Dalla prima edizione nel febbraio 1997, la manifestazione ha avuto sempre più successo e sul suo modello sono stati realizzati eventi dello stesso genere in tutta la Germania e nel mondo. Quest’anno prenderanno parte alla Lange Nacht 110 tra musei ed enti culturali, pronti ad accogliere i tantissimi visitatori, il cui numero è cresciuto a ogni singola edizione, fino ai 30mila di quella precedente. I motivi del successo della Lunga Notte dei Musei ce li racconta Wolf Kühnelt, colui che l’ha pensata e realizzata.
Com’è nata l’idea della Lange Nacht der Museen e come si è evoluta negli anni?
L’idea è nata dal desiderio di prolungare l’apertura dei musei alle ore serali, ma il tentativo non ha mai funzionato e non ha attecchito presso il pubblico, così si è pensato di creare un programma che potesse in qualche modo completare l’esperienza delle semplici esposizioni contenute nei musei. Abbiamo voluto provare a corredare l’arte immobile dei musei con espressioni artistiche performative, come musica, danza e teatro. Alla prima edizione, nel febbraio del 1997, presero parte dodici musei in maniera un po’ improvvisata, ma fu un tale successo che decidemmo di ripetere l’esperienza l’estate immediatamente successiva, e da allora realizziamo la Lunga Notte dei Musei due volte l’anno.
Il tema di quest’anno è il 775esimo compleanno di Berlino. Come viene scelto il tema della manifestazione e come viene interpretato dai singoli musei?
Cerchiamo sempre di scegliere dei grandi temi che riguardino la città durante l’anno, come in questo caso il compleanno di Berlino, ma spesso accogliamo volentieri il tema annuale presentato dal Ministero della Scienza e della Formazione, che inoltre ci offre sempre un forte sostegno. Sono convinto d’altra parte che ogni museo possa rispondere a modo proprio a precise domande nei loro vari aspetti. I musei, per loro natura, hanno sempre ottime risposte da presentare di fronte a un tema che può essere il tempo, l’ecologia, la matematica o la geografia.
Al momento la Lange Nacht der Museen è in Germania un fenomeno già molto diffuso. Crede che in futuro possa arrivare ad assumere una dimensione ancora più estesa, magari di livello europeo o mondiale?
La Lange Nacht der Museen è un format facile da capire e da far proprio e ogni città lo può riempire con un suo diverso contenuto. Il grosso vantaggio è che nell’organizzare una manifestazione del genere, le istituzioni del luogo si sentono come entro una grande famiglia organizzativa, quindi questi due elementi fanno sì che molte città nel mondo stiano avvicinandosi alla realizzazione di una notte bianca dei musei e che molte altre abbiano abbracciato l’evento già da qualche anno, come Buenos Aires.
Qual è, a suo parere, il motivo del successo della manifestazione?
Tra i molti motivi che garantiscono il successo alla Lange Nacht ce n’è uno sicuramente preponderante, ovvero la possibilità di visitare molti musei con un solo biglietto e in una sola serata. Per un prezzo di poco superiore all’entrata in un singolo museo, il pubblico ha l’opportunità di avere a disposizione delle navette per conoscere dieci o quindici musei in una sola serata, per poi scegliere quale visitare con più calma la prossima volta che decidono di recarvisi.
Cosa suggerirebbe alle istituzioni museali delle città italiane per far sì che riescano a realizzare un evento della stessa portata?
Credo che in Italia sarebbe fantastico realizzare qualcosa di così ampio, per via dei molti tesori archeologici e dei musei a cielo aperto di cui dispone il Paese. Riuscire a unire questi luoghi con un servizio di navette potrebbe rivelarsi un’ottima idea, che attrarrebbe anche molti turisti. Spesso le città italiane sono conosciute per una singola e specializzata istituzione museale, una Lange Nacht sarebbe invece un mezzo meraviglioso per mostrare questi tesori nella loro ampiezza. Berlino può essere un esempio per le città italiane, poiché finanzia la manifestazione unicamente con i ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti e questo è un aspetto che potrebbe andare bene ovunque.
Andrea Ongaro
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