Luanda in Laguna
Su Artribune Magazine, proprio sul numero in distribuzione in questi giorni a Venezia e in tutta Italia, trovate le consuete due pagine della rubrica Focus. E guarda un po’, sono dedicate proprio all’associazione Beyond Entropy e alla loro curatela del Padiglione Angola. Che ha vinto il Leone d’Oro stamane.
Beyond Entropy Africa nasce dalla collaborazione fra Beyond Entropy e Paula Assis Nascimento. Il progetto si focalizza su Luanda come paradigma delle straordinarie trasformazioni urbane che stanno avvenendo nelle città dell’Africa sub-sahariana. Grandissime conurbazioni senza infrastrutture, bassi edifici e altissima densità abitativa.
Dopo la costruzione di un Common Ground energetico, che funziona simultaneamente come infrastruttura e come spazio pubblico, realizzato per il Padiglione dell’Angola alla 13. Mostra Internazionale di Architettura, Beyond Entropy continua la ricerca avviata su Luanda, confrontandosi con il tema del Palazzo Enciclopedico, stabilito quest’anno dal direttore della Biennale delle Arti Visive di Venezia.
Il concept di Massimiliano Gioni stabilisce un compito impossibile: nessun edificio può contenere una molteplicità universale di spazi, oggetti, possibilità. Quando un edificio tende a essere enciclopedico, diventa in sostanza una città. Solo la città ricompone molteplici condizioni nell’unità di una forma, anche se si tratta di una forma conflittuale e contraddittoria. Così, la complessità spaziale di Luanda deriva dalla presenza di spazi imprevedibili e di condizioni inconciliabili: condizioni urbane e rurali, infrastrutture e abitazioni, spazi pubblici e discariche.
Quali forme possono essere adottate per organizzare la conoscenza di questa città? Che tipo di conoscenza può essere fondata sulla catalogazione degli spazi urbani? La riflessione del Padiglione Angola si costruisce intorno al rapporto fra le immagini urbane e il modo in cui la città viene abitata e vissuta.
La serie fotografica Found not Taken di Edson Chagas si concentra sulla sistematica documentazione di oggetti abbandonati che vengono riposizionati nel contesto urbano per creare una nuova relazione fra gli oggetti e il loro contesto, tra la forma e la sua codificazione. Lo sguardo di Edson trasforma dunque oggetti apparentemente insignificanti in piccole epifanie urbane che estendono i pattern degli edifici o che sono collocate su plinti speciali. Che rapporto si crea fra gli oggetti e la loro immagine? Che ruolo ha la creatività in questa particolare tassonomia? L’obiettivo di Edson Chagas scopre oggetti abbandonati e costruisce nuove relazioni con il contesto, delineando in tal modo la possibilità di vedere una nuova bellezza negli spazi di Luanda e, forse, un nuovo modo di abitarli.
Beyond Entropy
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