Commissione Roma. Storia di una collezione
Domani al Macro sarà presentata la collezione del Festival Fotografia di Roma. Un patrimonio destinato a diventare parte della collezione del museo. Marco Delogu, storico patron della rassegna, racconta la storia di questa raccolta. Mentre nella gallery vedrete in anteprima quali opere andranno a finire al Macro.
Subito dopo la fine della prima edizione del Festival Fotografia, nel 2002, comincio a pensare che un festival che si svolge a Roma non può esimersi da un dialogo aperto tra i fotografi e la città, con tutto ciò che il suo fascino e la sua storia rappresentano, e dopo poco incontro Josef Koudelka al quale, sull’onda dell’entusiasmo per il successo del primo festival, propongo di lavorare sulla città di Roma. Koudelka accetta e così, in modo semplice ma da un’esigenza profonda, nasce la Commissione Roma.
Olivo Barbieri inaugura con il lavoro su Roma le sue visioni dall’alto, Anders Petersen i lavori sulle città, Guy Tillim, Gregory Crewdson e Tod Papageorge realizzano a Roma il primo dei loro lavori fuori dalle proprie terre o Motherland. Tim Davis, David Spero e Matthew Monteith partecipano al progetto A Question of Time realizzato dall’American Academy nel 2009 e 2010, dove gruppi di fotografi e critici indagavano la città a partire dall’archivio di fotografie storiche.
Le fotografie di Jeff Wall presenti in mostra fanno parte di una serie di piccole opere realizzate a Roma nel 2003 in occasione della sua personale alla Galleria Lorcan O’Neill. Tutto il lavoro di Wall vive di incessante confronto con la storia, e forse qui sta la sua attrazione per la nostra città. Alec Soth rende omaggio a specifiche opere e figure della storia più o meno recente, poggiando le fondamenta della sua La Belle Dame Sans Merci sulle basi fornite dall’omonima poesia del poeta inglese John Keats, che a Roma visse e morì.
Rodolfo Fiorenza mi fece vedere il suo lavoro all’inizio del 2011, ci conoscevamo da qualche anno e avevo visto molti dei suoi ultimi lavori. Questo mi piacque immediatamente per molti motivi: ci riconoscevo Roma, un rigore e un’attesa molto forti, riconoscevo quella luce e sapevo che era unica come uniche erano quelle foto all’apparenza senza “espressione”, e soprattutto riconoscevo Rodolfo. Mi sembrò un lavoro pensato per anni, atteso, e alla fine svelato.
Le tre polaroid 10×12 di Paolo Ventura sono i primi studi per la Commissione Roma 2012, dove Ventura immagina un giovane zuavo che vaga in città, un piccolo soldato perso, anche rispetto alla cognizione del tempo, dentro le mura aureliane. Immagini costruite nel suo stile consolidato, sempre in bilico tra realtà e finzione.
È proprio la bellezza di Roma ad essere talmente grande da consentire ai fotografi la libertà di confronti duri, di non mettersi al servizio della città ma di portarvi altri significati appartenenti alla loro estetica e al loro vissuto. È un confronto cercato, che viene da lontano, eredità del Grand Tour, un confronto originale dove autori contemporanei percorrono la città con i loro linguaggi, cercando di restituirci cose mai viste, unire la loro interiorità con la città più “immaginata” della storia, portare qui i loro mondi.
Questo lavoro e questa collezione nascono con un intento preciso: costruire intorno alla visione di Roma un archivio di immagini realizzate dai più grandi autori del mondo. È bello sapere che ormai ciò è diventato uno status, un passo importante nel lavoro di molti fotografi, è bello sapere che è un’esperienza che va avanti da dieci anni e oggi diventa una collezione, unicae molto originale.
Marco Delogu
Roma // fino al 10 giugno 2012
Fotografia in collezione
a cura di Marco Delogu
MACRO – PROJECT ROOM 2
Via Nizza 138
www.macro.roma.museum
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