È stato indiscutibilmente uno dei fumettisti italiani più importanti e influenti, un vero e proprio avanguardista del disegno, al passo coi tempi di una società in continua evoluzione, sempre più frenetica e disinibita. Guido Crepax (Milano, 1933-2003) era un genio della matita, il cui tratto fantasioso e moderno ha, fin dagli Anni Sessanta, donato anima e bellezza ai suoi personaggi e alle sue storie, restituendo al lettore incanto, emozione e fanciullesca meraviglia. Non solo un disegnatore, dunque, ma un sognatore che per lungo tempo ha regalato al pubblico attimi di rara magia.
In occasione del decimo anniversario della morte – ricorso il 31 luglio scorso – Milano, la sua città natale, ha voluto dedicargli una retrospettiva a Palazzo Reale intitolata Guido Crepax: ritratto di un artista. Un viaggio approfondito nel mondo di un uomo che nella sua vita ha perseguito fino all’ultimo le suggestioni della creatività, realizzando una enorme produzione di opere non solo fumettistiche, ma anche illustrazioni, pubblicità, scenografie teatrali e design per oggetti di largo consumo. Un’arte, la sua, che ha toccato nel tempo le branche più diverse della comunicazione, e che oggi è possibile ripercorrere e conoscere grazie ai materiali messi a disposizione dall’Archivio Crepax, i cui fondatori sono i tre figli dell’artista.
La mostra è organizzata in dieci sale tematiche che raccontano a tutto tondo la sua vita privata e professionale: il rapporto con Milano, l’importanza della famiglia, la curiosità per i vorticosi cambiamenti della sua epoca, i riferimenti a pittori e scultori celebri nelle sue tavole, i dettagli di design e alta moda nei fumetti, il mito di Louise Brooks, la passione per il teatro e lo sconfinato amore per la musica.
Guido Crepax nacque il 15 luglio del 1933 a Milano. Nonostante una laurea in architettura, mostrò sempre un’attitudine spiccata per la grafica e la pubblicità, campi in cui lavorò fin da ragazzo, ottenendo la Palma d’oro della pubblicità nel 1957 per una campagna Shell, ma anche collaborazioni importanti con Campari, Standa, Rizzoli, Esso, Honda e Fuji. Negli anni realizzò, inoltre, copertine per riviste e libri, ma anche illustrazioni per LP (spicca Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno, ma compaiono anche dischi dei Camaleonti, Peppino di Capri e Massimo Ranieri, per citarne solo alcuni).
Crepax si avvicinerà al mondo del fumetto solamente nel 1963, periodo d’oro per gli illustratori italiani, in particolare per il disegno erotico che, in qualche modo, si adattava alle nuove esigenze di un pubblico che abbandonava pian piano la censura e il pudore, rivoluzionando i costumi e ricercando l’espressione della libertà sessuale e della disinibizione anche nel fumetto.
Proprio da questa nuova concezione dell’erotismo nacque Valentina, l’eroina che nel 1965 rese celebre Crepax con la sua prima apparizione su Linus, ancora oggi icona di sensualità e femminilità. Un personaggio di carta e inchiostro ma incommensurabilmente amato dagli uomini e ammirato dalle donne, anche da quelle in carne ed ossa. In fondo la stessa Valentina Rosselli (questo il suo cognome) prende spunto da una diva del cinema muto, Louise Brooks, di cui Crepax era grande estimatore. Proviene da qui l’inconfondibile caschetto corvino e l’aria da altolocata e fascinosa femme fatale. Una scelta di look operata dalla stessa Valentina quando era adolescente. Questa è un’altra delle sue caratteristiche: Valentina cresce e invecchia. Ha una sua carta di identità, che recita a chiare lettere la data di nascita: 25 dicembre 1942. È una fotografa professionista e la sua vita si svolge a Milano. Crepax negli anni racconta la sua esistenza, l’adolescenza da anoressica, la giovinezza da donna in carriera, fino alla maternità e all’uscita di scena nel 1995, all’età di 53 anni.
Dal mondo reale Valentina non ha ricevuto in dono solo un’identità, ma anche una complessa psiche fatta di incubi, deliri, preoccupazioni e problematiche importanti. L’ambiguità che risiede in questo personaggio è un equilibrio instabile in una realtà parallela dove non si conosce il confine tra illusione e certezza. Le storie in cui si ritrova questa sensuale eroina, che si muovono sui piani del ricordo, del sogno e del presente, sono eccitanti e sorprendenti, intrise di avventura e spionaggio, con una buona dose di contenuti piccanti. Sfogliando le sue pagine, Valentina si ritrova spesso nuda e bellissima, ammiccante e spregiudicata in situazioni ad alto tasso erotico, dove gli incontri sessuali – spesso dal sapore fetish e sadomaso – condiscono storie la cui narrazione ha un ritmo serrato, vorticoso e avvincente, proprio come in un film. Il linguaggio fumettistico di Crepax, infatti, è stato spesso rapportato a quello cinematografico per le sue inquadrature, i tagli narrativi, le scene e i personaggi. Come disse Umberto Eco: “Con Crepax cambiava il senso del tempo nel fumetto, ovvero il rapporto tra spazio e tempo… due inquadrature potevano suggerire contemporaneità, come se il lettore voltasse rapidamente la testa da una parte e dall’altra di una scena, cogliendo nello stesso istante due particolari diversi”.
Questi dettagli hanno contribuito a rendere Valentina una vera e propria diva dello star system, ritratto irriverente di una società sempre più impudica, in cui la donna iniziava a lottare per la sua emancipazione e dove la malizia poteva finalmente vedere la luce.
L’opera di Crepax, però, non si ferma con la sua celebre eroina, ma ha avuto sfaccettature diverse e variegate, come le illustrazioni per romanzi importanti (Conte Dracula, Dr. Jekyll e Mr. Hide, Il processo di Kafka, Frankenstein) o la creazione di altri personaggi femminili minori, come la bionda Anita, la mora Bianca, ma anche Belinda e Francesca, oscurate però dall’avvenenza di Valentina. Per non parlare dei numerosi giochi creati per i figli, scenari di battaglie importanti e avvenimenti storici celebri, curati nei minimi dettagli.
Il fumetto di Crepax è stato dunque una pietra miliare di ciò che, all’epoca, è stato un nuovo modo di illustrare la vita, attraverso modelli comunicativi che ben si adattavano alla mutevolezza dei tempi. Le sue storie intriganti e fantasiose, ma anche oniriche e talvolta decadenti, hanno rivoluzionato il modo di concepire la sessualità e, soprattutto, la femminilità. Crepax, con la sua morte, ha lasciato indubbiamente un grande vuoto ma anche un’enorme lezione. La creatività, quando esplode nelle vene con prepotente voracità, va assecondata in ogni sua forma e definizione. Così fece questo mirabolante artista, rendendo la sua opera, ancora oggi, pulsante e immortale.
Serena Savelli
Milano // fino al 15 settembre 2013
Guido Crepax – Ritratto di un artista
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo 12
02 875672
[email protected]
www.comune.milano.it/palazzoreale/
www.guidocrepax.it
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