Venezia, la Luna e tu
Non solo Biennale ed eventi collaterali. Venezia e dintorni offrono molto, moltissimo di più. Suggerimenti per i vostri (pochi) momenti liberi tra un padiglione e l'altro. A partire da due grandi della storia dell'arte: Manet e Munch.
Opere inedite di Edward Munch? Magari in dialogo con un’artista contemporanea? Mai l’occasione potrebbe essere più ghiotta. A offrirla è la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, complice del progetto ufficiale della Norvegia intitolato Attenzione alla puttana santa: Edward Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione.
Qualche dilemma coglierà anche voi, impavidi visitatori biennaleschi. Ad esempio: dove mangiare? Dove dormire? Che altre mostre visitare? Quali scarpe calzare? Cerchiamo di venirvi in soccorso nel districare il labirinto lagunare e nel proporvi, magari, qualche suggerimento in più. D’obbligo – manco a dirlo – le scarpe basse per le signore e la bottiglietta d’acqua sempre nello zainetto. E via. Cogliete il brivido di una sortita nel passato, con la mostra Manet. Ritorno a Venezia a Palazzo Ducale. Le opportunità non mancano, soprattutto perché l’evento regala un confronto imperdibile, facendo coesistere l’immortale Olympia e un’opera di Tiziano, prestito degli Uffizi. C’è nell’accostamento un riferimento esplicito alla biografia del maestro francese, che dalla Venere di Urbino [nella foto sulla pagina a fianco, in alto] mosse i primi passi verso il dipinto che lo ha reso famoso in tutto il mondo per il soggetto profano ritratto in una posa classica, nella tradizione destinata alle figure mitologiche, e nel colto omaggio a Émile Zola.
Pausa pranzo? Dipende da quanto tempo avete. Se è poco, è d’obbligo un bacaro. L’intramontabile Bacareto da Lele ai Tolentini serve da anni studenti, turisti, veneziani, semplici passanti con panini formato mignon, ombre e spritz in orario aperitivo. Il tutto a un prezzo amico e con un’affascinante atmosfera veramente veneziana. Se ne avete molto, può essere l’occasione per uscire dalla Laguna per visitare l’Ostaria da Mariano, con un menu della tradizione a base di baccalà alla vicentina e sarde in saor che vi farà dimenticare di aver lasciato, per la meno affascinante Mestre, la bella Venezia.
Al vostro ritorno concedetevi una visita alla Scuola Grande di Santa Maria dei Carmini. La Sala del Capitolo, destinata alle assemblee dei confratelli, vi lascerà a bocca aperta con le nove tele del soffitto dipinte nel XVIII secolo da Giambattista Tiepolo. Rappresentano le Virtù cardinali e teologali, il codice delle regole della confraternita e la Vergine, la quale naturalmente assume un ruolo centrale nell’intera teoria di opere. Se vi è rimasto ancora un po’ di fiato, cercate di prendere il primo vaporino per San Michele. Situati sull’omonima isola sono il famoso monastero, in epoca napoleonica carcere politico, e il cimitero monumentale dove giacciono le spoglie di Ezra Pound. Il poeta era infatti molto legato a Venezia, alla quale dedicò alcuni versi della sua prima fatica, A lume spento (“O sole veneziano / Che hai nutrito le mie vene / Regolato il corso del sangue / Hai fatto appello alla mia anima / O al fondo di lontani abissi”), per poi ritornare in Laguna in vecchiaia e dedicarle un ruolo importante ne I Cantos.
Una notte indimenticabile si trascorre al Gritti Palace, che a fine gennaio ha riaperto dopo un restauro storico durato 15 mesi e costato 35 milioni di euro. L’edificio torna così all’originario impianto gotico e recupera l’allure di residenza privata (qui visse infatti, con la propria famiglia, il doge Andrea Gritti), grazie anche agli interventi di interior design diretti da Donghia Associates. Il risultato consiste in 61 camere e 21 suite, oltre alla celebre terrazza Art Déco, al ristorante Club del Doge e al bar Longhi. Senza dimenticare la scuola di cucina Gritti Epicurean School, la Blu Mediterraneo Spa griffata Acqua di Parma e la Explorer’s Library.
Se, infine, avrete voglia di tornare più avanti – perché si sa, l’inaugurazione non è mai il momento migliore per visitare la Biennale – cogliete l’occasione del Venezia Jazz Festival, dal 16 al 31 luglio. Potrete immergervi in un’atmosfera magica che avvolge i luoghi istituzionali dedicati alla musica, come il Teatro La Fenice, ma anche le piazze, i sotoporteghi e le rughe, con pomeriggi letterari, jazz aperitifs e gran finali.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #13/14
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