Novembre torinese. Tre fiere e una Paratissima che cambia casa
La prossima edizione di Paratissima è ancora lontana, ma la manifestazione artistica torinese ha già fatto parlare di sé in queste settimane. Da un lato la mostra 16 Alfieri in via Alfieri 16, dall’altro la discussione aperta sul futuro della kermesse, soprattutto per quando riguarda la location. Abbiamo cercato di capirci qualcosa di più.
Una cosa è certa: il 2012 sarà un anno di svolta per Paratissima, la kermesse nata come evento off di Artissima. Dopo quattro edizioni a San Salvario, gli organizzatori parlano della necessità di una “espansione sul territorio”. Nei fatti, si tratta di spostare l’asse della rassegna in un altro quartiere della città, lasciando a San Salvario un importante progetto artistico per ora top secret.
La nuova casa è già stata individuata nel quartiere Lingotto, precisamente borgo Filadelfia, l’area attorno a piazza Galimberti e agli ex mercati generali. Il nodo che resta da sciogliere è se il Comune concederà l’utilizzo delle arcate dell’ex M.O.I., sotto la passerella olimpica o se Paratissima dovrà accontentarsi di “invadere” locali commerciali e spazi sfitti dell’area. La sensazione è che alla fine la struttura degli ex mercati generali, abbandonata al degrado dopo Torino 2006, verrà almeno parzialmente concessa, ma per ora non ci sono conferme ufficiali. “Il 16 giugno dovremo avere risposte certe”, avverte Damiano Aliprandi, presidente dell’associazione Ylda, braccio operativo di Paratissima, “perché apriremo le iscrizioni all’edizione 2012 e dobbiamo sapere quali e quanti spazi avremo a disposizione. Non nascondo che ci troviamo un po’ in difficoltà, perché organizzare bene richiede tempo, ma faremo tutto il possibile per allestire una manifestazione all’altezza delle aspettative”.
Da cosa deriva l’esigenza di cambiare per Paratissima? Lo chiediamo al duo composto da Daniele Ratti e Francesca Canfora, che della manifestazione sono rispettivamente direttore e vicedirettore artistico. “La situazione a San Salvario è molto diversa da quella di cinque anni fa”, spiega Canfora. “All’epoca il quartiere arrivava da un periodo difficile, erano molti i locali sfitti, c’era bisogno di portare gente e una manifestazione come Paratissima, che stava crescendo dopo i primi anni pionieristici, ha trovato in questo tessuto la sua culla ideale. Oggi San Salvario sta vivendo il suo boom, hanno aperto tantissimi locali e gli spazi si sono ridotti al minimo, è innegabile che si stia vivendo una sorta di saturazione”. “Che si ripercuote anche sull’aspetto artistico”, prosegue Daniele Ratti. “Non abbiamo più contesti per ospitare le grandi collettive. Ci restano gli esercizi commerciali, ma è chiaro che non bastano”.
Con queste premesse un cambiamento era inevitabile e la scelta del quartiere perfettamente logica, almeno secondo Francesca Canfora: “La zona attorno a piazza Galimberti si trova in condizioni non così diverse dalla San Salvario degli esordi. Dopo i Giochi Olimpici del 2006 l’area è tornata nell’anonimato e avanza un certo degrado. Ci piace l’idea di espanderci in un territorio che può dare molto alla città ma ha bisogno di una mano per emergere”. Anche a costo di rompere, almeno in parte, il binomio Paratissima-San Salvario, che negli ultimi anni ha giovato a entrambe le parti. Non è un’operazione rischiosa? “Non credo”, risponde Aliprandi, “perché sia San Salvario che Paratissima sono realtà ormai ‘adulte’ e perfettamente in grado di camminare con le proprie gambe. Inoltre non abbiamo nessuna intenzione di lasciare quel quartiere, anzi abbiamo in mente di realizzarvi un progetto artistico di spessore”.
Nell’attesa che la formula dell’edizione 2012 si delinei chiarendo quali saranno le connessioni nella nuova Paratissima multicefala, la parola passa al Comune, che dovrà sciogliere il nodo dell’ex Mercato Ortofrutticolo le cui arcate potrebbero ospitare alcuni dei main event della rassegna. Sull’area, abbandonata da tempo, pesa un bando che l’amministrazione comunale intende aprire per aggiudicare l’intera struttura a un unico proprietario.
Sulla questione Paratissima si sono avuti segnali contrastanti, anche perché l’assegnazione degli spazi ex M.O.I. ricade sotto la competenza di ben tre assessorati diversi (Cultura, Bilancio, Periferie). L’assessore alla Cultura del Comune di Torino, Maurizio Braccialarghe, si mostra disponibile al confronto ma precisa: “Gli organizzatori di Paratissima non mi hanno mai contattato direttamente, ci siamo scambiati battute solo attraverso la stampa. Se però volessero portare la manifestazione al M.O.I. troverebbero il mio appoggio”. No comment da parte di Paratissima, ma l’impressione è che alla fine si troverà una soluzione che metta d’accordo tutti, anche se si dovrà attendere ancora qualche giorno per avere risposte certe.
Parliamo con gli organizzatori del futuro di Paratissima a margine della mostra 16 Alfieri in via Alfieri 16, organizzata in pieno spirito “Para” in un locale sfitto che un tempo ospitava un ristorante. A esporre, i migliori 16 artisti dell’edizione 2011 (su 530 partecipanti), scelti da una giuria composta da organizzatori, giornalisti e curatori. Ad aggiudicarsi il simbolico Toro d’Acciaio è stato Enrique Moya Gonzalez, artista spagnolo da alcuni anni residente ad Arezzo, che ha impressionato per i suoi disegni a matita Monolith su pagine di vecchi libri e applicazione di objets trouvés.
Paolo Patrito
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