Incontrare l’architettura. A Roma
Alla British School at Rome è in corso il ciclo di conferenze, mostre studio e performance “Meeting Architecture: l’architettura e il processo creativo”. Il primo appuntamento ha visto il confronto tra l’architetto canadese Adam Caruso e l’artista tedesco Thomas Demand. Una conversazione e una mostra, per indagare lo stretto, ma spesso conflittuale, rapporto fra arte e architettura. Ne abbiamo parlato con la curatrice Marina Engel.
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Dal 2006 la British School at Rome ha avviato un programma di ricerca e discussione su alcuni temi cari all’architettura contemporanea. Ci racconti questi sette anni di incontri, mostre e dibattiti.
Abbiamo deciso di selezionare argomenti che rappresentano la ricerca e le attività che la British School at Rome porta avanti e speriamo queste siano di interesse per il pubblico italiano, sia specializzato che non. L’idea è di creare un forum per la ricerca e la discussione su temi che variano tra il disegnare spazi per l’arte – come è stato il caso di Spaces for Art – e il mettere a confronto aspirazioni, influenze e metodi di lavoro di giovani architetti che si trovano a Londra e Roma, come nella mostra London-Rome: Work in Process.
Gli ultimi quattro anni invece sono stati incentrati su temi urbanistici. Three Cities in Flux riguardava gli schemi di pianificazione, paragonando i diversi approcci di rinnovamento urbano, concentrandosi per esempio su quanto fatto per le Olimpiadi di Londra e su quelli per Expo 2015 a Milano. Urban Landscapes-Indian Case Studies invece prendeva Mumbai e Delhi come casi studio, focalizzando l’attenzione su modalità alternative di urbanizzazione e sui metodi di compensazione e risoluzione di alcuni problemi che vengono fuori dall’imposizione di visioni spaziali sopra-determinati.
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Marina Engel
Il nuovo programma avviato a fine ottobre si intitola Meeting Architecture e tra gli invitati ci sono nomi importanti sia del panorama artistico che architettonico mondiale come Reinier de Graaf (OMA), Cecil Balmond, Daniel Libeskind e Alfredo Pirri. Di cosa si tratta e come lo avete strutturato?
Uno dei tanti temi del nostro programma è il modo in cui l’architettura spesso menziona e include una grande gamma di discipline. Nei nostri precedenti programmi sull’urbanistica ci siamo focalizzati sulla necessità da parte degli architetti di negoziare con politica, sociologia, economia, scienza, storia e archeologia nel loro lavoro, e questa è solo una lista limitata. Meeting Architecture invece comprende conferenze, mostre-studio e performance musicali di alcuni tra i principali personaggi del campo dell’architettura, dell’arte, del cinema e della musica e analizza la natura di collaborazione tra l’architettura e di altri processi creativi.
Negli scorsi anni abbiamo voluto indagare le seguenti domande: quali sono le convergenze e le divergenze all’origine dell’ispirazione, dei metodi di lavoro e degli obiettivi? Come la comprensione del processo creativo di altri mestieri aiuta a sviluppare la pratica della proprio? Come può essere definita la creatività in architettura? L’architettura rischia di perdere la propria autonomia e il proprio status etico con così tanti incroci interdisciplinari? Infine, Meeting Architecture riflette anche la natura multi disciplinare della British School at Rome e a dirla tutta quella di molte delle accademie straniere di Roma, in cui la varietà di studenti e professori, provenienti da un’estrema varietà di discipline, vive e lavora insieme.
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Adam Caruso & Thomas Demand – Madame Wu and the Mill from Hell – veduta della mostra presso la British School at Rome, Roma 2013 – photo Daniela Pellegrini
Il primo appuntamento del ciclo è stato Madame Wu and the Mill from Hell, che vede protagonisti, in una conferenza e in una mostra-studio, l’architetto Adam Caruso e l’artista Thomas Demand. Qual è la peculiarità di questa collaborazione?
Penso che Adam Caruso e Thomas Demand siano un raro esempio di architetto e artista che concepisce e sviluppa il progetto insieme a differenza di quanto accade per quegli architetti che invitano gli artisti a decorare un edificio già realizzato. A dire il vero, in alcune delle loro collaborazioni non è chiaro chi è responsabile di cosa, tanto è ravvicinato il loro modo di lavorare. Come hanno commentato entrambi nei testi scritti per la mostra, “è stato l’opposto di un matrimonio forzato a caratterizzare i diversi progetti d’arte e di architettura e questo è stato possibile grazie a un consolidata pratica lavorativa e a molta fiducia”, ammette Caruso riferendosi al progetto della Naglehaus. E Demand aggiunge: “Beh, il piacere nel collaborare con Adam e Peter è dovuto al fatto che le loro idee sono diverse e migliori delle mie e quando abbiamo iniziato a lavorare insieme ho smesso di avere dubbi e gli ho semplicemente lasciato fare la loro parte. I risultati sono stati per lo più stupefacenti e ho continuato a pensarci un bel po’, anche se ho avuto la proposta subito”.
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Adam Caruso & Thomas Demand – Madame Wu and the Mill from Hell – opening della mostra presso la British School at Rome, Roma 2013 – photo Daniela Pellegrini
Quali sono le tematiche che questa mostra vuole mettere in luce?
Nella mostra studio ci siamo concentrati sui tre esempi di collaborazione tra Caruso e Demand. Due sono iniziati con l’artista che ha invitato l’architetto a collaborare con lui: il progetto della mostra di Demand alla Nationalgalerie di Berlino e il progetto per la sua casa vicino la capitale tedesca. Invece per la Nagelhaus, un progetto su commissione pubblica a Zurigo, il terzo caso studio, l’architetto Adam Caruso ha invitato l’artista Thomas Demand a unirsi a lui nello sviluppo dell’idea progettuale.
Zaira Magliozzi
Roma // fino al 19 novembre 2013
Adam Caruso & Thomas Demand – Madame Wu and the Mill from Hell
THE BRITISH SCHOOL AT ROME
Via Gramsci 61
06 3264939
www.bsr.ac.uk
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