Quando arte e natura si mettono in mostra
Riflettori accessi sul paesaggio. Ha inaugurato ieri, nei giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica, la seconda edizione del “Festival del Verde e del Paesaggio”, il più importante appuntamento italiano dedicato ai linguaggi del paesaggio contemporaneo, che rimarrà in scena fino a domenica, cercando di battere il record di 15 mila presenze raggiunto lo scorso anno. Abbiamo incontrato uno dei protagonisti della rassegna, Ciriaco Campus.
Tra rampicanti, bambù giganti, rose da bacche e fior di loto, i visitatori del romano Festival del Verde e del Paesaggio possono passeggiare lungo un chilometro di percorsi artistici, vivaistici, scientifici e di design, seguendo il fil rouge del verde e della natura plasmata dall’uomo. Vivai e artigiani, ma anche grandi architetti paesaggisti, artisti e garden designer mettono in mostra le loro opere e competenze, mentre esperti giardinieri e medici delle piante dell’orto botanico dell’Università di Tor Vergata di Roma sono a disposizione del pubblico per consigli e soluzioni creative personalizzate.
Cuore della manifestazione è Giardininterrazza, attenta selezione di vivai, artigiani, designer e aziende di arredamento da esterni, con le Follie d’Autore, opere realizzate da paesaggisti attivi sulla scena nazionale e internazionale, e gli allestimenti dei Giardini in Balcone, lavori realizzati da neo-laureati in architettura. Ma non solo, perché ci sono anche i documentari del National Geographic, percorsi musicali curati dai musicisti dell’Accademia Filarmonica Romana, corsi e premi per ogni sezione del festival.
Abbiamo intervistato l’artista Ciriaco Campus, scultore e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma, che per l’occasione ha plasmato la sua opera come curatore e supervisore artistico del festival anche da un punto di vista di comunicazione.
Come nasce questo ruolo e come lo interpreta un artista?
Il mio coinvolgimento nasce in maniera casuale, anche se da molti anni ormai lavoro e mi interesso ai meccanismi della comunicazione. Fin dagli Anni Novanta ho lavorato sul vero e sul falso e mi ha sempre attratto la struttura interna della comunicazione, che è quella che permette al potere di manifestarsi. Per questo ho fatto dei lavori provocatori come quelli sul cibo vero/cibo falso, riproducendo dei prodotti biologici falsi che poi ho presentato alla più grande fiera del naturale spacciandoli come prodotti biologici, in un gioco artistico dove l’aspetto ludico andava in secondo piano rispetto a una critica non dichiarata ma forte ai meccanismi della comunicazione. Ero tentato di esercitare un approccio critico anche in questo caso per il Festival del Verde e del Paesaggio, ma poi mi sono limitato a rimanere più istituzionale, restando sulla comunicazione dell’evento e delegando la parte artistica agli artisti presenti che ho scelto per questa rassegna.
Che tipo di contaminazione può nascere tra paesaggio e arte contemporanea?
Il tema del paesaggio è molto presente nella scuola dell’arte, da Leonardo a oggi. Le contaminazioni sono infinite, dai materiali ai contenuti, dall’estetica ai colori. In questo caso, lo strumento è il paesaggio e la natura è il tema. I giovani artisti hanno realizzato installazioni molto creative, dove l’elemento prevalente è quello naturale. Ad esempio, ci sono opere realizzate con il pane raffermo e l’acqua, o una molto interessante che è un rebus artistico, che gioca con gli elementi presenti al festival, la natura, il paesaggio architettonico e la struttura dell’Auditorium pensata da Renzo Piano. Io non ho realizzato un’opera perché volevo rimanere “puro” in questo ruolo di supervisore artistico e anche perché non c’erano i tempi. Avevo infatti un’idea che forse riproporrò nella prossima edizione.
Raccontacela.
Vorrei realizzare un grande paesaggio colorato in plastilina a dimensione naturale da mettere in Cavea all’Auditorium, un po’ come riprodurre la locandina del festival di quest’anno, come una cartolina, ma in un’opera vera e tridimensionale da toccare oltre che da vedere.
Quali sono gli altri aspetti artistici del festival?
Oltre alla presenza degli artisti di arte contemporanea, devo dire che il festival è molto completo. È un evento che si manifesta su più fronti, quello scientifico, culturale, paesaggistico, architettonico, accademico perché sono coinvolte le università e su tutto aleggia un aspetto creativo e artistico che è quello degli architetti paesaggisti, dei garden designer, degli artigiani, dei giardinieri. Sono tutte figure che manifestano una grande creatività unita a metodologia e non possono non essere definiti artisti. Quindi il festival è decisamente molto legato all’arte.
Geraldine Schwarz
www.festivaldelverdeedelpaesaggio.it
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