Lo scorso dicembre, negli spazi di via Farini 35, prima sede dell’Archivio Artisti (e dal 2008 residenza che offre spazi di produzione per artisti emergenti), è stato presentato Bureau Viafarini. A metà tra osservatorio e agenzia, la nuova piattaforma di Viafarini crea reti di collaborazione tra ricerca artistica, committenza privata, piccola e media impresa e società civile. Bureau Viafarini si declina in consulenze creative per lo sviluppo di prodotto o servizio, concept innovativi per campagne pubblicitarie e di comunicazione sociale, workshop per il team building, interventi site specific per spazi pubblici e privati. Per sostenere Bureau Viafarini verrà, inoltre, messa in vendita l’edizione di Maurizio Cattelan per Viafarini Fund (tiratura a 15) che l’artista ideò sul tema del mecenatismo nel 1997.
Artribune ha domandato a Patrizia Brusarosco e Giulio Verago approfondimenti in merito.
Da dove nasce l’idea di Bureau Viafarini e quali trait d’union rivela con l’originaria vocazione di Viafarini? È possibile, ampliandone le implicazioni, affermare che l’iniziativa prende avvio anche grazie a Maurizio Cattelan?
Bureau Viafarini è uno spin-off di Viafarini, è un’agenzia che offre un servizio di consulenza e produzione di interventi d’artista concepiti per rispondere alle esigenze di una committenza vasta ed eterogenea, pubblica o privata. Per intervento d’artista s’intende una progettualità nata per rispondere alle esigenze della committenza attraverso l’unicità del linguaggio artistico. Si declina in consulenze creative per lo sviluppo di prodotto o servizio, concept innovativi per campagne pubblicitarie e di comunicazione sociale, workshop per il team building, interventi site specific per spazi pubblici e privati, coerenti con la poetica dell’artista. Bureau Viafarini vuole mettere a sistema un’azione di incubazione creativa che caratterizza la mission di Viafarini, sin dall’inizio, seppur in passato in modo meno “strutturato”. Il dialogo fra arte, società civile e cultura di impresa ci ha sempre interessato dal momento che la nostra organizzazione è nata anche per affermare il ruolo dell’artista come protagonista dei processi di innovazione sociale.
Con Maurizio abbiamo sperimentato dagli Anni Novanta una collaborazione nell’ambito della comunicazione dei suoi progetti che si riversa nel know how che attualmente deteniamo.
Quali sono gli intenti di Bureau Viafarini e chi si farà portavoce, intermediario dei diversi interlocutori coinvolti?
Bureau Viafarini, a metà tra osservatorio e agenzia, crea reti di collaborazione tra ricerca artistica e committenza privata, piccola e media impresa, società civile, per offrire un contributo creativo all’azienda, ai prodotti, ai materiali, ai servizi, all’immagine e alla comunicazione. L’obiettivo principale di Bureau Viafarini è favorire un trasferimento di contenuti, strategie e abilità dall’ambito delle arti visive alle discipline limitrofe e ai settori dell’industria culturale e creativa e, viceversa, permettere agli artisti di incamerare nella gestazione e nella realizzazione del proprio lavoro suggestioni che provengono da ambiti più tecnici. Bureau Viafarini sviluppa sinergie fra l’ambito artistico-creativo, quello produttivo-tecnologico e il tessuto sociale, mettendo a disposizione dei committenti le informazioni e i rapporti consolidati con la scena artistica più qualificata. Bureau Viafarini studia nuove strategie per offrire un contributo creativo alla committenza riformulando il ruolo dell’artista come innovatore nei sistemi produttivi.
Di volta in volta, come verranno selezionati gli artisti che dialogheranno con le imprese?
Bureau Viafarini ripensa il ruolo dell’artista come innovatore nei sistemi produttivi e come facilitatore di processi di social innovation. Bureau Viafarini rilancia il ruolo dell’Archivio Portfolio gestito da Viafarini DOCVA alla Fabbrica del Vapore. L’Archivio permette di intercettare ricerche caratterizzate da esigenze produttive particolari, in dialogo con il tessuto imprenditoriale e con le istanze della società civile.
Strumento imprescindibile è www.ItalianArea.it, che grazie al restyling, è diventato una panoramica credibile e curata della migliore scena italiana, dove artisti affermati sono presenti accanto ad artisti più giovani ma già sotto lo sguardo della critica. All’Archivio Portfolio collaborano dall’anno scorso una dozzina tra i più attivi curatori della scena italiana coordinati dal curatore Simone Frangi. A Bureau Viafarini collaborano il curatore Marco Tagliafierro e l’artista Pietro Spoto.
E le aziende stesse, quali requisiti devono presentare?
Vorremmo coinvolgere le aziende che già mostrano un interesse alla ricerca artistica, realtà che hanno alle spalle collezionisti che vorremmo trasformare in committenti; oppure aziende che si contraddistinguono per un serio approccio ai temi della social responsability (in questo senso collabora con noi la rete di Best Up); inoltre società che sono già attive in progetti simili sviluppati grazie ad società di comunicazione nostri partner; infine la piccola e media impresa italiana che è raggiungibile tramite una rete di rapporti con altre organizzazioni sensibili al tema con cui Viafarini da anni tesse relazioni. Sicuramente requisito fondamentale per l’azienda che vuole approcciarsi a Bureau è la curiosità e la disponibilità a sperimentare.
Sono già stati realizzati progetti e pubblicazioni che hanno anticipato gli intenti di Bureau Viafarini? Quali output verranno prodotti e dove saranno esposti?
Nel 2013, per esempio, all’artista Luca Monterastelli è stata data la possibilità dai curatori Marco Tagliafierro e Simone Frangi di sviluppare le proprie produzioni con il supporto tecnico del laboratorio di ceramica del Museo Carlo Zauli (Faenza), del laboratorio di incisione dello Studio Federica Rosso (Torino), del laboratorio di Fusioni in bronzo 3V di Walter Vaghi (Varese). Il beneficio è stato reciproco: gli artigiani hanno tratto stimoli dall’esperienza per la loro attività imprenditoriale, l’artista ha avuto modo di produrre nuove opere supportato da competenze tecniche specialistiche.
Diverso l’esempio di Achille Pinto spa, azienda tessile comasca d’alto di gamma, che è stata dapprima contattata per la sponsorizzazione tecnica in tessuti al progetto della venticinquenne Agne Raceviciute in collaborazione con il suo nume tutelare Urs Lüthi; la collaborazione si è sviluppata nella tradizionale sponsorizzazione economica, con logo dell’azienda sulla comunicazione, per evolvere nella progettazione del libro per gli ottant’anni dell’azienda, realizzata a più mani da tre artisti in residenza presso VIR: Roberto Fassone, Enrico Boccioletti, Carlo Alberto Treccani. L’esempio di quest’anno la riprogettazione della nuova sede di Makeba Centre Transculturel, alla Fabbrica del Vapore, realizzata da Bureau Viafarini con Pietro Spoto / studioliquido per associazione Mascherenere / Sunugal, con cui collaboriamo.
Come sarà possibile aderire e con quali istituzioni sarà possibile, in futuro, creare nuove, ulteriori sinergie?
Vogliamo estendere il network delle realtà che collaborando con noi, dentro ma soprattutto fuori il mondo dell’arte contemporanea, che spesso è percepito come autoreferenziale. La piattaforma Bureau è aperta alle realtà imprenditoriali e produttive interessate alla ricerca artistica e in generale alla cultura contemporanea, non per una strumentale operazione di immagine, bensì per avviare un dialogo nel medio/lungo periodo. Dialogo basato sul riconoscimento delle competenze di entrambe le prati, artista e azienda, sul rispetto e la contaminazione reciproca.
Ginevra Bria
www.viafarini.org/italiano/bureau.html
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