Trentino europeo
Tra Cindy Sherman, Magnifiche Ossessioni, Dada e Fluxus, il Trentino-Alto Adige regala grandi occasioni per lasciarsi visitare. Senza contare l'opportunità di ripercorrere le tracce di un grande della letteratura, Robert Musil, che per ben tre mesi ci lasciò lo zampino.
Cominciamo con una grande donna dell’arte, alla quale la città dei fiori, nel cuore dell’Alto Adige, dedica un’importante personale. Dal 1° febbraio, infatti, Kunst Meran/o Arte ha estratto dal cappello del curatore, Gabriele Schor e in collaborazione con la collezione Verbund di Vienna, il terzo appuntamento (unico in Italia) di un progetto che dall’Austria ha già fatto tappa a Ginevra. E che oggi porta da noi cinquanta opere del primo periodo di una Cindy Sherman ventenne, immersa nelle pratiche di esplorazione del corpo, a tu per tu con una ricerca che condurrà per tutta la vita. Fino ai nostri giorni. La protagonista, inutile dirlo, è sempre lei: trasformazioni del volto, pose destabilizzanti, tableaux teatrali in cui la Sherman assume su di sé vizi, virtù, stati emozionali dell’essere umano (e della donna), narrazioni vere e proprie in cui interpreta tutti i personaggi.
Non sarà solo la mostra a ricompensarvi del viaggio fino a Merano, se avrete voglia e tempo di avventurarvi nei dintorni, bensì la generosità estrema di un territorio come il Trentino-Alto Adige che ha saputo scommettere sulla tradizione, coniugandola con un’intensa passione per la contemporaneità, con un legame con l’arte davvero europeo. Tanto che anche qui si gioca, insieme a Venezia e al Triveneto, la partita della candidatura a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Tanto che l’unica edizione di Manifesta, in Italia, si è svolta qui. Tanto che qui un illustre collezionista ha coniugato la sua passione per l’arte con l’attività vitivinicola. Si tratta di Alois Lageder, autore di prestigiosi vini (il 2007 Löwengang Cabernet è Tre bicchieri Gambero Rosso): la sua tenuta e la sua cantina, che si situano a Magrè sulla Strada del Vino (in provincia di Bolzano) sono teatro di progetti d’arte, che hanno visto nel tempo misurarsi alcuni tra i più riconosciuti artisti della scena internazionale, da Rosemarie Trockel a Carsten Höller, da Christian Philipp Müller fino a Matt Mullican, solo per fare qualche nome.
Non va dunque mancata una visita al Museion di Bolzano, che propone una selezione di opere proveniente dal Migros Museum di Zurigo (fino a giugno) e a una personale della stessa Trockel che inaugurata il 1° febbraio. Né si può evitare una tappa al Mart di Rovereto con il megaprogetto La Magnifica Ossessione, che celebra i dieci anni dell’edificio di Mario Botta con un audace riallestimento della collezione.
Bolzano, Trento, Rovereto, tre cittadine così diverse tra loro, incorniciate da una natura affascinante. Un paesaggio che lo scrittore austriaco Robert Musil, allora soldato, giunto nel 1915 in Val dei Mocheni, altresì nota come Bersntol nella lingua locale, così descrisse nella novella Grigia, ambientata a Palù del Fersina (dove oggi è possibile ripercorrere le orme dell’autore nel “percorso letterario” organizzato dall’Istituto Culturale Mocheno), a soli trenta chilometri da Trento: “Consisteva in un baluardo più che semicircolare di alti monti interrotti da dirupi e precipitanti a picco verso una conca che circondava un cono collocato proprio in mezzo ad essa, più piccolo e coperto di boschi […]. Salendo però dietro al paese ancora per un centinaio di piedi si raggiungeva un terrazzo non tanto ampio coperto di campi, prati, fienili e case sparse, mentre da un bastione proteso verso la valle la piccola chiesa spaziava sul mondo che nelle giornate di bel tempo giaceva in lontananza davanti alla valle come il mare innanzi alla foce d’un fiume; si poteva a malapena distinguere quanto era ancora lontananza dorata della fertile piana e dove cominciavano gli incerti campi di nubi del cielo.
Nella zona non mancano le occasioni gourmet: a Merano vi consigliamo di fare tappa da Sissi, di Andrea Fenoglio, uno chef che ha coniugato il suo vissuto altoatesino con le esperienze fatte in Francia e in Spagna, creando una cucina più che armoniosa. Imperdibili la “pizza liquida”, il peperone in bagna caöda e il crostone di foie gras, il gelato alla ricotta di capra e olio d’oliva. Salendo un po’ più su nella valle, direzione Silandro, la tappa d’obbligo è Castelbello dove, in località Maragno, troverete Kuppelrain, il regno gourmet di Jorg e Sonia Trafoier celebratissimo da tutte le guide gastronomiche. E per un pernottamento con la ciliegina sopra, non dimenticate di spendere almeno una notte, fuori città, al Castel Fragsburg, una dimora di caccia del Seicento oggi ristrutturata e naturalmente dotata di Spa e centro benessere, per una fuga romantica e disintossicante.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #11
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