Cattelan e Patrizia Sandretto in trasferta. A Londra
La collezione Rebaudengo fa le valigie e si trasferisce a Londra per un anno: alla Whitechapel. Cominciando la serie di mostre con una grande personale di Maurizio Cattelan. Fino al 2 dicembre, l’Italia si fa bella nel Regno Unito.
Si intitola Twink Twice il progetto che la Whitechapel Gallery di Londra ha progettato in collaborazione con la Collezione Sandretto Re Rebaudengo, che per l’occasione si trasferisce in parte, e a più riprese, oltremanica. Quattro sono le mostre previste, focalizzate ognuna su diversi punti di forza della collezione: la prima, ora incorso, è dedicata all’istrionico Maurizio Cattelan, mentre le altre esploreranno aspetti meno conosciuti della collezione, e si intitoleranno Viral Research, Love Meal e Have you seen me before.
Lo scopo del programma promosso dalla galleria inglese è rendere accessibili al pubblico collezioni private che normalmente non lo sono, e il gemellaggio con la Collezione Rebaudengo sembra essere particolarmente adatto: una delle collezioni private più importanti d’Europa, che comprende nomi come Jake & Dinos Chapman, Damien Hirst, Paul McCarthy, Sarah Lucas, Anish Kapoor, Reinhard Mucha, Gabriel Orozco, Cindy Sherman, Wolfang Tillmans, Matthew Barney, Paola Pivi e moltissimi altri ancora.
Non a caso, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo è la prima collezionista italiana a esser stata invitata dalla storica galleria londinese. Le diverse mostre, che si avvicenderanno nel corso di un anno, fino al settembre 2013, saranno ospitate in una sala della galleria appositamente riservata a tale progetto, e curate da Achim Borchardt-Hume e Kirsty Ogg della Whitechapel insieme a Francesco Bonami, direttore artistico della fondazione.
La prima puntata è dedicata a Maurizio Cattelan, in mostra con alcuni dei primi lavori che il pubblico inglese ha la possibilità di rivedere dopo oltre vent’anni. Opere famosissime e conosciute ai più, ma che raramente si ha la possibilità di osservare dal vivo. E che negli spazi della galleria londinese, e a distanza di quasi un paio di decenni dalla loro creazione, raccontano più della “Povera Patria” di quanto potessimo ricordare. Parliamo di Lullaby, dove in un borsone blu sono raccolte le macerie dell’attentato mafioso al PAC di Milano del 1993, di Christmas ’95, l’insegna da bar dove la stella cometa delle decorazioni natalizie si confonde con il logo delle Brigate Rosse, e di Cesena 47 – A.C. Forniture Sud 12 (2nd half-time), dove le tensioni razziali di un Paese prendono la forma ludica di una partita a biliardino tra undici giocatori senegalesi e undici del Cesena.
In un angolo compare la scritta al neon Catttelan, composta con tre T a forma di croce. L’opera è stata esposta per la prima volta proprio a Londra nel 1994 insieme a Lullaby, in una mostra che voleva essere, nelle intenzioni dell’artista, un monumento personale ai caduti di via Palestro.
Non poteva mancare l’emblema per eccellenza del Bel Paese, l’opera omonima per l’appunto, che riporta il design del famoso formaggino su un tappeto da calpestare, azione non consentita però in sede espositiva. A permettere una piccola infrazione al politically correct concorre però un’opera recente, Untitled (2009): una mano col dito medio ben alzato (versione miniaturizzata di quella davanti alla Borsa di Milano) che penzola proprio sopra al Bel Paese. Un’associazione piuttosto intuitiva. Curiosamente, quest’ultima opera è l’unica a non comparire tra le immagini disponibili per la stampa.
Gli altri lavori esplorano il lato dissacrante del folletto Cattelan. Bidibidobidiboo (1996), la filastrocca cantata dalla fata di Cenerentola, si trasforma nel titolo di un finale andato male: un minuscolo scoiattolo appena suicidatosi negli spazi casalinghi della propria cucina (riproduzione miniaturizzata di quella in cui l’artista è cresciuto), mentre in La rivoluzione siamo noi il vestito di feltro di Beuys, uscito ristretto dalla lavatrice, è appeso ad asciugare, con dentro l’artista altrettanto ristretto, a un attaccapanni.
Accattivante e provocatorio, irriverente e impertinente, tutti conoscono Cattelan. Tuttavia, rivedere queste prime opere, e rivederle all’estero, svela qualcosa in più: su di lui, ma soprattutto sul nostro Paese.
Roberta Minnucci
Londra // fino al 2 dicembre 2012
Collection Sandretto Re Rebaudengo: Maurizio Cattelan
a cura di Achim Borchardt-Hume, Kirsty Ogg e Francesco Bonami
WHITECHAPEL
77-82 Whitechapel High Street
+44 (0)20 7522 7878
[email protected]
www.whitechapelgallery.org
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