Di Ravenna, Venezia, Mantova, Siena, Matera, Lecce, PerugiaAssisi, Bergamo, L’Aquila vi abbiamo già parlato. Ma la rosa delle aspiranti è molto più ampia e comprende 21 città, da nord a sud, fino all’Italia insulare, con la candidatura di Aosta, Cagliari, Caserta, Città-diffusa Vallo di Diano e Cilento con la Regione Campania e il Mezzogiorno d’Italia, Erice, Grosseto e la Maremma, Palermo, Pisa, Reggio Calabria, Siracusa e il Sud-Est, Taranto e Urbino.
Perugia, con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria, parte dalla grande tradizione artistica e morale del territorio per lanciare il progetto Fabbricare i luoghi, declinando in tre modi l’idea di città che diventa luogo propulsore di idee, in grado di confrontarsi con la contemporaneità, ma nello stesso tempo di innovare il patrimonio, creando un dialogo tra partecipazione e identità, puntando sull’aspetto turistico e sulla valorizzazione delle risorse culturali e paesaggistiche. “La cultura e l’economia della conoscenza in una città come la nostra dovevano dialogare”, ha commentato in occasione di ArtLab 2013 il sindaco Wladimiro Boccalo, con uno sguardo che mira all’Italia intera. L’obiettivo è “concepire un modello originale di città media europea in rete con il suo territorio. Perugia 2019 è la città con 91 centri storici intorno, che si connettono, si aggregano e ricombinano, continuamente le loro relazioni, pur mantenendo salde le proprie singolarità”, si legge nelle dichiarazioni di intenti, laddove la fabbricazione dei luoghi richiede anche di ragionare per immagini, offrendo ai cittadini momenti di incontro e di dibattito… magari sulle orme di Giotto.
Altra candidata molto agguerrita è Palermo, con un comitato cittadino presieduto da Egle Palazzolo e composto da Aurelio Angelini, Giuseppe Barbera, Gaetano De Bernardis, Antonio Gerbino, Manlio Mele e Bernardo Tortorici. Molti gli obiettivi della candidatura, dove torna preponderante il tema della rigenerazione urbana, senza dimenticare il discorso importantissimo legato alle Smart Cities, al consolidamento delle infrastrutture culturali cittadine e la loro fruizione per la cittadinanza. Altrettanto importante è la relazione tra centro e periferia, tra area urbana e campagna, così come il processo di partecipazione dei cittadini nella governance della città e la coesione sociale. La necessità diventa quella di “ridescrivere” la città, partendo dalla sua storia per rileggerne il presente e scriverne il futuro.
E se in Sicilia accade questo, a Cagliari, il progetto – che è stato particolarmente sostenuto dall’assessore alla Cultura Enrica Puggiono – mette al centro del dibattito il tema dell’innovazione e della creatività come fattore di sviluppo. La candidatura viene qui intesa come parte di un processo, diventando snodo fondamentale in un percorso di rigenerazione urbana e di riprogrammazione della città su base culturale. Si tratta di un processo che esula dal perimetro del capoluogo, incoraggiando la creazione di una piattaforma felice che possa coinvolgere diverse città. Il progetto punta naturalmente sulle ricchezze del territorio e dell’ambiente, ma anche sulle criticità: l’insularità che apparentemente può essere un limite ritorna come punto di forza, accompagnandosi alle solide identità e cultura immateriale che caratterizzano queste terre.
Non è da meno Urbino, la cui candidatura è coordinata dal project manager Ivan Antognozzi, con un comitato promotore da capogiro che comprende Odile Decq, Corrado Augias, Uto Ughi, Andrea Bocelli, Barbara Alberti, Umberto Eco, Carlo Rubbia, Ennio Morricone, Ettore Scola, per citare solo alcuni degli innumerevoli nomi illustri che hanno deciso di sostenere il progetto. Il quale si colloca all’interno di un grande discorso marchigiano legato all’arte e alla cultura. “Urbino, capitale europea della cultura”, scrive a questo proposito Jack Lang, presidente del Comitato Promotore nel manifesto della candidatura, “è il faro di un sistema territoriale complesso e straordinario, le Marche. Una regione plurale e diversa che intende cogliere nel progetto di candidatura a capitale europea l’occasione per rafforzare la propria identità e presentarsi al mondo. Le città delle Marche vantano ciascuna un primato”. Non manca però uno sguardo rivolto alla dimensione europea. Proprio per questo, e in virtù di valori comuni, Urbino ha sottoscritto con la città di Sofia un accordo con la capitale bulgara, in lizza per la competizione europea dello stesso anno, per costruire una programmazione condivisa da qui al 2019, in un’ottica di networking. Ora non resta che aspettare il responso della giuria. E che vinca il migliore…
Santa Nastro
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