Abruzzo e Molise, terre di residenza

Due regioni e quattro artisti in residenza. Abruzzo e Molise, forti del proprio potenziale storico e antropologico, provano a reagire all'isolamento sulla scena dell'arte contemporanea. Il risultato è un mix di archeologia, interazione, svago e sacralità.

La linea di territorio che adesso divide in due identità Abruzzo e Molise, unite nei secoli fino al 1963 in un’unica Regione, in virtù dell’approssimazione del confine stesso è diventata l’asse su cui impostare un programma di residenze artistiche e di varie attività laboratoriali. Il progetto Vis a Vis, realizzato da Limiti Inchiusi in collaborazione con Guilmi Art Project, ha previsto un periodo mensile d’ospitalità per quattro artisti selezionati tramite bando pubblico – Emanuela Ascari, Claudio Beorchia, Cinzia Laurelli, Virginia Zanetti – nei paesi di Guilmi, Carpineto Sinello, Acquaviva Collecroce e Montemitro (gli ultimi due con la specificità della presenza di una minoranza storica croata).
Come normale, poiché è per tali elementi che una residenza in contesti così particolari diventa significativa, tutte le opere site specific rivelano una derivazione dalla memoria dei luoghi e dal sistema di relazioni umane instaurate con la gente locale.

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Emanuela Ascari – Luogo Comune. Apparentemente privo di narrazioni forti – 2012

Emanuela Ascari, ri-scoprendo tracce di un sito archeologico per mezzo di una ricerca scaturita dalle frasi di una canzone tradizionale, ha esplicitato l’importanza della storia sia in modo pratico, segnalando il ritrovamento alla Sovrintendenza, che simbolico con un metro cubo di terra seccata e data in dono al paese fino a quando gli agenti atmosferici non la riporteranno allo stato naturale.  Claudio Beorchia ha fatto “vivere” una strada abitata da lui solo durante la permanenza, installando alle porte e alle finestre vuote una serie di pannelli di legno come lavagne su cui disegnare in libertà.
Cinzia Laurelli, oltre una performance che ha ridisegnato con dei fili rossi la monumentale fontana paesana distrutta misteriosamente nel corso del novecento, ha lavorato nel bar della piazza principale seguendo la definizione un po’ ironica un po’ amara “l’artista serve” – frase poi iscritta nella pietra a testimonianza dell’azione. Virginia Zanetti ha realizzato tre interventi di carattere relazionale: un baldacchino per la statua di Santa Lucia, qui venerata con una processione annuale, velato da un tessuto ricamato dalla donne paesane e con scritte le qualità che ognuno vorrebbe ritrovare negli altri; una scultura a livello del suolo che indica l’unico punto da cui è ancora possibile vedere l’antico orologio a sei ore che scandiva i tempi della vita contadina; infine un bando per l’adozione di un cane randagio in cambio di un’opera d’arte, a contraddizione dello specismo che pone fratture tra l’uomo e l’animale.

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Claudio Beorchia – Via tutti – 2012

Interessante rilevare, tappa dopo tappa, come luoghi isolati sia a livello geografico che caratteriale abbiano trovato in sé lo stimolo per una nuova curiosità, trasformando l’estraneità alle espressioni contemporanee in occasione di apertura a doppio senso: da una parte la ricezione dell’artista, dall’altra la creazione in comune di un contesto idoneo alla creatività.

Matteo Innocenti

Vis a Vis – Artists in Residence
a cura di Silvia Valente
[email protected]
www.visavisproject.it

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Matteo Innocenti

Matteo Innocenti

In linea agli studi universitari in Storia dell'Arte inizia un percorso come critico e curatore. Collabora a vari progetti editoriali, in modo particolare prima ad Exibart e poi ad Artribune. E' direttore artistico di TUM, collettivo di artisti e di…

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