Gli artisti di Alderano
Tra i nomi dei mecenati e dei collezionisti del Seicento italiano, quello del cardinale Alderano Cybo (1613-1700) non è certo uno dei più noti. Forse perché la sua raccolta di dipinti cominciò a essere dispersa già un paio di decenni dopo la sua morte. Forse perché il suo mecenatismo lasciò a Roma una sola (seppure splendida) testimonianza, la fastosa cappella di famiglia in Santa Maria del Popolo, e si indirizzò soprattutto verso centri minori, come Jesi (di cui fu vescovo) e in particolar modo Massa, la sua città di origine. Una mostra lo racconta, e il co-curatore - Fabrizio Federici - lo racconta ad Artribune.
Alderano Cybo – cardinale per ben 55 anni e Segretario di Stato sotto Innocenzo XI (1676-1689) – fu una figura importante per la cultura e le arti del suo tempo: conobbe e protesse i maggiori artisti attivi a Roma (Bernini, Borromini, Fontana, Maratta, Garzi, Morandi) e altrove (Guercino) e fu un punto di riferimento per la nutrita colonia di scultori apuani che lavoravano nell’Urbe (da Domenico Guidi agli umili scalpellini); ebbe l’ardire di intensificare la sua attività di mecenate proprio negli anni del rigorismo neotridentino di Innocenzo XI, cui la Cappella Cybo, conclusa nel 1687, si oppone con sfrontata magniloquenza; coniugò scelte e idee originali con un gusto sicuro – che prediligeva il classicismo di stampo marattesco e il lustro dei marmi policromi – e fu in grado di ottenere sempre il massimo dagli artisti al suo servizio, supervisionando attentamente l’ideazione e la realizzazione delle opere.
A Massa, capitale del piccolo ducato su cui regnava la sua famiglia, il cardinale rivolse le maggiori attenzioni, inviando dipinti, sculture antiche e moderne, reliquie e argenterie sacre, e finanziando la costruzione di edifici profani, chiese e monumentali altari marmorei (che peraltro il porporato non vide mai, dal momento che soggiornò a Massa per l’ultima volta nel 1662). Tramite l’azione di Alderano, lo stile tardobarocco romano penetrò nel ducato cybeo, caratterizzando fortemente gli interni delle chiese massesi e il gusto della corte. A quattrocento anni dalla nascita del cardinale, Massa lo ricorda con una serie di iniziative che comprendono due mostre (al Museo Diocesano e all’Archivio di Stato) e un percorso che collega le sedi espositive a due dei maggiori monumenti cittadini (il Palazzo Ducale e la Cattedrale), in cui sono installati pannelli che illustrano il ruolo svolto da Alderano nella storia di questi edifici.
Tali iniziative, di cui chi scrive è co-ideatore e co-curatore, sono state realizzate in economia, come sempre più spesso avviene in un Paese nel quale solo poche galline dalle uova d’oro beneficiano di generosi finanziamenti. Ciò ha comportato conseguenze di segno opposto. Per un verso, ha favorito l’ideazione di mostre “decrescenti”, con apparati essenziali e basate sulla valorizzazione del patrimonio locale. Si è potuta gettare nuova luce su pezzi già presenti in città: per alcuni si è ristabilito il legame con il cardinale, che col tempo era stato dimenticato; altri sono stati sottoposti a pulitura; un pezzo significativo come la grande foto raffigurante il monumento sepolcrale del cardinale nella Cappella Cybo (inviata a Massa da Corrado Ricci nel 1913, in occasione del terzo centenario della nascita) è stato ritrovato in condizioni critiche e recuperato. Per un altro verso, tuttavia, la scarsità di risorse ha pesato negativamente: non si è potuto stampare un catalogo, non si sono potute avere in prestito opere che avrebbero arricchito la proposta espositiva (un solo pezzo è arrivato da fuori, un bel ritratto di Alderano dipinto da Giovanni Maria Morandi, e peraltro grazie alla generosità del proprietario, che ha provveduto personalmente al trasporto, abbattendo i costi); soprattutto, molti di coloro che hanno contribuito alla realizzazione della mostra hanno dovuto lavorare a titolo gratuito. E questo, con buona pace del sottosegretario Borletti Buitoni, è molto grave.
Nel suo piccolo, comunque, Il Cardinale per Massa rappresenta per il visitatore un’ottima occasione per saperne di più su un personaggio sinora troppo poco noto, e per scoprire il patrimonio artistico di una città che nasconde nelle sue chiese e nei suoi palazzi autentiche perle.
Fabrizio Federici
Massa // fino al 31 agosto 2013
Il Cardinale per Massa
a cura di Claudio Casini e Fabrizio Federici
MUSEO DIOCESANO
PALAZZO DUCALE
CATTEDRALE
ARCHIVIO DI STATO
0585 899241
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati