Ecco cosa succede ad Arte Fiera
Clima surreale, quasi da teatro dell’assurdo. Circolano dei nomi, ma non c’è un progetto sul quale lavorare. Il presidente dell’ente che si limita a salutare la direttrice uscente, rinnovandole la stima. Apparentemente, nessuno pare prendersi cura del futuro della (ex?) prima fiera d’arte italiana. Ma la sensazione è che sottotraccia in realtà qualche partita si stia giocando: ai microfoni di Artribune parlano tutti i protagonisti…
Due note apparentemente insignificanti, ma che riassumono il clima che corre attorno alla questione della direzione di Arte Fiera. Nella giornata odierna abbiamo cercato telefonicamente la “defenestrata” Silvia Evangelisti, ed in un primo momento l’abbiamo trovata placidamente impegnata in una sessione di pilates. Poi abbiamo cercato il presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli, ma abbiamo dovuto aspettare fino a tarda sera, per avere una sua frase che fatichiamo a definire “dichiarazione”. Buio sul futuro della fiera, poco da dire alla stampa.
Alla fine con l’ormai ex direttrice abbiamo parlato: e ci ha confermato la relativa tranquillità con la quale ha gestito la situazione, dal suo punto di vista. Le è stata fatta una proposta – quella di gestire gli eventi Off della rassegna – che lei non ha ritenuto interessante. Ed ha rifiutato. “Restano abbastanza vaghe le motivazioni che hanno spinto BolognaFiere, con un ruolo non certo secondario dell’assessore alla cultura Ronchi, ad allontanarmi. Mi è stato detto che io avevo troppi impegni, che Arte Fiera richiedeva maggiore dedizione: ma poi uno dei nomi che circola per la successione è quello di Gianfranco Maraniello, che probabilmente ne ha il doppio dei miei. Mi è stato detto che ci voleva maggiore internazionalizzazione, ma poi si fanno nomi come quello di Valerio Deho o Maura Pozzati, professionisti impeccabili, ma che non saprei su quanti contatti internazionali potrebbero contare. Poi è stato fatto il nome di Julia Draganovic, ma io so per certo che lei non ne sa nulla, in questo giorni peraltro è a New York…”. Ma le motivazioni filtrate, non parlavano di un malcontento per la scarsa qualità degli eventi Off della fiera? “Io ho la sensazione – prosegue Evangelisti – che queste siano motivazioni speciose, che ne nascondono ben altre. Se c’è una cosa di cui posso andare fiera, e questo mi viene riconosciuto un po’ da tutti, e proprio il fatto di avere fra i primi capito l’importanza di portare la rassegna fuori dai confini abituali, coinvolgendo tutta la città e dando un ruolo centrale a tutti gli operatori del contemporaneo. Un’impostazione peraltro che poi è stata clonata in altre fiere italiane”.
Il nome su cui si indugia è quello del direttore del MAMBo, che non esclude il suo interesse per la guida della fiera, salvo verificare la sussistenza di un progetto serio e concreto. La sensazione, però, non può non essere che, se ancora ad oggi – a soli nove mesi dall’edizione 2013! – si brancola nel buio, gli spazi per approntare una fiera che dovrebbe addirittura rilanciarsi siano strettissimi, se non chiusi. “La mia impressione è che i responsabili siano ancora alquanto disorientati – prosegue Silvia Evangelisti -, e questo non depone certo a favore di chi mi sostituirà: alla data di oggi, io ero già pienamente immersa nell’organizzare l’edizione successiva. Campagnoli poi era convinto, chissà perché, che io lo aiutassi a trovare il mio sostituto, e che accettassi il ruolo che mi ha proposto, e quando ho rifiutato credo che non se lo aspettasse. Maraniello ha dato la sua disponibilità a parlarne: certo, lui dirige il museo cittadino, ma qualcuno pare che abbia già detto che questo non osta, citando il caso di Giacinto di Pietrantonio consulente a Miart. Magari ci sarà un ‘consulente’ anche ad Arte Fiera, e nessun direttore…”.
Dal canto suo, non fa nulla per smentire le voci, Gianfranco Maraniello. “Ho la serenità e soprattutto la lucidità di parlare non come una persona che sta cercando lavoro. Il mio contratto con il MAMBo è lungi dallo scadere e arriva fino a tutto il 2013 dunque il punto per me non è trovare una poltrona o scalare la direzione della fiera. Sono al servizio delle istituzioni – dichiara ad Artribune il direttore del museo -, e se c’è una idea di città, un coraggio e soprattutto uno scatto di fantasia nel vedere insieme MAMBo e Fiera io ci sono”. Il punto per Maraniello non è dunque parlare di MAMBo o di Arte Fiera, è semmai parlare di Bologna. “Per me l’ipotesi è fattibile solo a patto che sia condivisa da tutti. L’idea ha un alto tasso di innovazione – pur non essendo completamente inedita, si pensi a Prospect 68 -, dunque deve a monte convincere tutti e, a valle, essere difesa da tutti”. La cosa certa è che quindici o forse anche dieci anni fa la sola ipotesi di un direttore di un museo chiamato a dirigere una fiera commerciale mantenendo al contempo l’incarico nel museo, avrebbe fatto arricciare – diciamola con un eufemismo – più di qualche sopracciglio. Oggi molti paletti sembrano essere saltati e forse questo è l’unico modo, per il mondo dell’arte, di star dietro al cambiamento ed alla sua velocità.
Illuminanti come accennavamo, ben oltre l’icasticità, le poche parole fatteci avere dal presidente Campagnoli in tarda serata: “BolognaFiere ha proposto a Silvia Evangelisti di partecipare ancora alla realizzazione di un nuovo progetto per Arte Fiera. Ci rammarichiamo, rinnovandole la nostra stima, che ciò non si sia potuto realizzare”. Un “nuovo progetto”, quale sarà?
Massimo Mattioli e Massimiliano Tonelli
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