

Philip K. Dick, Roger Zelazny, Deus Irae (1976)
La differenza è che, mentre nel secondo romanzo sappiamo con certezza che Lufteufel ha inventato la GOB – Great Objectless Bomb, l’ordigno più micidiale della storia, non è affatto chiaro se il Dr. Bluthgeld/Bloodmoney abbia veramente scatenato la guerra nucleare, se sia effettivamente dotato di poteri paranormali o se la sua non sia piuttosto una proiezione paranoica.
Questo spunto era stato ripreso nel 1971 da Ursula K. Le Guin ne La falce dei cieli (The Lathe of Heaven), forse il più originale e ambizioso romanzo post-apocalittico degli ultimi decenni. Fantascienza concettuale al suo meglio, ma senza pesantezze o orpelli, La falce dei cieli è concepito come una continua mise en abîme, in cui i sogni di George Orr ridefiniscono e trasformano di volta in volta la realtà intorno a lui. Finché si scopre che queste ricostruzioni progressive partono da una distruzione originaria, ed è il mondo intero a essere sognato e creato dal protagonista: “Avevo la nausea, non riuscivo a camminare e mi sedetti sui gradini di una casa, ai piedi delle colline occidentali; le case erano bruciate tutte, ma i gradini erano di cemento, ricordo che c’erano alcuni denti di leone fioriti, in una spaccatura del cemento. Ero lì seduto e non potevo alzarmi, non ne avevo la forza. Continuavo a pensare che ero in piedi e camminavo, uscivo dalla città, ma era soltanto un delirio. Quando ripresi i sensi, vidi di nuovo i denti di leone, e capii che stavo per morire. E che tutto il resto stava per morire. E allora feci il… feci quel sogno. – La sua voce era diventata roca; ora si spezzò. – Sognai che stavo bene – disse. – Sognai di essere a casa. Mi svegliai e stavo bene. Ero a casa, nel letto. Solo, non era una casa che conoscessi, l’altra volta, la prima volta. La volta brutta. Oh, Dio!, preferirei non ricordare. E spesso non ricordo. Non posso. Da allora mi sono sempre detto che era un sogno. Che quello era un sogno! Ma non lo era. Questo è un sogno. Questo mondo non è reale. Non è neppure probabile. Quell’altro era vero. Era ciò che è successo. Siamo morti tutti, e abbiamo rovinato il mondo prima di morire. Non resta nulla. Soltanto i sogni”.

David Loxton, Fred Barzyk, The Lathe of Heaven (WNET 1980)
L’apocalisse è l’unico evento reale, e la post-apocalisse, il nuovo inizio dopo la fine, è frutto di una deviazione innaturale. È un’unica grande digressione, un fantasma narrativo.
Christian Caliandro
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