Uovo. Dieci anni di performing arts a Milano
Un decennale festeggiato proprio in un anno di crisi nera. Ma il festival milanese delle arti performative non si perde d’animo. E dal 21 al 25 marzo, dislocato fra Teatro Franco Parenti, Triennale e Fabbrica del Vapore, presenta un cartellone fitto e interessate. Pure di notte, grazie alla collaborazione con Club to Club.
È indubitabile che, nel corso degli ultimi dieci anni, UOVO performing arts festival abbia svolto la fondamentale funzione di alfabetizzare Milano sulle arti della scena. La traiettoria curatoriale disegnata dal suo direttore Umbero Angelini si è caratterizzata nel tempo per un’attenzione puntiforme e battente su alcune esperienze del panorama internazionale, per un’indagine sulle trasformazioni in corso nella live art in Italia, per il sostegno caparbio di alcune giovani compagnie, affiancate nelle produzioni e nello sviluppo del loro percorso.
Ramificato nei diversi ambiti della produzione artistica contemporanea, sotto il monito progettuale della confluenza tra le arti, Uovo ha cercato, nel tempo, di interpretare la scena come il luogo capace di rendere manifesto un approccio trasversale e polimorfo, riconoscibile nelle derive disciplinari di SuperUovo, UovoKids, UovoMusic, Uovo à la coque e UovoTV. Guardando a ritroso alle presenze nei festival passati, cosa che si rende possibile in questa edizione con il progetto video Memories, si può riconoscere la linea-guida ispirata a “un concetto di performatività pervasiva dell’espressione artistica non legata a specifici supporti”, si direbbe un’evoluzione del concetto di post-mediale di Rosalind Krauss applicato alla liveness.
La nuova edizione, che festeggia i dieci anni del festival, in programma dal 21 al 25 marzo, abita, confermando una modalità operativa, diversi spazi della città: il Teatro Franco Parenti, vocato all’utilizzo plurimo dei suoi spazi; la Triennale, luogo di differenti esperienze culturali fra arte, architettura e design; la Cattedrale della Fabbrica del Vapore che, dopo l’inaugurazione dello scorso anno proprio in occasione della IX edizione di Uovo, ha ospitato, oltre ad eventi culturali e musicali, anche l’ultimo monumentale progetto di Anish Kapoor, Dirty Corner.
Guardando la programmazione, non ci si può nascondere come traspaia nella trama progettuale la ristrettezza dei mezzi in cui è obbligata a operare la cultura teatrale italiana, in particolare quella contemporanea. Le partecipazioni internazionali sono ridotte a presenze video, quelle nazionali rinsaldano alcune presenze che nel tempo hanno “contribuito a costruire la fisionomia del festival” riprendendo lavori già presentati altrove. Fortunatamente le giovani compagnie hanno spazio per progetti nuovi o realizzati appositamente per il festival. Le presenze internazionali si palesano in video-installazioni, come quella su quattro mega-schermi, degli spettacoli Solo, Antipodes I/II, Suspense di William Forsythe, straordinario coreografo abile nel metissage di danza, arti visive e tecnologia. Altra proiezione è quella dedicata a Jerome Bel con Veronique Doisneau, spettacolo nato dall’incontro con il mondo della danza classica del Balletto dell’Opera National de Paris, espressione antitetica alla concezione coreografica dell’artista.
Le presenze nazionali mettono in campo due figure importanti della scena italiana come Romeo Castellucci che, con Storia dell’Africa contemporanea vol. III, porta a Milano insieme ai suoi sei figli una performance che, pur nella brevità, sa dare la misura della capacità visionaria di cui Castellucci è capace; e Virgilio Sieni, coreografo dotato di rara densità interpretativa e compositiva, che presenta l’assolo Nei Volti.
Le giovani compagnie, già incontrate nelle ultime edizione, propongono progetti nuovi o ad hoc. Plume dans la tête porta il suo ultimo lavoro Stato di Grazia, secondo momento del trittico Formazione Pagana. Dewy Dell presenta in esclusiva Tuono, mentre Pathosformel, oltre ad Alcune primavere cadono d’inverno – realizzato in collaborazione con Port Royal, gruppo culto dell’elettronica italiana –, abiteranno performativamente i diversi spazi del Teatro Franco Parenti creando “ambienti emotivi”. È ospite, inoltre, per la seconda volta la compagnia Giuseppe Chico-Barbara Matijevic con Forecasting, spettacolo coprodotto da Uovo e Kaaitheater di Bruxelles, in cartellone nell’ultima edizione di Avignone, a testimonianza del gusto della scoperta che ha portato il festival a far conoscere in Italia artisti oggi tra i più noti dello spettacolo internazionale.
Ma Uovo non disdegna l’intrattenimento notturno e prosegue la collaborazione con il festival di musica elettronica torinese Club to Club, per la realizzazione di uno degli appuntamenti di UovoMusic con la presenza di O (single circle), progetto comune di tre produttori italiani (Vaghe Stelle, Stargate, A:RA) e il live di alcuni artisti di Numbers, progetto musicale, etichetta discografica e collettivo organizzatore di eventi al Fabric di Londra.
Aspettatevi dunque – nonostante la riduzione dei budget – un cristallo poliedrico di rappresentazioni capace ancora di informare della sua energia il panorama culturale milanese.
Carlo Orsini
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