Willy Merz. Presidente e nipote d’artista

Willy Merz è, da luglio, il presidente della Fondazione Merz di Torino. Compositore e direttore d’orchestra, è nipote di Mario Merz, il cui fondo di opere continuerà a essere tutelato dal suo predecessore Mariano Boggia. Lo abbiamo intervistato, anche a proposito del Mario Merz Prize, dedicato all’arte e alla musica contemporanee.

Scelta inevitabile, quella che vede Willy Merz attuale nuovo presidente della Fondazione Merz, dopo la scadenza del mandato triennale del suo predecessore, Mariano Boggia. Nato a Losanna, Merz si è diplomato in Composizione e in Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio di Milano, perfezionandosi all’Accademia Chigiana di Siena con Franco Donatoni, all’IRCAM di Parigi e con Ferdinand Leitner in Direzione d’Orchestra. Chi meglio di lui, in quanto nipote di Mario Merz, può comprendere la sua poetica e quindi salvaguardarne l’opera? Anche se, in realtà, questo ruolo continuerà a coprirlo Boggia. Piuttosto, ci chiediamo come mai la sua investitura non sia già avvenuta tre anni fa, quando Beatrice Merz ha lasciato la presidenza della Fondazione per diventare co-direttore del Castello di Rivoli, insieme ad Andrea Bellini. Ma la questione, nella nostra intervista, resta insoluta. Spostandosi, invece, verso l’impronta multidisciplinare che il neopresidente intende dare al museo torinese e sul neonato Premio Mario Merz, al quale possono candidarsi musicisti e artisti visivi fino al 31 gennaio 2014.

Cosa le lascia in eredità la precedente presidenza di Mariano Boggia? Quale ruolo assumerà ora Boggia all’interno della Fondazione?
Sicuramente Mariano Boggia ha perseguito il suo compito di presidente in questi anni con passione e assiduità senza, del resto, mai abbandonare la cura degli allestimenti e della collezione. Responsabilità che continuerà ad avere.

Fondazione Merz, Torino - photo Paolo Pellion

Fondazione Merz, Torino – photo Paolo Pellion

Sembra che ora vada di moda provenire dalla musica (anche l’assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno è un compositore) o dalle arti visive (veda la recente elezione in Albania dell’artista Edi Rama). Avete una marcia in più? Serve una visione creativa dell’amministrazione di un bene pubblico o pubblico/privato? Questa tendenza sembra anche confermare una certa idea della figura attuale dell’artista che, per emergere e poi sopravvivere nel sistema dell’arte, debba possedere anche doti organizzative e di intraprendenza manageriale. Cosa ne pensa?
In Fondazione siamo convinti che la conduzione di un ente culturale debba essere assunta da persone che, oltre ad una buona capacità manageriale, dispongano di un’indole creativa o, meglio ancora, che siano attive in campo culturale in prima persona. Oggi, in un periodo in cui le risorse economiche tendono a scarseggiare, la creatività è sicuramente un valore aggiunto. La musica è già da anni parte del programma culturale della Fondazione; mi attiverò affinché la Fondazione diventi sempre più un luogo vivo in varie discipline, anche perché credo che Mario l’avrebbe pensata così.

Come concilierà i suoi numerosi impegni per importanti istituzioni musicali, tra cui Teatro Colón (Buenos Aires), Teatro Regio (Torino), Orchestra Haydn di Bolzano, Orchestra Sinfonica di Tenerife, Camerata Zürich, I Sonatori della Giocosa Marca, con l’attuale ruolo istituzionale?
Grazie all’ottimo staff organizzativo, gestionale e culturale consolidato, sono sicuro che il funzionamento della Fondazione sarà assicurato perfettamente.

Fondazione Merz, Torino - photo Paolo Pellion

Fondazione Merz, Torino – photo Paolo Pellion

In merito alla sua formazione musicale ha dichiarato che “provvederà al rafforzamento dell’attività interdisciplinare della Fondazione”. Meteorite in Giardino, per esempio, è una rassegna che, unendo musica e arti visive, attira molto pubblico trasversale. Ma è limitata al solo periodo estivo per tre serate. Non potrebbe diventare un evento più continuativo e spalmato lungo tutto l’anno? Cambierà formula oppure non esisterà più?
Meteorite in giardino continuerà certamente come rassegna estiva, nata per lo spazio esterno della Fondazione; verrà ancor più valorizzata, attraverso un programma arricchito da nuove occasioni di incontri fra le arti, dal teatro alla danza, dalla letteratura al video, perseguendo sempre l’idea di mantenerla come uno “spazio” dedicato alla creazione contemporanea, in tutti i suoi aspetti.

A novembre avete bandito il Mario Merz Prize (uno per l’arte e uno per la musica). Un premio internazionale e con cadenza biennale, che ha tutta l’aria di dare una svolta all’insegna della musica contemporanea, anche nella scelta della programmazione espositiva della Fondazione Merz. Ci può spiegare in cosa consiste questo progetto di rete nelle città di Torino e Zurigo? Quante adesioni avete ricevuto finora?
Il Premio Mario Merz è un progetto in nuce da tempo. In occasione del decennale della morte di Mario, con Beatrice abbiamo pensato che non si poteva ancora aspettare. La programmazione espositiva e concertistica, che nascerà a seguito del premio, non avverrà certamente in sovrapposizione all’attività espositiva della Fondazione ma, al contrario, arricchirà le sue potenzialità. Abbiamo scelto le due città in omaggio a Mario. Zurigo rappresenta l’origine della nostra famiglia e Torino il suo luogo di elezione e di lavoro. Riteniamo che, nell’ambito di un progetto di sviluppo della Fondazione, fosse naturale scegliere di affiancare a Torino anche Zurigo. Per questo, le due città ospiteranno sia le esposizioni, sia i concerti dei finalisti, e dei vincitori del premio.
Ad oggi, per quanto riguarda il comparto arte, abbiamo ricevuto 180 registrazioni di curatori, direttori, critici e gallerie. Il 30% dall’Italia, altri 30% dall’Europa, il 25% nel resto del mondo, il 15% da USA. Per la composizione contemporanea, abbiamo avuto 55 registrazioni, il 40% dall’Italia. Fuori da Europa e Usa, sia per l’arte che per la musica, ci sono state registrazioni da Israele, Congo, Angola, Indonesia, Australia, Pakistan, Emirati, Colombia e molti altri Paesi.

Fondazione Merz, Torino - photo Paolo Pellion

Fondazione Merz, Torino – photo Paolo Pellion

Riguardo alle sinergie con le altre istituzioni torinesi del contemporaneo, cosa ci dice? Mi riferisco al progetto pensato per One Torino, evento collaterale di Artissima.
One Torino è un nuovo progetto di rete tra le istituzioni dell’arte contemporanea torinesi. Ogni mostra è un progetto autonomo, con curatori internazionali diversi per ciascuna sede. La forza di tale iniziativa sta nell’ottimizzazione delle risorse e nella promozione comune. La mostra Ways of Working: the Incidental Object alla Fondazione è stata pensata dalla curatrice Julieta González, in relazione al luogo che la accoglie e alla sua storia industriale.

Claudia Giraud

http://fondazionemerz.org/
http://mariomerzprize.org/

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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