L’arte alla vita. L’educazione artistica nel Messico postrivoluzionario

L’ultima mostra del Museo della Rivoluzione di Città del Messico racconta come, in tempi di buia crisi, appena un secolo fa, il governo cercò di attuare un rinnovamento culturale e sociale attraverso l’arte. Pensando che l’insegnamento di artisti e maestri potesse traghettare un intero Paese dalla barbarie all’età moderna. E considerando l’educazione artistica il necessario compimento rivoluzionario.

L’insegnamento estetico giocò un ruolo di primo ordine nel Messico postrivoluzionario e numerosi furono gli artisti che credettero alla democrazia attuata con la crescita spirituale e culturale delle masse, con l’apprendimento gratuito e per tutti di capacità tecniche artigianali, con la comprensione dell’importanza di una politica giusta e di una socializzazione per il bene comune attraverso l’arte.
Questo progetto è oggi raccontato da una mostra realizzata da Itzel Rodríguez e Dafne Cruz Porchini al Museo della Rivoluzione di Città del Messico. Più di cento opere – tra foto, sculture, dipinti e accurati apparati didattici – spiegano il progetto ufficiale di educazione artistica popolare avvenuto negli Anni Venti e Trenta del secolo scorso.
L’allora ministro Vasconcelos considerò l’istruzione e la cultura parti di un tutto e valorizzò contemporaneamente tre branche: scuola, biblioteche e belle arti. Come strategia prioritaria propose l’istruzione degli strati popolari e più emarginati con il fine di sradicare l’analfabetismo. Coinvolse anche le donne e i bambini e chiunque avesse qualcosa da insegnare a chi non sapeva niente. Riuscì a ottenere dal presidente degli Stati uniti Messicani, Alvaro Obregón, una donazione milionaria, superiore al tradizionale stanziamento per la difesa militare, e fece costruire scuole, centri culturali, biblioteche in tutta la nazione. Cercò di promuovere tutte le arti, compreso il teatro e la danza. Fece ristampare i grandi classici: Platone, Virgilio, Dante, Omero, Cervantes.

Museo de la Revolucion 1 L’arte alla vita. L’educazione artistica nel Messico postrivoluzionario

Museo Nacional de la Revolución – Città del Messico

Creò il Dipartimento della Cultura Indigena con l’obiettivo di porre fine alla segregazione degli indios, affinché fossero inseriti nella comunità nazionale (perché prima che indigeni erano messicani e avrebbero contribuito alla grande cultura meticcia). Diffuse in tutto il Paese lo sviluppo dell’istruzione tecnica e artigianale. Pubblicò due pregevolissimi tomi illustrati dedicati alle arti applicate, grazie a una ricerca realizzata dal pittore Gerardo Murillo (Dr. Atl), intitolati Las Artes Populares en México (1922). Offrì agli artisti (Siqueiros, Rivera, Guerrero) i muri degli edifici pubblici affinché potessero esaltare i valori spirituali, morali e un “sentimento nazionale nella sostanza ma universale nelle finalità”. Invitò pittori e letterati a mettere al servizio del bene sociale e dell’istruzione delle masse popolari tutto il loro talento. Più volte ripete che l’arte è il principale veicolo per conquistare una società democratica nella quale dominino i valori dello spirito, della sensibilità, della morale.
Artisti come Rufino Tamayo, Julio Castellanos, Abraham Angel si recarono direttamente nelle scuole per insegnare il metodo di disegno Best Maugard con l’obiettivo di “dare all’arte una funzione sociale”, “sviluppare l’intuizione artistica”, promuovere “la necessità umana di produrre bellezza”. Questo lo straordinario e avanguardistico racconto delle opere in mostra.

Mercedes Auteri

MUSEO NACIONAL DE LA REVOLUCIÓN
Plaza de la República
[email protected]
www.cultura.df.gob.mx/index.php/recintos/museos/mnr

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Mercedes Auteri

Mercedes Auteri

Mercedes Auteri (Catania, 1977) ha conseguito un Dottorato di ricerca in Storia dell'Uomo, delle Società e del Territorio, con tesi storico-artistica, e un Master in Turismo Culturale Sostenibile e Comunità Locale, con tesi in Museologia. Ha frequentato la Scuola Interuniversitaria…

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