I Magnifici 9 New York. Tutti a Chelsea
Rientri eccellenti per Zwirner, Danese e Anton Kern Gallery. Colpi di tosse per Michael Rosenfeld Art. Riapre la stagione con uno show dimenticabile Bortolami. Da Chelsea, finite per tutti le vacanze, ecco la prima selezione di nove opening della stagione.
Montagne russe creative. Outsider dal delirio facile, Raymond Pettibon riempie di energia, provocazioni e purezza il civico 519 West della 19th Street. David Zwirner ringrazia e con lui le centinaia di visitatori accorsi per il più che apprezzabile opening di Mr. Pettibon.
www.davidzwirner.com
I furbi di strada. Ancora un nuovo opening per David Zwirner, che al 525 West della 19th Street espone scatti made in California realizzati da Philip Lorca diCorcia tra il 1990 e il 1992. Fra strade vuote e volti poetici, una serie di uomini in vendita che hanno accettato di posare naturalmente per denaro.
www.davidzwirner.com
Filtri domestici e uno schermo come finestra. Jonas Wood torna alla Anton Kern Gallery. L’artista con il suo personale stile presenta tele contenenti vedute domestiche quotidiane, partite di poker e campi di tennis che sembrano provenire da qualche schermo di casa. Per uno spazio espositivo che si riempie delle sue vibrazioni e si offre al visitatore come un accomodante salotto.
www.antonkerngallery.com
Sospese delicatezze. “Egli danza”, fece dire Pier Paolo Pasolini a Orson Welles per descrivere Federico Fellini. E danzante è il cuore dello show di Susie MacMurray alla Danese Corey. E sulle opere danzanti, durante l’opening, si è dovuti stare attenti a non scivolare. Difatti è riapparso il fantasma dell’uragano Sandy raffigurato da due secchi di plastica impiegati per sopperire agli sgocciolamenti causati da un grosso acquazzone di fine estate.
http://danesecorey.com
Linee di sangue. È il titolo della retrospettiva di Alfonso Ossario alla Michael Rosenfeldart. E immaginiamo che reali linee di sangue sarebbero scorse davvero se il compianto artista avesse visto le convessità e le concavità dei telai utilizzati per i suoi lavori inquadrati dentro teche rettangolari.
www.michaelrosenfeldart.com
Un passabile group show. Così inizia la stagione la Elizabeth Dee Gallery. La mostra include i lavori di Gabriel Berendge, Leo Gabin, Tamar Halpern, Miranda Litchenstien, Torben Ribe e Julia Wachtel. Una collettiva dal titolo troppo vasto, Post Culture, per una mostra dal valore piccolo piccolo.
http://elizabethdee.com
Totemiche soglie. Il minimalismo di Anne Truitt alla Matthew Marks Gallery quarant’anni dopo la realizzazione delle opere esposte. Lo spazio espositivo, ben gestito, si offre positivamente come componente stessa del lavoro artistico, per una mostra che prova a rilanciare il peso di Anne Truitt all’interno della corrente minimalista americana.
www.matthewmarks.com
La foto come un oggetto e come un’immagine. Leslie Hewitt allaSikkema Jenkins and Co. interviene sul concetto di fotografia, ma non solo. Opere appoggiate, come provenienti da uno spazio fisico quanto mentale del passato, in attesa di essere traslocate; rispecchiano soggetti e ambienti fotografati. Il senso di vuoto delle opere è riempito dal calore dei partecipanti all’opening. Mostra che si raccomanda di visitare in perfetta solitudine, meglio se durante un pomeriggio di pioggia.
www.sikkemajenkinsco.com
Grigiori edipici. Morgan Fisher riproduce i colori pescati nel catalogo Exterior and Interior Color Beauty realizzato nel 1935 dalla General Houses, società fondata dal padre. L’affinità elettiva familiare è di scena alla Bortolami Gallery. Il risultato è mosciume visivo e devitalizzante.
www.bortolamigallery.com
Alessandro Berni
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