Il MOA si è fermato a Eboli
Un antico open space racchiude immagini e frammenti della memoria. Dal 70esimo dello sbarco a Salerno, un museo tra la Costa d’Amalfi e la Piana del Sele, a Eboli, per raccontare fatti luoghi e personaggi sotto uno spazio eterogeneo e funzionale. Approfondimenti, laboratori interattivi e contest d’arte si uniscono in una didattica comune sulla storia per non dimenticare sacrifici e speranze.
Un involucro tardomedievale veste gli abiti bianchi di un museo. Storia, arte e cultura si sono fermate a Eboli, nel suo ventre antico, su un’altura tra natura e Dio, tra le mura grosse di un complesso conventuale. È il MOA – Museum of Operation Avalanche che riapre i battenti dell’antico chiostro monastico di Sant’Antonio per riportare al pubblico documenti, fatti, luoghi e personaggi sullo sbarco a Salerno in quel lontano 8 settembre. Un incubatore di storia dove custodire nella memoria i giorni di fuoco che catapultarono nella “valanga” della guerra donne e uomini, sotto la luna bianca di fine estate, 1943.
Sotto le mura affrescate, più di 1.500 mq di tracciato espositivo si presenta in un arioso percorso bidirezionale. Per tutto il volume del convento, 90 riproduzioni fotografiche affisse al muro – con un corposo materiale didascalico, informativo, ipertesti e pannelli schematici – danno immagine ad eroi e macerie. Varie le sale tematiche (una inglese, una americana, una italiana e l’altra tedesca) in cui vacillano documenti, cimeli, effetti personali, divise e materiale bellico appartenuti alle diverse truppe in questione, incluse ricostruzioni, diorami e scenografie. Un vecchio grammofono, inoltre, riproduce i più significativi brani dell’epoca, riportando alla mente le note tra ricordi e speranze.
“Un museo contemporaneo nell’antico ma tutt’altro che statico e tradizionale, bensì capace di rendere coinvolgente l’esperienza di visita. Un contenitore di cultura poliedrico avente come finalità l’apprendimento tramite le più moderne tecnologie e new-media”, avverte Giuseppe Fresolone, direttore del museo. Su questi obiettivi è stata attivata una sala emozionale, capace di condurre il visitatore in un avvincente percorso immersivo nella storia. Un face to face virtuale con originali documenti audiovisivi che si presentano a screening all’interno del cubo nero. Un ambiente interattivo dove un dispositivo a piattaforma con mappa “sensibile” conduce l’osservatore nella propria realtà parallela. Un affascinante viaggio multisensoriale, un interessante ritorno alle voci e testimonianze. Ulteriormente attivo risulta il museo dal punto di vista didattico. Laboratori, conferenze ed eventi uniscono su unico filo rosso pubblico, comunicazione e cultura.
Alla chiamata della memoria, risonanze e reminiscenze di guerra sullo sbarco alleato, il museo risponde con l’arte e lo spettacolo. Si tratta della MOArt, che sta per sala contemporanea d’arti visive. Lo spazio espositivo è annesso al MOA, incastonato nel trecentesco refettorio del monastero. “Un open space a doppio volume con una living gallery è il totale spazio purista che vuole ospitare le eccellenze dell’arte contemporanea nazionale e non, reclutate dal cantiere artistico di Officina 31, la nostra associazione culturale. Il mio scopo è quello di fare cultura eterogenea con l’arte e la modernità, prediligendo maestri ed esordienti di tendenza”: così dice Titti Gaeta, gallerista nonché titolare dello spazio contemporaneo MOArt.
Gianmatteo Funicelli
MOA – Musem of Operation Avalanche
COMPLESSO MONUMENTALE SANT’ANTONIO
Via Sant’Antonio 5 – Eboli
[email protected]
www.avalanche1943.it
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