Biscotti e banane. Una scuola d’arte anomala in UK

C’è la Biscuit Factory, la vecchia fabbrica di dolci del Regno, da qualche anno sede e meta (di quelle “hidden”) per chi a Londra è appassionato d’arte, teatro, installazioni, musica e co-working. E c’è Turps Banana, una delle riviste internazionali più prestigiose in tema di pittura contemporanea. Insieme diventano una scuola di pittura che siamo andati a visitare.

La Biscuit Factory è enorme: al piano terra spazi immensi a tripla altezza in mattoni a vista, ingressi da più lati, scale e corridoi bui tra pareti in cartongesso grezzo, senza stucco. Se non sai bene dove dirigerti, o non c’è qualcuno che ti ci porta, dentro ci si perde. Ma è un luogo che vibra. Marcus Harvey e Peter Ashton Jones, i due artisti direttori di Turps Banana, non potevano scegliere un posto migliore per realizzare un progetto originale, se non di assoluta avanguardia, considerato il panorama artistico contemporaneo. Nulla è paragonabile alla nota Factory di New York, ma quando si resta un po’ lì ad ascoltare, a guardare, è inevitabile pensare a Andy Warhol e alla gente che gli girava intorno.
Turps Art School è un progetto dedicato alla pittura contemporanea che esordisce quest’anno per iniziativa di Harvey e Jones. I due artisti hanno selezionato un gruppo di quindici pittori di ogni età, provenienti da tutte le parti del mondo, per offrire loro un anno di studio sharing qui, alla Biscuit Factory, nel quartiere di Bermondsey. La scuola si pone come corso ‘non istituzionale’ gestito interamente da artisti. I quindici selezionati hanno accesso libero agli studios 24/7, giorno e notte, ogni volta che lo ritengano opportuno. Un gruppo di sei tutor fissi, Harvey e Jones, Dan Coombs, Anne Ryan, Colin Smith e David Leeson, organizza tutorial individuali e talk collettivi a cadenza settimanale. Nei talk si mantiene l’approccio letterario e intellettuale che è il taglio editoriale proprio della rivista. Tra gli ultimi talk svolti: il rapporto tra figurazione e astrazione in Philip Guston e Jean Hélion; l’idea di fallimento nella pittura contemporanea; la differenza tra narrazione interna all’opera e soggetto dell’opera.
Oltre che dai tutor, la scuola è frequentata da visiting professor del calibro di Alex Katz, Peter Doig, Merlin James, Chantal Joffe, Nigel Cooke, Phil Allen e Clive Hodgson. Alcuni di loro tengono talk e tutorial negli studi, altri invece introducono i giovani artisti alle loro mostre in diverse gallerie di Londra, dando l’opportunità di discutere di fronte alle opere esposte.

Turps Banana Art School - Silva e Kerry

Turps Banana Art School – Silva e Kerry

A parlarci di Turps Banana Art School è Sofia Silva, l’unica italiana nel primo gruppo dei quindici selezionati. Oltre a lei e ai partecipanti inglesi, c’è uno spagnolo, una venezuelana, una svizzera e una francese, un neozelandese e un’australiana. Sofia si è trasferita a Londra per raggiungere i Turps a settembre, cinque giorni dopo la laurea triennale allo IUAV di Venezia, dove il suo corso di studi univa classi di teatro, arte, fotografia, filosofia, costume e molto altro. Sofia si definisce pittrice autodidatta arrivata al pennello dopo aver passato diverse fasi in cui cercava di vestire costumi concettuali e minimalisti, che però sentiva un po’ stretti. Al terzo anno ha finalmente trovato la strada grazie a un laboratorio diretto da Lawrence Carroll, per decidere di laurearsi con una tesi in pittura contemporanea.
Alla Turps Art School ogni pittore dispone di un proprio spazio e ha incontri fissi con il proprio tutor. Non si tratta di un rapporto di tipo accademico canonico tra allievo e docente, entrambi si dicono arricchiti di uno scambio alla pari. Ognuno osserva la crescita e il cambiamento dell’altro nel tempo, in relazione alle cose che ci si dice a come vengono rappresentate sulla tela.
La condivisione dello spazio di lavoro è una delle occasioni più preziose che stiamo incontrando”, ci raccontano. Provenendo noi da tradizioni pittoriche diverse, è inevitabile che la convivenza ci esponga al giudizio collettivo. L’atto ‘intimo’ dell’espressione artistica è sotto gli occhi di uno che come te sta lavorando a un’opera con la stessa concentrazione. C’è rispetto, comprensione (dell’altro) e verifica di se stessi attraverso lo sguardo sugli altri”.

Turps Banana Art School

Turps Banana Art School

Ognuno dei pittori della Turps Art School segue una propria ricerca personale: c’è chi usa griglie e figure astratte per parlare delle forme naturali della sua terra; chi si piega per ore sulla tela invadendola con la tempera fino a raggiungere un abbandono totale; chi invece proviene da una vita funambolica che trova spazio sulla tela in scene di danze di gruppo e uomini solitari nei loro capanni. “Da quando frequento Turps i miei dipinti sono cambiati enormemente, come quelli di molti miei compagni. La mia pittura lascia da parte il post-modernismo: sarcasmo, riflessioni meta-artistiche sulla figura dell’artista, su mercato, fallimento, archivio, non mi interessano. Nei miei dipinti appaiono soggetti più passionali. In questi giorni sto per concludere una serie costituita da tre quadri di grandi dimensioni. La serie cerca di combinare sessualità e freddezza tramite l’incontro tra forme aggrovigliate e una sinfonia geometrica di stampo modernista. I miei dipinti vivono spesso della tensione tra disegno e pittura”.
Alla Turps Banana si cammina tra carte colori tavoli e pennelli. Lo spazio comune è naïf, come quello di una comune. Sul tetto della Biscuit si può giocare a pallone. C’è un senso di libertà palpabile: se ne sente la fatica, si avverte il peso che comporta la ricerca. E c’è la solarità, la leggerezza di quando si aggancia l’intuizione giusta, quella che ti rende libero appunto. Anche se solo per un attimo.

Emilia Antonia De Vivo

turpsbanana.com/art-school

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Emilia Antonia De Vivo

Emilia Antonia De Vivo

Emilia Antonia De Vivo è architetto urbanista. Vive a Londra da quattro anni. Redattore freelance per domusweb, è autrice dei testi della "Domus London Architecture Guide 2011", Apps per IPhone e smartphones, distribuita da Editoriale Domus SpA. Per la Guida…

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