Complice un caffè. Nichetto e Nendo in coppia
Luca Nichetto e il raffinatissimo studio di Oki Sato stupiscono il circuito del Fuorisalone 2013. In Foro Buonaparte, presentano sette oggetti prodotti e progettati insieme. Una nuova collezione frutto di un incontro, avvenuto in un caffè di Stoccolma.
Questa storia ha inizio nel dicembre 2012, quando Luca Nichetto e Oki Sato si incontrano nella celebre caffetteria Vetekatten di Stoccolma. Come si svolge e qual è il lieto fine lo racconta il designer veneziano.
Di cosa avete parlato in quel caffè?
A dire il vero, l’amicizia è iniziata. A fine ottobre 2012, alla Tokyo Designer Week, fui incaricato da una rivista svedese di intervistare Oki Sato. A dicembre Oki mi contattò a Stoccolma per quel famoso caffè. Un convivio lungo quasi tre ore nel quale, alla fine, il design si è trasformato in un riflesso. L’effetto di quel che è oggi la nostra società, la situazione economica e quella politica. Sembrava che potessero tornare a esistere terreni d’intesa, proprio come era successo fra Ettore Sottsass e Shiro Kuramata. Così, tanto per lanciare un’idea, a fine serata ho detto a Oki: “Beh, adesso è il nostro turno!”. Dopo neanche due settimane Oki mi chiamò dal Giappone per farmi una proposta.
Quali linee guida vi siete dati nel lavorare a distanza?
Oki ha pensato di iniziare il processo creativo secondo una modalità culturale letteraria giapponese, il tanka, una breve composizione dove una persona invia a un’altra tre versi (kami no ku); chi li riceve conclude con due versi (shimo no ku). Il 25 dicembre, come un regalo di Natale, ho iniziato a ricevere le sue proposte e, di rimbalzo, a inviargli le mie. In questo modo, l’uno ha operato una selezione delle idee dell’altro e viceversa; concetti che, all’inizio, erano sotto forma di disegni. E che poi hanno cominciato a prendere vita con una precisione inaspettata.
A quali grandi maestri fate riferimento?
Sottsass e Kuramata hanno solo preparato il terreno per la nostra collaborazione, per poi lasciar spazio a una sorta di forte autoconsapevolezza di quel che stavamo realizzando. Tanto io quanto Oki, lavorando per diverse aziende, conosciamo infatti il rispetto che un creativo deve mantenere nei confronti delle difficoltà affrontate dalla produzione. Questo sapere ci ha fatto proporre i nostri prodotti a diverse aziende con maggiore indipendenza e centratura rispetto a quando lavoriamo con un briefing imposto da un committente. Ma fin da subito abbiamo cercato un supporto aziendale non tanto in vista di una produzione industriale delle nostre idee, quanto per dare vita a una serie di oggetti che devono rimanere il frutto di un grande incontro e la causa di una mostra che lo testimoni. Tutto è nato in itinere, il Fuorisalone è solo capitato durante il percorso.
Su quale momento del quotidiano, su quale ambiente della casa vi siete soffermati?
Ci sono un tappeto, un divano, alcune lampade, un paravento, uno sgabello, un portacandele e anche una libreria. L’allestimento è quello di una piacevole living room di 70 mq, che potrebbe ispirare tanto un ambiente contract quanto l’interior di una dimensione domestica.
Quali materiali e colori prevalgono?
Marmi, ottoni, carte giapponesi e vetri satinati. Per quanto riguarda la palette dei toni cromatici, è composta da colori caldi. Devo dire che, su questo punto, Oki si è decisamente lasciato influenzare da me!
Avete già ricevuto proposte per la produzione?
Tutte le aziende alle quali abbiamo chiesto supporto per la realizzazione dei prototipi da esporre sono rimaste così entusiaste della collezione che avrebbero voluto produrre subito tanto gli arredi quanto gli oggetti. E alcuni saranno già in catalogo nei prossimi mesi. Ma durante questo Fuorisalone la serie Nichetto=Nendo [allestita in Foro Buonaparte 48, N.d.R.] sarà solo e solamente un percorso di idee esposto al pubblico come segno di una grande amicizia.
Ginevra Bria
www.lucanichetto.com
www.nendo.jp
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #12 – Supplemento Design 2013
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