Tumblr e Yahoo. Il futuro incerto della piattaforma più artistica del web
Tumblr, la piattaforma di microblogging più amata dal mondo dell’arte, è stata acquisita da Yahoo per l’impressionante cifra di un miliardo di dollari. Mentre i protagonisti dell’accordo cercano di rassicurare una comunità giustamente preoccupata per le sorti del loro social blog preferito, tutti si interrogano sugli sviluppi futuri. Cosa cambierà?
La voce era in giro già da un po’, ma la conferma è arrivata soltanto ieri 21 maggio. Tumblr, la piattaforma di microblogging fondata nel 2007 dall’americano David Karp (oggi 26enne) ha firmato un accordo con Yahoo, che ha sborsato più di un miliardo di dollari per l’acquisizione della società. Come sempre avviene in questi casi, il passaggio di proprietà nelle mani di un colosso di un progetto nato in seno a una piccola realtà preoccupa moltissimo la comunità dei suoi utilizzatori, che temono possibili risvolti negativi in termini di indipendenza e di filtro sui contenuti, e guardano con sospetto alle possibili nuove strategie di sfruttamento economico della piattaforma. D’altra parte, le precedenti esperienze di acquisizione di Yahoo, come quella di Geocities (abbandonata e chiusa nel 2009) e di Flickr (comprata nel 2005 e da allora poco valorizzata) non sembrano testimoniare a suo favore.
Tuttavia, il nuovo corso della grande dotcom americana, iniziato nell’estate del 2012 con il passaggio della presidenza alla giovane e intraprendente Marissa Meyer, sembra orientato a una maggiore attenzione verso il nuovo e a un deciso rilancio del marchio, che con i suoi diciotto anni di storia alle spalle, si qualifica come uno dei più anziani e longevi della storia del web. Ed è proprio in questo quadro che va letta l’acquisizione di Tumblr, che oltre a vantare numeri eccezionali (105 milioni di blog attivi, 300 milioni di visitatori unici al mese, 900 nuovi post al secondo e 120mila nuove iscrizioni al giorno), può contare su una comunità di utilizzatori posizionata in un range anagrafico incredibilmente basso (la metà degli utenti ha meno di 25 anni). Un tentativo, insomma, da parte di Yahoo, di ringiovanire la propria identità e la propria community, cercando di acquisire da Tumblr, oltre che i diritti di sfruttamento della piattaforma, anche un po’ di quella che gli osservatori più attenti hanno chiamato “coolness”, un appeal che a Yahoo manca completamente. Nell’annuncio ufficiale, la Meyer ha cercato di rassicurare gli utenti di Tumblr con la promessa di lasciare la massima indipendenza a David Karp (che rimane nella sua poltrona di CEO) e di non voler snaturare l’identità creativa e “irregolare” della comunità: “We promise not to screw it up”, scrive.
La caratteristica principale di Tumblr, infatti, che differenzia la piattaforma da tutti gli altri servizi di blogging sul mercato, è stata la sua capacità di attrarre una vastissima comunità di artisti e creativi di ogni estrazione e provenienza. La struttura e le funzionalità facilitano il suo uso come aggregatore di immagini, che vengono collezionate e messe in condivisione dagli utenti secondo i criteri più vari, andando a creare un arcipelago di archivi visuali di estremo interesse. Inoltre, la cultura delle image boards, all’interno della quale Tumblr si inserisce, si intreccia, artisticamente parlando, con quella dei surfing club, collettivi artistici dediti a un’attività di scandaglio casuale (quasi una deriva psicogeografica) della rete alla ricerca di contenuti insoliti e capaci di generare, da soli o in giustapposizione con altri, ispirazione e nuova linfa creativa.
Ma le connessioni tra Tumblr e il mondo dell’arte non sono solo di tipo elettivo. Le collaborazioni effettive della società, e del suo presidente, con artisti, curatori, musei e associazioni culturali (che, manco a dirlo, hanno tutti una presenza su Tumblr) sono numerosissime. Basti pensare al recentissimo Tumblr Internet Art Grant, organizzato insieme a Rhizome, associazione newyorchese con base al New Museum (in giuria c’è anche Massimiliano Gioni), o al The World’s First Tumblr Art Symposium, organizzato lo scorso marzo in collaborazione con la rivista online Hyperallergic, che in questa occasione ha anche pubblicato una serie di saggi sui possibili utilizzi artistici della piattaforma (Tumblr As Art). Nel 2010, poi, Karp in persona entrò a far parte di un inedito team con Ryan Trecartin, astro nascente dell’arte contemporanea internazionale, per la creazione di un progetto a quattro mani. Il risultato, presentato all’interno dell’iniziativa annuale di Rhizome Seven on Seven, dedicata all’interazione tra artisti e tecnologi, fu Riverthe.net, un progetto che può essere considerato a tutti gli effetti un’opera di net art.
Occhi puntati, dunque, sul futuro di questa realtà così multiforme e promettente; resterà un bacino fertile per la creatività oppure verrà abbandonata dalla comunità artistica, pronta a spostarsi verso nuovi, più indipendenti lidi?
Valentina Tanni
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