Sónar. Il tempio della musica avanzata compie vent’anni
A pochi giorni dalla 20esima edizione, riflettori puntati sull’importante novità che dà una sterzata definitiva all’anima del festival di Barcellona, ovvero al Sónar de Día. Si abbandonano gli spazi del museo MACBA e del CCCB e ci si sposta in uno spazio fieristico. Un’imperdibile occasione per ampliare quella che è la parte più propriamente discorsiva, espositiva e delle novità in tema di mobilità, ubiquità e democratizzazione delle tecnologie applicate al suono.
Il Sónar Advanced Music Meeting del 1994 aveva poco a che fare con gli odierni festival di musica, anche perché in sostanza nascevano proprio in quegli anni. L’Inghilterra vantava da tempo il suo Glastonbury Festival of Contemporary Performing Arts e la Germania si era inventata la Love Parade, ma nessuno fino ad allora aveva gettato le basi per un festival a carattere urbano e multidisciplinare che incontrasse la cultura contemporanea in un centro specializzato come il CCCB di Barcellona. Al giorno d’oggi, ancora nessun festival europeo è riuscito meglio del Sónar, a internazionalizzarsi nel tentativo di importare ed esportare talento, aprendosi a realtà come l’Islanda, il Sudafrica o il Giappone.
Grazie alla nuova location che segna il confine con le venti edizioni passate, nasce quest’anno il programma Sónar+D. Si riuniscono così nello stesso headquarter tutte le iniziative trasversali che nel corso degli anni hanno inglobato la componente del Sónar più votata all’arte new media e agli ultimi ritrovati in materia di tecnologia, come la realtà aumentata dei Google Glass che si potranno vedere durante il Sónar diurno. Sempre per il Sónar+D, Davide Quayola, l’artista romano vincitore del PRIXARS arti elettroniche 2013, installa nel Museo d’Arte Nazionale una gigantesca statua digitale che reinterpreta la celebre scultura di Rodin, Il pensatore, esposta nella stessa sala.
Passando in rassegna la line-up di quest’anno, nulla di meglio si poteva trovare che due show audio-visuali dalla prorompente carica espressiva. I Kraftwerk e i Pet Shop Boys sono la punta di diamante di questa 20esima edizione. Il leggendario gruppo tedesco fa capolino al Sónar per due ore di spettacolo 3D, un grande omaggio a quello poderosa iconografia del corpo e dei linguaggi mediati dalla tecnologia che fecero dei Kraftwerk i padri fondatori dell’estetica della musica elettronica negli Anni Settanta. Dal suo canto, il duo inglese dei Pet Shop Boys, in attesa dell’uscita del prossimo disco Electric, catapulterà il pubblico verso quella audace commistione tra l’elettronica e il pop che conquistò gli Anni Ottanta e che consegnò definitivamente la synthpop alla grande esplosione dei Novanta.
L’edonismo della grande festa notturna sarà poi un pullulare di live show con Nicolas Jaar, i Two Doors Cinema Club, i Jurassic 5, i C2C, gli Hot Natured e Major Lazer. Ampio spazio, come sempre, anche alle proposte più sperimentali o a quelle dal gusto neoclassico. Direttamente dal mondo dell’arte contemporanea arrivano gli immaginifici noir di Dinos Chapman e le fissazioni ipnotiche di Fatima Al Quadri e di Vatican Shadow (Dominick Fernow aka Prurient). Il neoclassicismo elettronico trionfa poi con gli esperimenti del pianista Francesco Tristano e con quelli del compositore islandese Ólafur Arnalds.
Tra i 136 concerti previsti, un occhio di riguardo va come sempre alla programmazione diurna del Sónar de Día, fucina di nuovi talenti e delle proposte più sperimentali da riscoprire in tutta calma, lontano dallo scatenato dancefloor serale del Sónar de Noche. Tra gli americani più attesi, i Liars in primo piano. Un’esplosiva sintesi post-punk che continua a far parlare di sé per la capacità di reinventarsi, passando dal punk all’elettronica più soft o dance, con una sofisticatezza unica. Spazio aperto anche ai toni più romantici, oscuri e nostalgici di una delle new entry electropop più attese, gli eleganti Chromatics.
E se le ampliate dimensioni del programma del Sónar non dovessero sopperire alla perdita del fascino di un festival che entrava nei musei, il MACBA e il CCCB ospiteranno i due concerti di chiusura domenica 16 giugno. Il compositore tedesco Max Richter e i bcn216 eseguiranno una seducente versione delle Quattro Stagioni di Vivaldi. A chiudere il Sònar ci pensa Lorenzo Senni, fondatore dell’etichetta italiana Presto!?, che invaderà l’atrio del MACBA con Oracle, uno show audiovisuale ispirato al retroterra sonoro e visivo della cultura rave.
Enrichetta Cardinale Ciccotti
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