I Magnifici 9 New York. Bushwick gets hot!
Questo weekend non sono solo le temperature estive che sfiorano i limiti, ma più che altro la scena artistica: apre Bushwick Open Studios, il festival d’arte newyorchese più atteso dell’anno. Alla sua settima edizione raccoglie più di 600 studi d’artista, gallerie, spazi alternativi e simili che aprono le porte al vasto pubblico, anche da oltreoceano, per sfociare in un 72 ore non-stop di arte, musica e creatività.
Lo studio-sartoria. Stacy Scibelli si muove tra l’arte e il fashion e realizza le sue opere cucendo a ripetizione pattern di vestiti creando collage di stoffa a muro. Ha preso posto in questo studio soli 6 mesi fa, ma era già presente a Bushwick in un altro palazzo. Ci racconta che è impressionata da quanti blogger e curator siano passati in questi tre giorni a chiedere informazioni e foto per pubblicare articoli sull’evento e sul suo lavoro.
http://www.stacyascibelli.com/
Giardini fantastici. Adam Frezza e Terri Chiao si sono insediati in questo grande studio condiviso circa un anno fa e partecipano per la prima volta a BOS. Felici di essere sponsorizzati da Sunroom Project per creare un giardino artistico nel Bronx, stanno lavorando ininterrottamente alla realizzazione di piante, piantine, vasi e vasetti. La partecipazione al festival non solo ha reso pubblico il loro particolare progetto, ma gli ha regalato anche un contatto con un’importante galleria newyorchese.
http://www.eternitystew.com/
Alberi, legni e progettazione su misura. Entrando dal piccolo corridoio non ci pare vero: oltre a un’enorme stanza allestita con le opere scultoree di Eric Lindveit, riproduzioni giganti di cortecce di alberi, si aprono altri ambienti che contengono una falegnameria da professionista. “Ero il primo in questo building”, dice Lindveit, che ormai oltre a fare arte dirige anche un’azienda per la realizzazione di arredamenti su misura per musei e spazi espositivi. Quest’anno è stato la prima volta che si è preparato all’evento con un listino di prezzi premeditato, a conferma che l’evento sta diventando una vera e propria occasione di vendere direttamente agli interessati.
http://www.ericlindveit.com/
Le finte pellicole fotografiche. Shingo Francis è presente in questo spazio da più di tre anni e si ricorda che quando è entrato nel building non c’erano molti altri artisti e gli spazi accanto erano addirittura ancora abbandonati. I suoi lunghi dipinti ricordano enormi pellicole fotografiche che spezzano le immagini retrostanti come un prisma di cristallo. “Secondo me quest’anno sono passate più persone rispetto all’anno scorso, anche se ho la sensazione che fossero meno addetti ai lavori e soltanto curiosi, forse perché siamo in concomitanza con la Biennale di Venezia”, ci racconta Francis. Nonostante ciò, è contento perché ha ricevuto un gran numero di richieste di vendita.
http://www.shingofrancis.com/
Lo scultore e la carteria. Conosciamo lo scultore Kyu Seok Oh già da due anni, da quando ha realizzato una delicatissima installazione di pecore di carta fatta a mano allestita in Times Square. Il suo studio, uno spazio enorme e pieno di luce, è ordinato e traspira eleganza come le sue opere. Il suo parere sull’evoluzione di Bushwick Open Studios è un po’ meno positiva: si lamenta che quest’anno ci siano stati “troppi hipster in cerca di bere e mangiare a gratis. Ho paura che l’evento si stia trasformando in una specie di site-seeing e che l’aspetto artistico stia venendo meno”.
http://www.kyuseokoh.com/
Il discendente di Caravaggio. Sembra di entrare nello studio di un pittore del Seicento: grandi dipinti a olio che raffigurano gruppi di persone esaltati da una luce particolare. Al secondo sguardo scopriamo che i soggetti sono tutt’altro che ambientazioni nel passato, ma piuttosto contemporanei. Il giovane E. Thurston Belmer è entusiasta del weekend: ha avuto tantissimi contatti soprattutto da giovani galleristi e richieste di vendita. Un dato che conferma l’evoluzione verso un evento commerciale?
http://www.ethurstonbelmer.com/
Lo scultore postmodernismo. Sculture che ricordano reperti archeologici, lo studio-falegnameria di Kurt Steger ospita una vera e propria mostra di sculture che combinano il legno e materiali prettamente industriali. Da alcuni anni, in un building in realtà semiabbandonato, Steger realizza le sue sculture fuori dalle dinamiche artistiche. Anche il suo feedback è solo positivo; anzi, si è dato da fare per terminare nuovi lavori proprio per questo evento e lo spazio è diligentemente allestito.
http://www.stegersculpture.com/
Aria, aria, aria e colore… Queste sono le prime impressioni entrando negli spazi di Svetlana Rabey. Grandi disegni ad acquarello e litografie disposte ordinatamente nella stanza luminosa che dà direttamente su Bogart Street, attualmente cuore della scena artistica di Bushwick.
http://svetlanarabey.com/
È cosi che si inizia. Uno spazio molto più piccolo rispetto agli altri, ma accogliente, comodo, con divano e diversi televisori che trasmettono le videoanimazioni della giovanissima artista. Questo è l’esempio più consueto di come si inizia una carriera. Katie Torn conferma che per lei stare a Bushwick è fondamentale perché, con tutti gli studi che ci sono, si è creata una forma di comunità che permette un fantastico network, cosa che in altre zone di New York è molto difficile o manca del tutto.
http://www.katietorn.com/
Sarah Corona
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati