Pechino continua inarrestabile la costruzione di torri e palazzi, e dopo gli shopping center degli anni scorsi, mentre la 798 Art Zone si impolvera, ora fioriscono soprattutto i ristoranti giapponesi (!?). Ma non è questo ad avermi colpito. A colpirmi è stato invece l’atteggiamento dei giovanissimi.
Mi è capitato di lavorare con un gruppo di carpentieri di età compresa tra i 16 e i 22 anni. Avevano il compito di erigere due pareti in legno collegate da una pedana di 2 mq, corredate da nove piccole mensole destinate a un’esposizione della durata di 24 ore. Un lavoro semplice, che tre carpentieri italiani avrebbero risolto in due ore. Qui la squadra era formata da nove ragazzi, il boss quarantenne e una giovanissima supervisor. La realizzazione totalmente insoddisfacente ha richiesto sei ore.
Ma mentre tutto ciò accadeva, il dato sorprendente non è stato vedere alcuni dei ragazzi addormentarsi pesantemente alle 10.30 di mattina sulle sedie a disposizione: è facile intuire che arrivavano da zone periferiche della città, che è enorme e prevede tempi di spostamento lunghissimi.
Sorprendente invece il loro abbigliamento. Grande cura nelle acconciature: un po’ manga (l’equivalente di quella sfoggiata dal nostro Alessandro Casillo a Sanremo), jeans customizzati, felpe e piumini esibiti con una sparachiodi, un martello o un trapano in mano in azione con assoluta mancanza di protezioni di sicurezza.
A questi ragazzi proiettati verso le magnifiche sorti del consumo, che cosa interessa veramente? Di certo non l’etica socialista, tipica dei nonni attraversati dal maoismo. Né quella capitalista dei padri lanciati alla conquista del mondo da Deng Xiaoping. Nessuno sa quale sarà il nuovo corso impresso alla Cina da Xi Jinping. Ma il gioco si sta facendo interessante. Prepariamoci a un nuovo balzo: in avanti? Indietro? Di lato?
Aldo Premoli
trend forecaster
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #6
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati