Idroscalo di Milano. Atterra la scultura contemporanea
Maltempo permettendo, inaugura ufficialmente oggi domenica 15 settembre il nuovo parco dell’arte milanese, già pronto per Expo 2015 e a candidarsi come porta della città. Aspettando Fausto Melotti…
“La scultura è difficile”: un pensiero unanimemente espresso dal comitato scientifico che si occupa del Parco dell’Arte all’Idroscalo, nelle persone di Flavio Arensi, Lorenzo Respi e Alberto Zanchetta. Difficile non tanto per la fruizione quanto per la realizzazione, il trasporto, l’allestimento, la manutenzione, tutte voci che per la maggior parte gravano sul soggetto, pubblico o privato, che decide di farsene carico. Sono tante le opere scultoree nella storia dell’arte, anche di grandi artisti, non portate a termine o rimaste in forma di bozzetto. Siamo a Milano e, quindi, una per tutte valga la classica citazione del monumento equestre a Francesco Sforza di Leonardo da Vinci.
E più il progetto è ambizioso, più si rischia il “non finito”. Cosa che auspicabilmente non accadrà al Parco dell’Arte, per quanto imponente. Le premesse ci sono: la sinergia, quella che continuamente si invoca in periodo di crisi, è stata innescata e gli attori sono, oltre che la Provincia di Milano sotto la cui tutela l’Idroscalo ricade, l’Accademia delle Belle Arti di Brera, l’Associazione Amici dell’Accademia, la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, la Fondazione Materima di Casalbeltrame, la Fondazione Banca del Monte e gli artisti, che hanno contribuito, in varia misura, con prestiti o donazioni, a rendere possibile l’avvio di questo progetto con venti grandi opere.
È da sottolineare però che trattasi di avvio – e qui c’è la grande ambizione – perché il progetto intende ampliarsi con l’installazione di nuove opere oltre quelle già presenti di Franco Zazzeri, Alex Corno, Grazia Varisco, Nada Pivetta, Alberto Ghinzani, Giovanni Campus, Medhat Shafik, Fabrizio Pozzoli, Paolo Delle Monache, Mauro Staccioli, Luciano Minguzzi, Giacomo Manzù, Patrizia Guerresi, Piergiorgio Colombara, Augusto Perez, Giuseppe Maraniello (in rigoroso ordine d’apparizione e tutte visibili in foto a seguire) ai quali si aggiungeranno altri nomi nei prossimi mesi.
Ad esempio, è del presidente Guido Podestà la proposta: “Fino al 10 novembre “I Sette Savi” di Fausto Melotti sono allo scalo di Malpensa dopo il restauro eseguito grazie alla SEA. Il parco dell’Idroscalo si candida a ospitarli come destinazione definitiva.” E di Flavio Arensi sono i nomi dei prossimi artisti storicizzati in programma, da abbinare a ogni presentazione con un nome più giovane: “Fra gli storici sicuramente Giuseppe Spagnulo, Arnaldo Pomodoro, Mauro Staccioli con un’opera importante e Mimmo Paladino”.
La frenesia trepidante è di quelle che ha già contagiato tutta la città: il treno dell’Expo 2015 non vuol perderlo nessuno ed è un vessillo agitato da tutti. Ma in questo caso ci si aggiunge un’altra bandiera da sventolare: quella della lotta contro l’abolizione delle province, utili ad esempio a coordinare operazioni come questa. Si spera che, per un motivo o per l’altro, si continuino a trovare partecipazioni che rendano possibili nuovi allestimenti e (magari) produzioni di opere di artisti giovani.
Giovanna Procaccini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati