluta urgenza di integrazione del sistema culturale contemporaneo a Milano; far percepire la presenza dell’arte contemporanea nella città ad una fascia di pubblico più ampia è un’ineluttabile esigenza a cui il progetto vuole dare risposta, oltre a fornire uno strumento utile agli addetti ai lavori.
Quello che incuriosisce in that’s contemporary è la spontaneità del fenomeno e la sua natura bottom-up: a oggi il progetto è completamente autofinanziato, chi ci lavora sta investendo, ne studia la sostenibilità sul medio periodo e, nel frattempo, fa nascere collaborazioni che sono il cuore della rete.
Il primo sviluppo spontaneo del portale è un channel di video interviste che saranno realizzate durante l’installazione delle mostre, per evidenziare il processo del fare artistico e i meccanismi a esso connessi. L’obiettivo è spostare l’attenzione dal sistema dell’arte come fatto elitario e commerciale al mondo dell’arte come spazio di partecipazione.
that’s contemporary fa pensare ad altri fenomeni emersi di recente negli ambienti dell’arte, come The Blank, progetto nato dalla volontà di fare rete nel sistema dell’arte bergamasco, intercettando il livello istituzionale. Anche per il progetto milanese, istituzioni e fondazioni sono interlocutori irrinunciabili ai quali il network sta già pensando in un’ottica dialogica.
Chissà che in futuro non nascano nuove collaborazioni tra reti, verso dimensioni più ampie e strutturate. Noi seguiremo da vicino il panorama e speriamo di aggiornarvi presto sullo sviluppo di queste realtà di cui tanto si sente il bisogno.
Silvia Scaravaggi
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