Spring Vie
A pochi mesi dall'edizione autunnale, per l’ottava edizione Vie Scena Contemporanea si sposta in primavera. Ancora una volta, un festival dell’eccellenza con un occhio vigile e attento al panorama internazionale e regionale. Con particolare attenzione alle punte di sperimentazione.
È un programma ricco, quello della nuova edizione di Vie Scena Contemporanea Festival, promosso e organizzato da ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, che dal 24 maggio al 2 giugno movimenta la città di Modena e paesi limitrofi – Carpi, Vignola, Castelfranco Emilia – cominciando con uno dei più interessanti registi del teatro contemporaneo europeo, Ivo Van Hove. Al Teatro Storchi, il regista belga, alla guida del Toneelgroep di Amsterdam, presenta in esclusiva italiana Mariti, ispirato all’omonimo film del 1970 di John Cassavetes e realizzato nell’ambito del progetto Prospero, che dal 2008 sostiene una rete di cooperazione culturale che coinvolge ben sei istituzioni teatrali europei.
Il 25 maggio vede in cartellone due prime: quella nazionale dell’inglese Jonathan Burrows e del musicista Matteo Fargion, che presentano al TeTe – Teatro Tempio di Modena i lavori Speaking Dance e Counting to One Hundred, e quella assoluta, al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia, dei ravennati Ortographe con Una settimana di bontà_stagione 2, secondo episodio di un progetto ispirato all’omonima opera di Max Ernst. Questo spettacolo imperdibile, che sviluppa il gioco da tavolo presentato dalla compagnia nell’edizione precedente del festival – Cobain Affaire $$$ – rientra nella rassegna CODA – Teatri del Presente, ospitata dal festival modenese e nata all’interno dell’accordo GECO2, al fine di valorizzare l’attività teatrale giovanile della Regione Emilia Romagna.
Oltre a Ortoghraphe – presente anche con Paradoxes #8, l’ottavo appuntamento del progetto iniziato a Ravenna che coinvolge il musicista Marcus Schimickler e curato insieme all’etichetta Presto!?, nel Civico Planetario F. Martino – gli altri artisti coinvolti nel progetto sono Barokthegreat, che presenta Indigenous, un ipnotico dramma sonoro in due atti al Comunale di Modena; i faentini Menoventi, vincitori della prima edizione del Premio Rete-Critica, al Teatro delle Passioni con Perdere la faccia, cortometraggio e incontro realizzati in collaborazione con il regista Daniele Ciprì; infine, negli stessi giorni e nello stesso teatro, ma a orari diversi, il Teatro degli Incauti di Budrio con la messa in scena di Hamelin del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga.
Altre Velocità, gruppo di osservatori e critici che da anni curano una pagina quotidiana dedicata al festival su La Gazzetta di Modena, dedicherà la mattina del 27 maggio a raccontare il progetto CODA presso la Biblioteca Delfini, che è la location di altri due importanti appuntamenti: la lettura in italiano di Clôture de l’amour, spettacolo di Pascal Rambert presentato in lingua originale al Teatro delle Passioni (progetto Face à Face); e un incontro sul Cantiere delle Arti condotto da Piergiorgio Giacchè.
Uno spazio importante è riservato al regista Antonio Latella, presente al festival con i cinque movimenti di Francamente me ne infischio (1.Twins, 2.Atlanta, 3.Black, 4.Match, 5.Tara) liberamente ispirati a Via col Vento di Margaret Mitchell (Teatro Herberia di Rubiera).
Atteso il ritorno della performer e danzatrice belga Lisbeth Gruwez che presenta, in prima nazionale al Teatro Comunale di Carpi, la sua creazione It’s going to get worse and worse and worse, my friend, una danza in stato di trance sotto l’ossessività delle parole dell’ultra-conservatore evangelista Jimmy Swaggart.
Al Comunale di Modena torna il grande regista lituano Eimuntas Nekroŝius con la Divina Commedia. Al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola è possibile assistere a L’Iceberg della compagnia circense francese L’Éolienne e, alle Passioni, alla poesia del Teatro Valdoca, con O tu reale, scontrosa felicità, prima parte in due movimenti della Trilogia della gioia.
Sempre a Vignola, debutto nazionale di Patriotic Hypermarket del regista bosniaco Dino Mustafić, spettacolo del progetto Sguardi: l’incontro di storie personali di serbi e albanesi del Kosovo teso all’instaurazione del dialogo tra le popolazioni albanese e serba. Grande spazio quest’anno viene dedicato alle performance con le creazione audiovisive di Kreng, al secolo Pepijn Caudron, con la prima nazionale Arcanum – Kreng Live, e la ricerca corporea di Francesca Proia con The breathing us. E ancora danza con Them dei coreografi Nabih Amaraoui & Matthieu Burner, una riflessione sul rapporto tra uomo e animale sulle note di Bach.
Dopo averne visto l’anteprima in forma di studio nella scorsa edizione del festival, debutta il 1° giugno allo Storchi Amleto di Danio Manfredini, primo confronto dell’artista con un testo del repertorio classico. Chiude il cartellone la prima collaborazione tra Vie e il Node Festival, dedicato all’incontro tra arti visive e musica, cinema e nuove tecnologie, la cui quinta edizione a Modena l’8 e il 9 giugno vede Nicola Ratti collaborare con Giuseppe Ielasi nel progetto Bellows. A seguire il dj set del bergamasco Pigro on Sofa.
Carolina Ciccarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati