Arte da ogni parte. A Londra, aspettando Frieze 2013
Attese da Regent's Park: un nuovo layout della sede espositiva, selezione più limitata delle gallerie rispetto all'anno precedente, riduzione del 20% dei biglietti disponibili per una fiera meno affollata. Ma gli eventi e le mostre satellite, con nuove aperture, mostre in palazzi e giardini di ogni epoca, puntano su tematiche e sedi inusuali. Senza rinunciare alla versatilità del white cube, dallo stand fieristico al parcheggio multipiano. Ecco cosa riserva la Frieze Week 2013.
Partiamo dalla fiera ufficiale – seguiranno i numerosi eventi paralleli – per definire la geografia delle presenze dell’evento di quest’anno: oltre ai trenta Paesi dell’ultima edizione di Frieze, a Regent’s Park saranno presenti gallerie di Brasile, Cina, Colombia, Ungheria, India, Corea, Messico, Sudafrica. In totale 152 – in calo rispetto alle 175 del 2012 – con le new entry di Blum & Poe (Los Angeles), Marian Goodman (New York), Galerie Max Hetzler (Berlino), Goodman Gallery (Johannesburg), Maccarone (New York), Overduin and Kite (Los Angeles), Rodeo (Istanbul). Dodici le gallerie italiane, presenti sia in Frieze che in Frieze Masters.
La corrente edizione presenta due ulteriori sezioni all’interno della fiera principale: Focus, gallerie fino a dieci anni d’attività, con progetti ad hoc per l’evento londinese, e Frame, gallerie di recente apertura con personali curate in occasione della fiera. Lasciati gli stand di Frieze si entra a Frieze Masters, al secondo anno di vita, nata per leggere attraverso strumenti contemporanei opere d’arte storiche alle porte del 2000. Qui, una parentesi – in risalto – è Spotlight, negli spazi delle gallerie che espongono artisti del Novecento, selezionati da Adriano Pedrosa. Frieze Projects, progetto di commissioni di opere site specific – curato quest’anno da Nicola Lees – vede coinvolti Gerry Bibby, Rivane Neuenschwander, Ken Okiishi, Angelo Plessas, Lili Reynaud-Dewar e Josef Strau. Le opere saranno presentate su una piattaforma fronte-retro, progettata per l’occasione dall’architetto Andreas Angelidakis, in cui gli artisti selezionati si alterneranno con performance partecipative per l’intera durata della fiera. Evento collettivo come la ricerca di Pilvi Takala, vincitrice dell’Emdash Award, premio per artisti emergenti attivi al di fuori del Regno Unito, giunto alla terza edizione: l’artista ha investito il 70% del premio in denaro per realizzare un progetto in coproduzione con ragazzi attorno ai 12 anni d’età, presto in anteprima sulla piattaforma di Angelidakis.
Frieze Film, la sezione video diretta, a partire da quest’anno, da Nicola Rees (Frieze Foundation) e da Victoria Brooks (EMPAC / Experimental Media and Performing Arts Centre) prevede la proiezione di cinque opere video inedite di Petra Cortright, Peter Gidal, Patricia Lennox-Boyd, Oraib Toukan ed Erika Vogt. In contemporanea, New Partnerships Between Art & Film, ovvero un think tank e una conferenza, rifletteranno sulle condizioni che portano alla realizzazione di un’opera di videoarte su commissione. Come da tradizione, infine, i Frieze talk – dialoghi, conferenze e dibattiti con gli addetti ai lavori – indagheranno lo stato e gli stati dell’arte, programmati all’auditorium e curati dai redattori di Frieze Magazine.
Solo alla fine della fiera, nell’English Garden di Regent’s Park, le sezioni di Frieze e Frieze Masters potranno trovare una sintesi espositiva voluta da Clare Lilley, Director of Programme allo Yorkshire Sculpture Park: obiettivo è l’unione, in un unico percorso espositivo, di lavori di alcuni dei più noti scultori contemporanei con opere di artisti storicizzati a partire dal Medioevo, nella più ampia selezione scultorea della storia di Frieze.
Ora, fissate il ricordo di stand fieristici e giardini. Gli eventi espositivi più segnalati, lasciato Regent’s Park, sono una ventina.
Le fiere. Troviamo, tra le esistenti, Sunday Art Fair (Ambika P3, 35 Marylebone Road), al quarto anno d’attività, con 22 gallerie da otto Paesi, tra le quali giovani gallerie di Berlino, Londra e New York , nonché le italiane Frutta e Norma Mangione Gallery. Se cercate per lo più artisti inediti potrete trovare circa l’80 % di presenze, fra cento nomi di debuttanti ed emergenti, a The Other Art Fair (The Old Truman Brewery), fiera satellite al quinto anno d’attività con artisti non rappresentati da alcuna galleria, selezionati da un comitato formato, tra gli altri, dall’artista Yinka Shonibare e Rebecca Wilson, direttrice della Saatchi Gallery. Negli stessi spazi troverete Moniker, fiera d’arte “urban” con 20 gallerie e street artist quali Banksy, Shepard Fairey, Vinz, fra gli artisti dall’Europa alla Tailandia selezionati ad hoc. Contro-fiera anche la debuttante TIAF – The Independent Artist Fair (Mile End, Art Pavilion, Clinton Road), outsider per statuto rispetto a Frieze e a The Other Art Fair: un curatore monitora le scelte di 50 artisti da quattro continenti, con la promessa di prediligere la qualità rispetto alla quantità e ai trend di mercato. Multiplied (85 Old Brompton Road, South Kensington), organizzata da Christie’s per il quarto anno consecutivo, è pensata per chi cerca l’aura dell’opera nelle copie d’artista, cartacee, digitali o in stampa 3D: 42 le presenze tra artisti e collettivi. Nel solco della democratizzazione, nonché della ridefinizione dei limiti tra le arti, Parallax (Chelsea Town Hall) presenta 200 artisti che espongono, senza alcun costo di partecipazione, opere, sculture, abiti e accessori; stesso obiettivo per PAD London (Berkeley Square), alla settima edizione con arte antica e moderna accanto a fashion e interior design. Sluice (47/49 Tanner Street, Bermondsey) raccoglie 37 fra gallerie e collettivi nei 700 mq di un ex magazzino vittoriano, con performance, workshop e art talk per indagare limiti, potenzialità e significati sia di una mostra che di un evento fieristico.
La ridefinizione di cosa sia quest’ultimo, assieme a una riflessione sull’attuale geografia dell’arte nel contesto globale saranno indagati da 1:54 Contemporay African Art Fair (Somerset House), appuntamento di 15 gallerie e 70 artisti d’Africa, più conferenze e proiezioni nell’ala ovest del palazzo neoclassico sullo Strand.
La scelta di un tema per una fiera appare insolita: non mancano sezioni dedicate a singoli medium, come in Moving Image London (London Bargehouse, Oxo Tower Wharf), fiera a cadenza biennale con opere di videoarte, quest’anno con 34 gallerie da tutto il mondo. E se la fiera di Saatchi, Strarta (King’s Road) ha inaugurato con una selezione di oltre trenta gallerie inglesi e internazionali, contempla inoltre una sezione insolita per tematica come Art Wars, caschi d’artista ispirati alla saga di Star Wars: nel personalizzare l’elmo hanno risposto all’appello, tra gli altri, Damien Hirst, Jake & Dinos Chapman, Joana Vasconcelos. Fino ad arrivare ad Animal Art Fair (73 Fulham Road), raccolta di opere scaturite dall’osservazione del regno animale da parte di 41 artisti internazionali.
Non mancano le alternative al White Cube. Art Below – impresa di stanza a Londra incentrata sulla diffusione iconica di opere di artisti, emergenti e non, specie tra le gallerie della Tube – perpetua una pratica già rodata: nelle prossime quattro settimane fate attenzione agli affiche di Regent’s Park, Pimlico e Hyde Park. All Visual Arts (AVA), a Marylebone, segue l’esempio dello Sculpture Park di Frieze per esporre una passeggiata fra opere commissionate dalla galleria negli ultimi cinque anni di attività.
Le mostre, tuttavia, si declinano rispetto all’adattabilità delle strutture da adibire a luoghi per l’esposizione. È il caso di The Moving Museum,itinerante organizzazione non profit, promotrice di un progetto di produzione artistica a Londra: tra lavori site specific, molti dei quali appositamente commissionati, ha organizzato la mostra-esito Open Heart Surgery, con 30 personali attraverso 200 circa opere, su una superficie di oltre 1000 mq in un edificio in disuso lungo il Tamigi. Nello stesso spazio espositivo, The Vinyl Factory – società promotrice di progetti di arte e musica – inaugura con la galleria Lazarides BRUTAL: 17 artisti per un evento che, parole del gallerista, sarà “una mostra BRUTALE, ospitata in uno splendido edificio per tempi brutali”. Promette di tenerle testa Big Deal N° 5 (Q PARK, Cavendish Square), collettiva di 160 nomi a cura degli artisti Vanya Balogh e Cedric Christie, ospitata al terzo livello di un parcheggio multipiano dietro Oxford Street.
Una mostra, ampiamente annunciata come uno degli eventi più attesi nella stagione museale londinese, vi darà il benvenuto in concomitanza con gli eventi temporanei in occasione della London Week. Mercoledì 16 la Tate Modern (Bankside, SE1 9TG) inaugura Paul Klee, dettagliata retrospettiva a oltre vent’anni dall’ultima mostra britannica dedicata all’artista tedesco. La Whitechapel Gallery (77-82 Whitechapel High Street) offre una panoramica degli ultimi vent’anni della produzione artistica di Sarah Lucas. E al British Museum (Great Russell Street, Bloomsbury), Shunga: Sex and Pleasure in Japanese Art presenta opere pittoriche della scuola ukiyo-e, con firme, fra le altre, di Utamaro e Hokusai. Alla ricerca di future rivelazioni artistiche, in un edificio, in un parco o nel contesto più inaspettato.
Elio Ticca
http://friezelondon.com/
http://friezemasters.com/
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