Quando le arti incontrano il cinema. A Napoli, il festival
18esima edizione per “Artecinema, Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea”, curato da Laura Trisorio. Quattro giornate fra il Teatro San Carlo e il Teatro Augusteo di Napoli, dal 10 al 13 ottobre. Una ventina i film in programma, proiettati dalle cinque di pomeriggio fino a notte inoltrata.
La selezione di pellicole della 18esima edizione di Artecinema è suddivisa nelle tre sezioni di Arte e Dintorni, Architettura, Fotografia: documentari, biografie filmate, interviste e narrazioni montate con materiali d’archivio, provenienti dalla scena internazionale e per la maggior parte in prima nazionale, che saranno come di consueto accompagnati da incontri e dibattiti con registi, artisti e produttori.
Il festival napoletano negli anni è cresciuto, raccogliendo attorno a sé una folta schiera di appassionati e curiosi, che per l’occasione arrivano anche dall’estero per seguire l’evento. L’idea, nata alla gallerista che ancora adesso ne è il direttore artistico, è frutto della volontà di rendere visibile al pubblico in un solo evento un genere specifico quanto ricco e sconosciuto. Il materiale è ricercato durante l’intero anno attraverso rapporti diretti con artisti, galleristi e registi internazionali.
Quest’anno si parte in grande stile con due brevi filmati firmati da Anri Sala sul progetto dell’ex sindaco di Tirana e attuale Primo Ministro d’Albania, l’artista Edi Rama, che ha cambiato il volto della città facendo tingere i palazzi con fantasie patchwork, col proposito di infondere nei cittadini il senso del bene comune e la speranza di cambiamenti positivi attraverso l’arte. Sarà poi il momento di Alain Fleischer col film su Constantin Brancusi: montato con alcune riprese originali realizzate da Brancusi tra il 1923 e il 1939 e girato nel suo atelier ricostruito fedelmente da Renzo Piano nel 1997 presso il Centre Pompidou. Sarà dunque la volta del fotografo Cartier-Bresson raccontato dalla camera del regista Pierre Assouline attraverso gli scatti dei momenti salienti della sua vita: l’incontro con Gandhi, i viaggi in Africa, i tre anni vissuti da prigioniero di guerra in Germania, gli incontri con Robert Capa e David Seymour con i quali fondò l’agenzia Magnum.
Il programma dei giorni successivi di Artecinema include anche un film sul Concettuale (Photo Conceptuelle di Stan Neumann) che si focalizzerà sugli artisti d’avanguardia come Bruce Nauman, John Baldessari, Jan Dibbets, Peter Fischli & David Weiss, Liu Bolin che, a partire dagli Anni Sessanta, scelgono di utilizzare (anche) il linguaggio fotografico ridotto alla sua più semplice espressione, mettendo in discussione il concetto stesso di creazione artistica. Ma spazio anche al film su Gregory Crewdson (Gregory Crewdson: Brief Encounters di Ben Shapiro) in cui l’artista newyorchese è alla ricerca di una sola immagine perfetta e per quell’unico scatto allestisce con maniacale precisione interi set cinematografici.
In calendario anche pellicole su grandissime personalità della pittura: con Salvator Dalí, genie tragi-comique François Lévy-Kuentz racconta la personalità e il mito che Dalí ha costruito intorno a se stesso, mentre Carrol Moore intermezza le riprese sulle opere di Miró (Joan Mirò: The Ladder of Escape) con materiali d’epoca per dimostrare quanto gli orrori della Guerra civile spagnola, il regime franchista e la Seconda guerra mondiale abbiano inciso sulla sua produzione artistica. La toile Blanche d’Edward Hopper di Jean-Pierre Devillers è un affresco sull’insofferenza di un artista alle regole imposte dall’arte americana dell’epoca. Illustra la sua tensione verso l’astrazione e il suo peculiare stile espressivo con cui meglio di chiunque altro ha reso il lato oscuro del sogno americano. Ancora, Giorgio Treves ricostruisce la carriera di Gino De Dominicis (L’immortale) attraverso le sue opere e la testimonianza di critici, amici e collezionisti come Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Vittorio Sgarbi, Fabio Sargentini, Fabrizio Lemme, Italo Tomassoni.
Nella finestra dedicata all’architettura l’occhio di bue verrà puntato su Antoni Gaudí e sulla sua più famosa e controversa opera (Sagrada – El Misteri De La Creacio di Stefan Haupt), l’impresa della costruzione cominciata nel 1882 e che impiega migliaia di lavoratori. Carnet quindi ricchissimo in cui saranno accontentati anche gli appassionati di musica con un avvincente documentario sulla vita di John Cage e i fan delle arti plastiche e concettuali con l’indagine filosofica di Chris Teerink su Sol LeWitt, senza trascurare la curiosa avventura di un folto gruppo di artisti internazionali tra cui James Turrell, Ghada Amer, Daniel Buren, Yong Ping Huang, Pierre Huygue, Paul McCarthy, Nari Ward, Lawrence Weiner, Cherry Samba, Maurizio Cattelan, Jim Lambie, Roman Signer, che hanno portato l’arte contemporanea in giro per il mondo con MuMo (Les aventures de Mumo, le musée mobile di Gilles Coudert), un museo mobile per bambini.
Federica Polidoro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati