Pio Baldi. Serenità&Amarezza. L’intervista dopo le dimissioni
Abbiamo parlato con Pio Baldi giusto qualche minuto prima del suo discorso allo staff del Maxxi. Discorso di commiato a seguito delle dimissioni consegnate ieri sera nelle mani del Ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi. Per il Maxxi finisce un'epoca. Proviamo a fissarla in questa intervista a caldo.
Pio, nelle dichiarazioni al Corriere della Sera sei stato fin troppo buono, annunciando le tue dimissioni.
Sono sereno perché esco da questa storia a testa alta. Non avevo voglia di farmi commissariare perché come abbiamo ampiamente dimostrato non c’era alcunché da commissariare. Visto che le cose stavano precipitando allora ho deciso di fare la prima mossa io e ho rimesso le mie dimissioni.
Sereno, insomma.
Sì. Il peso era gravoso e lo sopportavo da 10 mesi. Dai tempi del ministro Galan quando mandai le prime lettere allarmate senza ricevere riscontro. Dieci mesi a remare controcorrente, una fatica terribile. Per di più a remare contro corrente rispetto ad una istituzione, il Ministero, che ha fatto nascere e che è proprietaria della istituzione che amministravo. Non era possibile. Ora vediamo se il problema ero io e auguriamoci che il Maxxi possa uscirne bene. In realtà ho le budella a pezzi e il cuore trafitto, ma io faccio il tifo per il Maxxi.
Cosa succederà adesso? Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Maxxi potrà eleggere un nuovo presidente o si dovrà procedere al commissariamento?
Il Consiglio d’Amministrazione non esiste più perché gli altri due consiglieri, Grossi e Zecchi, si sono dimessi subito dopo di me. Credo dunque che si procederà alla nomina del commmissario il quale, tuttavia dovrà avere dei soldi perché il museo non può sopravvivere con i due milioni che il Ministero ha previsto per lui. Se il commissario non porta con sé dei finanziamenti aggiuntivi il Maxxi non può restare aperto a lungo.
Resta il danno d’immagine.
Quello sì. E pazzesco. L’operazione non è stata gestita badando all’immagine ed alla reputazione che invece nel mondo dell’arte sono cruciali. Nelle grandi capitali del contemporaneo, come ad esempio a Londra, la gente pensa che il Maxxi sia stato chiuso!
Magari il Maxxi non chiuderà, ma resta compromessa la programmazione del museo.
Ma certo. Su questo eravamo se non fermi quanto meno enormemente rallentati già a partire da novembre scorso. Come tutti sanno macchine come il Maxxi lavorano oggi sulla programmazione del 2015 o del 2016. Come facciamo noi a lavorare con questa prospettiva non sapendo neppure i denari che avremo nel 2012?
I musei devono sostenersi da soli o con il contributo dei privati. Rispondono, tra le righe, dal Ministero.
Già. E infatti noi di privati ne abbiamo trovati tanti: complessivamente quattro milioni di euro.
Questi sono sponsor, ma non soci della fondazione che aveva la mission di diventare pubblico-privata e che invece è restata pubblica.
Sono sponsor, ma valgono come otto soci. L’ingresso di un socio è quotato a 500 mila euro, avendo raccolto quattro milioni, abbiamo fatto anche di più. Ma poi c’è un punto fondamentale su questo.
Quale punto?
Quando si parla di sponsorizzazioni e di privati occorre sempre tenere presente l’articolo 9 della nostra Costituzione.
Uhm… “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura…”.
Ecco. Appunto. Questo articolo ha delle conseguenze dirette sul panorama dei finanziamenti privati alla cultura. I privati non danno soldi ad altri privati. Dunque se i musei pubblici diventano “privati” avranno molta difficoltà ad acquisire finanziamenti privati. Non so se mi sono spiegato.
Certo. Quindi come si fa ad essere attrattivi verso i soldi delle aziende?
Si è attrattivi se si ha alle spalle una grande istituzione – nel caso del Maxxi il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – che, per dirla chiara, ci crede e ci investe. Se c’è un grande impegno pubblico, i privati saranno interessati a far parte della partita, viceversa sarà assai difficile convincerli.
Pio Baldi, cosa succederà al Maxxi e soprattutto perché il museo ha dovuto subire questo scossone?
Tutto questo lo comprenderemo nel medio periodo. Nei prossimi 6/9 mesi. Vedremo chi arriverà al posto mio, se arriveranno dei nuovi finanziamenti e in che misura, chi andrà a gestire Fondazione e Museo e poi potremo valutare il motivo per cui è capitato tutto ciò.
Il resto dello staff del museo in che posizione è ora?
Il resto dello staff del museo dovrà confrontarsi con il nuovo management e io mi auguro che il nuovo management dia loro fiducia e li metta nelle condizioni di poter programmare il futuro culturale e espositivo del Maxxi con i mezzi per farlo.
Presidente, ma se i mezzi per gestire il museo escono fuori subito dopo la tua defenestrazione, non è un po’ anomalo? Se c’erano i soldi potevano darli a te che gestivi la macchina da anni, invece di darli ad un commissario, no?
Beh questo è il più grande motivo di amarezza…
Sei qui da 14 anni. Sensazioni?
Beh ma non ho fatto mica solo questo. Non sono la “clarissa” del Maxxi. In questi anni ho fatto anche altro in giro per l’Italia. Dalla Darc alla direzione generale per la Campania.
Pur di farti fuori, visto che l’obiettivo dell’operazione eri tu, ti avranno offerto qualche incarico in cambio…
Di questo non voglio parlare. E comunque non avrei accettato. In questo rientra la mia dignità.
Vabbene, ma adesso cosa farai? Ci permettiamo di dubitare che tu te ne vada ai giardinetti…
Per quanto riguarda il Ministero io non sono più un dipendente del Mibac da qualche tempo. Sono accademico di San Luca e ho un piccolo incarico di amministratore dell’Accademia. Un incarico che assolverò con piacere e passione. E poi un po’ di tempo dilatato fa bene a tutti: voglio andare in montagna, peccato che la stagione sciistica sia finita. Adesso fatemi andare a salutare il mio staff.
Massimiliano Tonelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati