Spigolature da Santiago

Sono anni ormai che il Cile, con Santiago in testa, è sotto i riflettori della critica contemporanea. Sembra il paradiso perduto dell’architettura, dove tutto può ancora accadere: i progetti hanno un forte legame col territorio e la storia, gli edifici sono realizzati a regola d’arte e con materiali di qualità, le condizioni climatiche vengono tenute in considerazione e, soprattutto, il link con i cittadini, lo spazio pubblico, la cultura e la sperimentazione non è mai perduto. Questi sei edifici sono un piccolo assaggio di una torta troppo grande per poterne anche solo intuire il gusto complessivo.

INNOVATION CENTER
È in cantiere nella zona di San Joaquín il nuovo Innovation Center Anacleto Angelini progettato da Elemental: un massiccio blocco di cemento rende onore alla tradizione cilena fatta di materia onesta e volumi chiari, ma lo fa con originalità, ammassando sulla facciata parallelepipedi compatti come fossero mattoncini Lego. Il risultato è giocoso e ironico e allo stesso tempo solenne ed elegante. La motivazione però non è puramente, o non solo, estetica. Due ragioni hanno determinato un volume così compatto: da un lato, la necessità di proteggere verso l’interno i laboratori di ricerca, garantendo la giusta privacy e aprendo l’edificio sulla corte; dall’altro, questa configurazione rispecchia a pieno la condizione architettonica ideale per il clima di Santiago. Ancora una volta, a Santiago il segno iconico incontra la funzione.
Project: Elemental
Year: 2014
Location: San Joaquín
Status: on going

José Cruz Ovalle, Universidad Adolfo Ibañez, Santiago del Cile

José Cruz Ovalle, Universidad Adolfo Ibañez, Santiago del Cile

UNIVERSIDAD ADOLFO IBAÑEZ
L’Universitad Adolfo Ibañez è un’istituzione privata e anch’essa, come molti committenti cileni, ha intrecciato la necessità di un luogo di conoscenza e cultura con la ricerca e la sperimentazione architettonica. Sul limitare della città, nel magnifico paesaggio di Peñalolén, è nato nel 2011 questo enorme complesso di 14.500 sqm, un inno al concetto di promenade architettonica. L’intero progetto non è altro che una passeggiata infinita per corridoi, terrazze, stretti passaggi e ampie vedute. L’intreccio di volumi diventa a tratti labirintico, a tratti claustrofobico, a tratti toccante, e gli spazi d’incrocio dei percorsi giocano su doppie altezze e molteplici visuali. Può forse apparire lievemente ridondante, considerata l’enorme superficie su cui José Cruz Ovalle ha perpetuato questa scelta, ma non si può dire che non sia stato coerente.
Project: José Cruz Ovalle
Year: 2011
Location: Peñalolén
Status: completed
Metropolitana: Quilín

DX Arquitectos, Acrobatic Arts Centre, Santiago del Cile - photo Pablo Blanco Barros

DX Arquitectos, Acrobatic Arts Centre, Santiago del Cile – photo Pablo Blanco Barros

ACROBATIC ARTS CENTER
All’Acrobatic Art Centre si incontrano spazio pubblico e luogo di spettacolo in un’atmosfera squisitamente informale. L’aspetto temporaneo e leggero dell’edificio, in netto contrasto con la tendenza massiva dell’architettura dominante a Santiago, sorprende e avvolge in un’aria effimera. Uno zoccolo duro c’è comunque. Il progetto si sviluppa intorno a due sistemi: una piattaforma pubblica ben ancorata al terreno si estende sulla superficie del lotto, seguendone la topografia, e va a intersecarsi nella parte est con il volume della sala spettacoli, creando una piazza comune. L’edificio si àncora alla piattaforma, ma cresce senza peso in tutta la sua interezza, creando un volume di nove metri di diametro che permette agli artisti di esibirsi. DX Arquitectos si proponevano di creare un container di cultura dove i cittadini si sentissero parte del processo, e nel loro modo poco istituzionale e solenne ci sono andati molto vicino.
Project: DX Arquitectos
Year: 2011
Location: La Reina
Status: completed
Photo:
Pablo Blanco Barros

Juan Sepúlveda Grazioli + Cecilia Wolff Cecchi, Scanavini Barn, Santiago del Cile

Juan Sepúlveda Grazioli + Cecilia Wolff Cecchi, Scanavini Barn, Santiago del Cile

SCANAVINI BARN
Una preesistenza nel cuore di Santiago, fortemente danneggiata dal terremoto del 2010, come molti degli edifici storici della città: sarebbe stato un magazzino se la scoperta della cella sotterranea, considerata patrimonio storico, non avesse ribaltato le carte in tavola e portato l’azienda Scanavini a intervenire con un restauro e ad aprire le porte dell’edificio alla città. Il progetto di Juan Sepúlveda Grazioli e Cecilia Wolff Cecchi mantiene il rispetto della struttura preesistente, evidenzia con differenze cromatiche la nuova struttura in acciaio e ricostruisce in corten traforato la facciata sud, completamente crollata, ricreando in negativo la facciata originale. L’intervento, oltre a essere un buon esempio di restauro, fa parte del discreto e fortunato numero di edifici industriali di Santiago che sono anche esempi di sperimentazione architettonica.
Project: Juan Sepúlveda Grazioli + Cecilia Wolff Cecchi
Year: 2011
Location: Barrio Club Hípico
Status: completed

Emilio Marin + Albert Tidy, School of Fine Arts, Santiago del Cile - photo Cristóbal Palma

Emilio Marin + Albert Tidy, School of Fine Arts, Santiago del Cile – photo Cristóbal Palma

SCHOOL OF FINE ARTS
Per trent’anni lo scheletro d’acciaio di quella che doveva essere la nuova sede della facoltà di arti visive dell’Universidad de Chile è rimasto in disuso. Dopo l’incendio del 1979, Salvador Allende aveva commissionato il lavoro all’architetto Ricardo Alegría, prima che il colpo di Stato di Pinochet bloccasse l’intero processo, lasciando la struttura abbandonata. Nel 2007 il progetto di Emilio Marin + Albert Tidy ha finalmente restituito alla città questa istituzione. L’intervento ha conservato la struttura preesistente, inglobandola in volumi di vetro e integrandola con un nuovo auditorium per 250 spettatori e con uno più piccolo a uso degli studenti. Ha inoltre creato un patio interrato: una piazza collettiva che dona all’intero progetto un più ampio respiro spaziale e climatico, incrementando la ventilazione e la luce dall’interno. Un intervento delicato e preciso, che è riuscito ad articolare lo spazio in modo interessante, pur rimanendo nel solco della struttura originaria.
Project: Emilio Marin + Albert Tidy
Year: 2007
Location:
Ñuñoa
Metropolitana: Carlos Valdovinos
Status: completed
Photo:
Cristóbal Palma

Estudio América, Museo de la Memoria y de los Derechos Humanos, Santiago del Cile - photo Cristóbal Palma

Estudio América, Museo de la Memoria y de los Derechos Humanos, Santiago del Cile – photo Cristóbal Palma

MUSEO DE LA MEMORIA Y DE LOS DERECHOS HUMANOS
L’idea degli Estudio America per il Museo de la Memoria y de los Derechos Humanos di Santiago era di creare un edificio che non fosse un monumento isolato, ma che s’integrasse con lo spazio pubblico urbano. L’attenzione alla fruizione del Museo e all’intreccio dello stesso con la città  è sicuramente presente nel progetto, così come la possibilità di avere multipli percorsi non preordinati che creano interessanti prospettive e numerosi spazi  pubblici. Ma l’enorme parallelepipedo in rame traforato, che si staglia sulla piattaforma in cemento e che viene chiamato addirittura  “l’Exposition Beam” non possiamo negare che abbia un forte carattere monumentale e preponderante sul contesto. Sarà una prerogativa inesorabile che lega tutti i musei della memoria che si rispettino, ma in questo caso è da apprezzare la permeabilità dell’edificio e i numerosi punti di vista che concedono l’illusione di poter trapassare con uno sguardo questo enorme colosso.
Project: Estudio América
Year: 2007
Location: Matucana
Status: completed
Photo: Cristóbal Palma

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Federica Russo

Federica Russo

Federica Russo (Lecce, 1983) è architetto e scrittrice freelance. Dal 2006 a oggi ha collaborato nella redazione e scritto articoli per diverse testate d’architettura tra cui presS/Tletter, presS/Tmagazine, Artribune sezione architettura, Compasses, L’Arca. Si è laureata presso l’Università “la Sapienza”,…

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