La comunicazione ci arriva da Massimo Micangeli, il presidente uscente che, subito dopo la fine dell’assemblea dei soci, contento e sollevato, ci annuncia che MacroAmici ha trovato la quadra e, all’unanimità, ha eletto Beatrice Bordone (coniugata Nicola Bulgari, della celeberrima dinastia di gioiellieri e gran collezionista d’auto d’epoca) come nuovo presidente. Artribune aveva anticipato qualche settimana fa le dimissioni di Micangeli (che doveva durare in carica sino a giugno), oggi ospita la prima intervista – a caldo – alla costumista che disegnò gli abiti di scena di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
Quali sono le sfide che si parano dinnanzi a MacroAmici?
Sono una socia fondatrice, dal 2007. C’era stato un bel periodo, poi un periodo in cui il ruolo e la centralità dell’associazione si era assottigliato. Bisogna ripartire, ricominciare e rilanciare e io sono contenta e ho voglia di farlo.
Insomma, ci credi molto…
Ci credo. Credo molto in particolare nel ruolo dei privati nei musei pubblici. In questo sono molto americana e penso sia davvero necessario. Tra l’altro penso che il ruolo dell’associazione possa essere non solo quello di portare singoli appassionati a contribuire con una membership, ma anche aiutare il museo nella sua azione di marketing e fund raising. Insomma per avvicinare grandi aziende che possano entrare nel board e portare capitali.
Certo che il nostro sistema e la nostra legislazione non aiuta molto…
No. Non aiuta affatto. Ecco perché il primissimo obbiettivo di MacroAmici è quello di riuscire a raggiungere il risultato della Fondazione Macro.
Uh, ce l’eravamo quasi dimenticata… A che punto siamo?
Siamo al punto che l’Assessore alla Cultura, Dino Gasperini, si è speso molto e con generosità in questo senso. Politicamente e operativamente. Dovremmo essere alle battute finali se l’assessore mantiene le sue promesse…
E se così non fosse? Consideriamo che siamo quasi in campagna elettorale per le prossime comunali.
E se così non fosse, sarebbe un gran bel problema perché senza fondazione, lo voglio dire chiaramente, non si va da nessuna parte. Quello è il minimo sindacale di governance per poter gestire una struttura complessa come il Macro. D’altronde il Maxxi ha questo sistema e deve averlo anche il Macro che, nell’ottica di una rete del contemporaneo a Roma, deve funzionare come e meglio del Maxxi.
A proposito del Maxxi, il tuo nome è stato associato fino ad oggi al museo di via Guido Reni piuttosto che a quello di via Nizza.
Certo, questo è dovuto alla mia associazione Corto Arte Circuito, che proprio al Maxxi presenta periodicamente i video sugli artisti che realizza. Il prossimo docu-film? Inizieremo a realizzarlo giusto ad aprile e sarà dedicato al grande scultore inglese Antony Gormley, impegnato a San Gimignano a montare una sua importante mostra alla Galleria Continua.
Torniamo a MacroAmici. Novità in vista?
Lavoreremo molto sulle membership. L’obiettivo è aumentare il numero di tessere e rendere accessibile l’associazione a tutti, dai ricchi agli studenti. Con diversi livelli di adesione, che devono corrispondere a diversi livelli di vantaggi sull’entrata al museo, le visite in anteprima, l’ingresso gratuito…
Siamo alla vigilia della presentazione della nuova programmazione di Bartolomeo Pietromarchi. Che cosa ne pensi?
Trovo fantastica l’idea di aver dedicato una parte del museo agli artisti, trasformandolo in una residenza su concorso. A Roma i musei ora li abbiamo, quel che manca è un numero più alto di artisti che stiano qui a produrre. La programmazione di Pietromarchi è di alta qualità, ma oggi in nessun museo è sufficiente una buona programmazione: occorrono tante cose in più. Appunto privati, amici, associazioni, finanziatori, mecenati. Come noi.
Associazione Amici del MACRO
Via Nizza angolo via Cagliari – 00198 Roma
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