Kate Shin, sei la creatrice della townhouse Waterfall Mansion, 13.000 square-foot sull’Upper East Side, una casa che è anche uno spazio espositivo organizzato in cinque piani. Ci presenti la storia di questo progetto?
Ho comprato questa townhouse nel 2008. Ho speso tre anni e mezzo per re-inventare gli spazi di questo immobile del XIX secolo. Per la sua trasformazione mi sono affidata allo studio architettonico Toshiko Mori.
Cos’è la Waterfall Mansion oggi?
Quello che ho creato è un database di bilionari, e un luogo unico in grado di accogliere eventi glamour dedicati all’arte e al lusso. Senz’altro, la Waterfall Mansion è un incontro unico fra western and eastern culture, proprio come me.
Raccontaci allora le tue origini, il tuo rapporto con la tua identità e le tue radici.
Mi sento contaminata. I miei genitori sono sudcoreani. Sono arrivata a New York per il college. E da allora è qui che vivo. Ho passato più della metà della mia vita negli Usa, ma quando arrivano i mondiali di calcio mi ricordo che sono coreana. Sembra un argomento piccolo, ma è utile a ricordarmi il grandissimo valore delle mie radici.
A proposito di grandissimi valori, la tua casa oggi vale 35 milioni di dollari. Quali sono le tue aspettative per questa proprietà?
È un valore sicuro per chi può permettersi un investimento immobiliare di questo genere a New York. Intanto che la casa aspetta un acquirente, voglio che sia viva, piena di attività, design e arte di eccellente valore.
La townhouse che dirigi lavora come galleria?
Molto di più. È organizzata per garantire l’integrazione e incontro tra arte, design, architettura e lifestyle.
Che tipo di lifestyle?
Il mondo, purtroppo, è pieno di persone che vivono accontentandosi. Il nostro luogo è frequentato esclusivamente da persone che sanno trovare il meglio dalla propria vita.
Cosa vuol dire saper trovare il meglio?
Vuol dire sapere celebrare l’eccellenza, la bellezza, avere il coraggio di rischiare.
Qual è l’unicità della Waterfall Gallery?
L’aspetto sociale quanto l’estetica da noi è fortemente enfatizzato. È importante inoltre l’equilibrio tra arte, design e gli eventi che si programmano. L’organizzazione degli spazi deve essere in grado di valorizzare ognuno dei suddetti aspetti.
Sei proprietaria di uno spazio espositivo unico. Quali ispirazioni hai tratto visitando le tradizionali gallerie?
Non ho alcun background in arte contemporanea, ma serve davvero? Quando si visitano le solite gallerie, ci sono delle opere appese oppure in giro e poi, che succede? Manca sempre la vitalità, l’energia. Le persone che partecipano sono importanti quanto i lavori esposti. Quando organizzo un evento, voglio tutto.
Alessandro Berni
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