Metti un weekend (d’arte) a Istanbul
Un giro per mostre in quel di Istanbul, dove l’arte contemporanea sta vivendo una stagione particolarmente fervida. In particolare, si mettono in evidenza le artiste donne, che riflettono sul proprio ruolo nella società, e non solo. In attesa della Biennale.
È una bella stagione per l’arte a Istanbul, con particolari inflessioni riguardo alle artiste. Alla Facoltà di Arti e Design della Doğuş Universitesi, una delle più importanti accademie d’arte della città, è stata organizzata per l’8 marzo una mostra che ha visto presenze significative; un gruppo di artiste variamente impegnate nella ricerca di modi espressivi legati all’identità delle donne nella società e nella cultura della Turchia. Molte tra loro sono attive anche nella didattica in accademia, a cominciare da Nazan Erkmen, dean della Facoltà, che porta nella mostra un’eco dei poemi, dei miti e delle favole della tradizione anatolica, di cui è una famosa illustratrice.
Tra le presenze in mostra (impossibile citarle tutte) si segnalano i ritratti e le folle di Serap Murathanoglu Eyrenci; le texture e gli intrecci di corpi di Berika Ipekbayrak; le composizioni cromatiche di Ayşe Özel; il richiamo alle tecniche e ai motivi formali della tessitura di Günay Atalayer e di Serife Atlihan, che lavorano ambedue per la creazione di progetti di cooperative tessili con le donne dei territori rurali. Un’eco della tradizione decorativa locale si ritrova anche negli stilemi di Aysegul Izer. Ai contrasti cromatici che esaltano le evocazioni espressionistiche delle figure nello spazio si rivolge Pesent Dogan, mentre Duygu Beykal Iz gioca sui contrasti tra uomo e donna nelle sue composizioni mixed media tratte dalle immagini dei magazine. Anche Ezgi Karaata si riferisce agli stereotipi della società dei consumi, scegliendo un linguaggio naif memore della tradizione delle miniature.
Su un versante astratto si collocano le forme annodate di Cigdem Erbil, le composizioni dinamiche di Sibel Avci Tugal e l’unica scultura presente alla mostra, un drammatico cerchio rosso e nero, metafora della violenza sulle donne, opera di Meric Hızal, una delle più famose scultrici della Turchia.
In parallelo a questa manifestazione va citata anche la mostra Trittico, anche questa negli spazi della Doğuş Universitesi; proveniente da Roma, dall’Associazione culturale TRAleVOLTE, l’esposizione propone la immagini di un luogo di creazione – lo spazio, la mente, la mano, la materia – articolato dalle differenti opere di Lea Contestabile (L’Aquila), Primorosa Cesarini Sforza (Roma) e Susanna Talayero (Bilbao), accomunate da una sottile dimensione critica, nella cornice metaforica del trittico.
Sullo sfondo di queste iniziative si pongono le attività e le presenze al museo d’arte contemporanea Istanbul Modern. In particolare la mostra Yeni yaplitar, yeni ufuklar- News works, new horizons, che celebra il quinto anno di vita del museo con una selezione delle opere in collezione: una panoramica interessantissima che indaga sull’evoluzione dell’arte in Turchia con particolari focus sugli ultimi trenta anni. L’arte è parte della vita, come enfatizzano i testi che accompagnano la mostra, sottolineando le relazioni con aspetti sociali, economici e politici coinvolti in un ampio processo culturale. Insieme agli artisti turchi (tra cui Kutluğ Ataman, Nil Yalter, Hale Tenger, Erdağ Aksel, Sarkis, Nezaket Ekici, Canan Şenol, Ramazan Bayrakoğlu, Selim Birsel, Metin Talayman, Şükran Moral e Nur Koçak), la mostra si avvale della presenza di opere di Yoko Ono, Jennifer Steinkamp, Tony Cragg e William Kentridge, tutte acquisizioni o doni provenienti dai grandi appuntamenti della Biennale di Venezia e della Biennale di Istanbul.
E aspettando la prossima Biennale di Istanbul, c’è ora in programma la nuova mostra Past and Future, aperta dal 20 marzo con 180 opere di 136 artisti, turchi e internazionali.
Silvia Bordini
www.dogus.edu.tr
www.istanbulmodern.org
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