Apocalittici & integrati (digitali)
Ci sono oggi linee di tendenza riconoscibili nelle aree creative digitali? Rifacendomi ad "Apocalittici e integrati" di Umberto Eco, parlerei di Apocalittici/Digitali e Integrati/Digitali. Due punti di vista nati insieme, per cui lo spirito dark del cyberpunk modificava l’ironia delle controculture, ma anche il disincanto del postmoderno, integrando azioni delle agency in un sistema culturale in cui gli I/D vedono un’integrazione diretta.
Gli A/D sono spesso attivisti e animano le newsletter radicali che danno voce ai fenomeni di contestazione socio-politica. Gli I/D preferiscono l’area più ludica delle provocazioni in Rete e non fanno troppa differenza fra aree industriali e intellettuali dei prodotti hi-tech. Mentre l’economia continua a implodere/esplodere, le uniche aree produttive in crescita sembrano essere quelle legate al digitale, creando un’euforia che contrasta con il mercato.
Questa euforia, legata ai trionfi industriali dei social network, della comunicazione mobile e della crescita di dispositivi, si deposita nelle forme espressive scelte dai creativi digitali. È un simpatico videogame il lavoro Garden of Error and Decay di Michael Bielicky e Kamila B. Richter, con un’iconografia fra la Street Art e Super Mario. Si deve sparare al target, mentre le immagini cambiano, influenzate da dati presi dalla Rete e da Wall Street.
Nel frattempo, il linguaggio 3D ha iniziato un percorso significativo nel cinema, e comincia a dare risultati in una percezione d’immagine in cui il digitale diventa linguaggio caratterizzante. E inaspettatamente si applica sulla superficie filmica, come nel caso della riedizione di Guerre Stellari.
Non è però la realtà virtuale di cui gli A/D sogna(va)no, ma un make-up verso la profondità di campo. Gli A/D vogliono i linguaggi digitali come soluzione ai problemi della comunicazione estetica e sociale. Gli I/D pensano ad attraversare i nuovi territori con il bagaglio leggero dell’efficacia degli strumenti incontrati per strada. Gli errori degli uni e degli altri delineano territori visibili.
La comparsa in primo piano di Bill Gates nell’area della beneficenza è una grande e positiva realtà. Sembrerebbe una riconversione di rotta da I/D ad A/D, da nerd rampante ad attivista contro la Grande Fame del Mondo. E che dice no alla direzione della Banca Mondiale. A quale nuova forma di potere integrato si prepara dopo aver gestito l’apocalittica riconversione del mondo al personal computer?
Lorenzo Taiuti
docente di mass media
accademia di brera
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #6
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