Alla Biennale di Chiasso la fotografia è donna
Nove spazi, undici mostre, quarantuno artiste: la fotografia al femminile è protagonista in musei, gallerie e spazi privati di Chiasso, per l'ottava edizione della Biennale dell'immagine. La chiusura a fine mese, ma alcune esposizioni terminano già il prossimo finesettimana.
La fotografia invade Chiasso e i suoi dintorni: l’ottava edizione della Biennale dell’immagine è distribuita in ben nove spazi espositivi. Ed è un’edizione al femminile, dato che dei quarantadue nomi in mostra quarantuno sono di autrici.
Il fulcro è naturalmente al M.a.x., il museo cittadino. Qui, il piatto forte è la mostra di Lucia Moholy (1894-1989), curata da Angela Madesani e dalla direttrice del museo Nicoletta Ossanna Cavadini. Sono esposti cento scatti dell’artista, moglie di Lázló Moholy-Nagy, autrice dallo stile raffinato, austero e denso del più puro spirito delle avanguardie storiche. E assieme testimone di un’epoca artistica: soggetti ricorrenti sono i compagni di strada (Gropius, Van Doesburg, Florence Henri e tanti altri), oggetti ed edifici del Bauhaus, in uno dei quali la Moholy installò il suo studio.
Sempre al M.a.x., altre due mostre sono dedicate a Stefania Gurdowa (1888-1968) e Leonilda Prato (1875-1958). La prima, con sguardo da antropologa oltre che da artista, ritrae cittadini polacchi negli Anni Venti e Trenta, accostandone le effigi a due a due con effetto straniante. La seconda ottiene risultati altrettanto interessanti nel descrivere un catalogo di varia umanità di inizio Novecento, colto nei Paesi del Nord Italia e della Svizzera. Lo Spazio Officina, appendice del museo adiacente alla struttura principale, ospita invece una collettiva che riunisce attorno alle penetranti osservazioni urbane della statunitense Vivian Maier (1926-2009) le ricerche odierne di artiste come Piritta Martikainen, Anne Golaz, Stefania Beretta, Sara Rossi.
Ma c’è molto altro: la Biennale si espande anche nelle gallerie e negli spazi privati di Chiasso. Alla galleria Cons arc, Claire Laude riprende interni di negozi e laboratori di una Berlino che sembra congelata nel tempo, ferma a qualche decennio fa in un’atmosfera visiva decadente (le foto sono invece del 2007-2010). Allo spazio Cucicuci la biennale si concede un’incursione nel disegno con Valerie Losa e nel video con Giusi Campisi. Peccato per due cadute di tono: alla galleria Mosaico sono dilettantesche e di cattivo gusto le foto di Daniela Rey, mentre nella tripla personale di Sabrina Biro, Barbara Lehnhof e Giovanna Silva nel negozio Demosmobilia si salvano appena solo gli scatti della Silva.
Ma è solo un incidente di percorso: la tappa fuoriporta a Bruzella, minuscolo paesino arroccato sulle alture che circondano Chiasso, vale davvero il viaggio in salita. Qui, i collezionisti di fotografia Rosella e Phil Rolla hanno aperto un loro spazio espositivo, il Rolla.info. La mostra Her (su appuntamento), parte della Biennale, raccoglie opere dalla loro collezione di grande qualità e niente affatto scontate. Tra le autrici, Hilla Becher con due lavori da solista, in cui si colgono i primi semi del lavoro concettuale a quattro mani col marito Bernd che segnerà la storia dell’arte contemporanea. E poi, Catherine Opie con un lavoro meno noto della ritrattistica, quello sugli svincoli autostradali, oltre a Francesca Woodman, Roni Horn, Rineke Dijkstra, Margaret Bourke-White e tante altre.
Altra piccola trasferta e si giunge a Mendrisio: qui, alla Casa Croci i raffinati scatti di Heinrich Böhler raccontano l’effervescente Vienna di inizio Novecento; allo spazio Stellanove, infine, sono in mostra le incisioni di Elisabetta Diamanti.
Stefano Castelli
Chiasso, Bruzella, Mendrisio // fino al 31 gennaio 2013
Ottava Biennale dell’immagine – Ogni sguardo un passo
SEDI VARIE
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consarc.ch/bi/bi8/bi8.htm
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