BraveART, per un’arte coraggiosa
Fare sistema, lavorando sul sistema. È questo l'obiettivo di BraveART progetto di formazione voluto dal Cescot Veneto con Confesercenti, “complice” il Fondo Sociale Europeo. Culminando con un progetto espositivo corale. Ne abbiamo parlato con Federica Bianconi che con Daniele Capra è tutor dell'iniziativa.
Come nasce il progetto BraveArt?
Il progetto è nato presso la sede di Cescot Veneto, ente di formazione promosso dalla Confesercenti regionale del Veneto, come risposta a un bando emanato dalla Regione Veneto e finanziato dal Fondo Sociale Europeo POR 2007-2013. Il bando prevede percorsi di mobilità transnazionale e interregionale professionalizzanti per persone disponibili sul mercato del lavoro. Il tirocinio formativo comprende un periodo di formazione in sede e un’esperienza di lavoro spesata presso un’organizzazione partner in altra regione o all’estero.
Da quale esigenza territoriale ed extraterritoriale?
Al Cescot tutte le scuse sono buone per scrivere, progettare, vivere d’arte. Senza la passione/ossessione per l’arte contemporanea del direttore del Cescot, del Presidente di Confesercenti, dei suoi collaboratori, di alcuni soci dell’ente, e dei partner di progetto, l’esperienza di BraveART non si sarebbe mai realizzata. L’esigenza? Nell’ambito formativo, in aula, la volontà è stata quella di fare sistema (rete) lavorando sul sistema, in questo caso di sistema dell’arte, grazie all’attivazione e partecipazione coordinata di numerosi attori e realtà artistiche dell’area veneta.
Chi, nella fattispecie?
Il mercante/gallerista (Massimo De Luca), l’art advisor (Martina Gambillara), i collezionisti (il collettivo frase) il curatore (Daniele Capra), l’artista (Elisa Strinna). Tutti sono poi stati coinvolti nella produzione di un progetto espositivo ad hoc con pubblicazione finale (Destinazioni) per evidenziare la sinergia possibile tra tanti protagonisti dell’arte contemporanea veneta.
Il progetto è il risultato dell’interazione tra il Cescot Veneto, il Fondo Sociale Europeo nel Veneto e la Regione Veneto. Come hanno lavorato questi soggetti insieme e con quali orientamenti?
ll Cescot Veneto lavora dal 1986 con contributi della Regione Veneto ed è uno degli enti accreditati e storici nell’utilizzo del Fondo Sociale Europeo. Nel 2013 la Regione Veneto ha pubblicato diversi bandi a esaurimento delle risorse assegnate dall’Unione Europea, e uno di questi, appunto quello della mobilità, dava una priorità alle professioni che hanno a che fare con la creatività. La Regione Veneto ha da subito accolto con entusiasmo questo progetto, che è stato il primo a essere finanziato in questa linea di intervento. I primi risultati ottenuti hanno convinto la Regione a finanziare una nuova iniziativa, In Art Here, promossa da Cescot Veneto ed Ente Bilaterale Veneto, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, anche di Artribune.
In questo contesto, come è intervenuta la componente transnazionale rappresentata dall’area balcanica?
Attraverso una triangolazione. Due giovani laureati partecipanti al corso avranno l’opportunità di effettuare un tirocinio formativo in Bulgaria. Un ragazzo ad esempio collaborerà presso la galleria di Ivan Moudov a Sofia. Il collettivo frase (Marco Serraglio, Arturo Francescato, Alexander Agostinetti) che ha prestato gran parte delle opere presenti nella collettiva Destinazioni, colleziona opere di artisti contemporanei di cui una buona parte provengono dall’area balcanica. Per l’occasione non poteva mancare il Patrocinio dell’Osservatorio Balcani Caucaso di Rovereto, impegnato da anni con collaborazioni su questo fronte.
Lei, insieme a Daniele Capra, è stata il tutor del progetto. Come avete lavorato con i partecipanti? Con quali strumenti e quali scopi?
Mi sono occupata di tutta la fase di progettazione e della gestione del corso, insieme a Raffaella DeZuani di Cescot Veneto. Con Daniele abbiamo lavorato tutti Intorno al tavolo per discutere di arte, commentare le opere concesse dal collettivo frase, potendo conoscere gli artisti e i lavori da vicino. Poi elaborando il catalogo, preparando i testi critici in italiano e inglese, allestendo la mostra presso Arte Padova, cercando di vendere (alcune) delle opere. Comunque, come dice Daniele, siamo stati fortunati: questi ragazzi hanno talento.
Quale è stata la vostra più grande soddisfazione e quali saranno i prossimi appuntamenti di BraveArt?
Destinazioni ha reso felici tutti. I giovani che hanno partecipato e concretizzato un’idea di progetto, interfacciandosi con il sistema. I collezionisti soddisfatti. Le relazioni che si sono create fra tutti. La gita ad Artissima. Le cene e gli spritz parlando d’arte, e non. Si lavora per ripetere la mostra Destinazioni in uno spazio “vuoto” del centro storico di Padova. E partecipare al bando per la Galleria Civica di Trento con il collettivo BraveART. Appuntamento prossimo/futuro è il tirocinio all’estero dei partecipanti al corso.
Quali saranno invece i successivi passi verso la prossima edizione? Quali saranno i punti di forza che valorizzerete e quali le criticità su cui desiderate lavorare, se ce ne sono state?
Criticità e punto di forza insieme è l’assegnazione dei tirocini all’estero in base alla vocazione di ciascun partecipante, in modo che siano davvero utili per poter lavorare nel mondo dell’arte contemporanea. Prossimo passo è avere il finanziamento per un altro progetto. E avere molte adesioni. Ora lavoriamo su Archimede progetto per start-up creative legate alle discipline artistiche.
Santa Nastro
http://www.cescotveneto.it/corsi/
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