Giovanni Gentile, imprenditore, ex presidente di Confindustria Firenze nonché nipote del grande filosofo idealista di cui porta il nome, da due anni è impegnato in un importante percorso culturale, finalizzato alla valorizzazione e al radicamento progressivo di un binomio che sembra divenire strategico, pian piano, anche in Italia: cultura come sviluppo, fronte di crescita economica e sociale.
Gentile è il presidente della Fondazione Florens, nata dopo il successo di Florens 2010 (che registrò oltre 200mila presenze): una biennale, pensata per la città di Firenze, con l’obiettivo si diffondere un pensiero critico basato sul rapporto tra conoscenza e sviluppo economico, nel settore dei beni culturali, ambientali e dell’industria creativa. Un tesoro straordinario, che fa dell’Italia un gigantesco museo a cielo aperto e un grande cantiere di idee: “Sono questi degli asset economici strategici per il nostro Paese”, ci racconta Gentile, “e ci è sembrato necessario rimettere all’ordine del giorno e all’attenzione dei decisori pubblici e privati l’intuizione che tutto questo non fosse solo un costo di tutela e manutenzione, ma una grande opportunità di crescita”.
Perché il punto è uno: “Il titolo di questa edizione è ‘Cultura, qualità della vita’. Perché qualità della vita non significa solo Pil. Oggi quello che fa la differenza è la capacità di riappropriarsi di una identità civile e culturale, che deriva dalla tradizione, nella capacità, però, di essere creativi, coniugando le radici storiche con la produzione contemporanea”. A rappresentare questo aspetto è stata una grande opera di Mimmo Paladino: “Si tratta di un’opera ideata per l’occasione”, spiega Gentile, “una grande croce installata a piazza Santa Croce, che copre tutta la superficie, per circa 3.500 mq. Un segno monumentale nello spazio pubblico, realizzato con blocchi di marmo su cui si leggono alcune iscrizioni”.
L’ambizione di Florens? “Discutere ed elaborare strategie intorno a questi temi caldi, ma in termini di continuità. Non vogliamo pensarlo come un evento una tantum, ma come un osservatorio permanente, che continua nel tempo, che mette sul tavolo input importanti da continuare ad approfondire”.
D’eccellenza il parterre di ospiti, che animeranno la settimana di talk e conferenze.
“Ci saranno istituzioni pubbliche e private nazionali. Una delle cose di cui sono più sodisfatto: rispetto alla prima edizione si sta concretizzando il concetto di partenariato comune tra associazioni, enti pubblici, fondazioni e aziende, con in più il patrocinio di cinque ministeri. La chiave è assolutamente economica, che non vuol dire sfruttamento dei beni culturali, ma mettere insieme risorse e competenze diverse per un obiettivo comune: tutela e valorizzazione. Provando magari a far capire ai governi che questo non può essere un settore da tagliare, ma il luogo per eccellenza in cui investire”.
Helga Marsala
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